La riscossione delle imposte dovute è da sempre uno dei problemi più delicati e spinosi dei sistemi fiscali. Nell’Impero Romano la riscossione del “tributo” veniva affidata a imprenditori privati, i pubblicani, i quali versavano anticipatamente il dovuto all’erario, e in cambio ricevevano il diritto di riscuotere, anzi estorcere, con ogni mezzo le imposte a carico della malcapitata popolazione. In tal modo le imposte venivano riscosse, gli esattori si arricchivano, e i contribuenti maturavano una forte opposizione nei confronti delle tasse, degli esattori, del loro potere e dei loro abusi. Questo sistema rimase comunque un punto di riferimento, e fu adottato sia dal Regno d’Italia che poi dalla Repubblica fino agli anni ’70-’80 del secolo scorso. Il meccanismo prevedeva la consegna agli esattori dei “ruoli” (elenchi di contribuenti con gli ammontari dovuti); gli esattori dovevano anticipare il gettito atteso (sistema del non riscosso per riscosso), salvo il diritto di ottenere il rimborso delle somme inesigibili, e percepivano un aggio, in percentuale del gettito assicurato. Gli esattori erano imprenditori privati o banche, e l’amministrazione finanziaria si limitava alla vigilanza e controllo. Tuttavia, negli anni ’70 emerse il problema del costo del sistema con aggi differenziati in modo rilevante tra Nord e Sud, inoltre che nel Mezzogiorno, e soprattutto in Sicilia, gli esattori erano non di rado collegati a sistemi di potere locale discutibili se non criminali (si pensi ai cugini Salvo). Ne seguì un dibattito politico che, nonostante la pretesa dell’amministrazione finanziaria di assumere direttamente la funzione esattoriale, prendendo atto dell’assoluta incapacità della burocrazia pubblica di allora di gestire un’attività aziendale, si concluse con l’affidamento del sistema agli istituti di credito, senza rendersi conto però che questi ultimi non avevano nessuna intenzione di inimicarsi i loro clienti (i depositanti), e quindi erano molto lassisti e tolleranti nei confronti dei contribuenti, tanto più che gli aggi erano stati eliminati, e la maggior parte del gettito affluiva direttamente all’erario mediante l’autotassazione, e quindi l’attività di riscossione, limitandosi solo a quella coattiva, era diventata molto poco redditizia.
Con la creazione delle Agenzie Fiscali, si decise quindi di acquisire l’intero sistema, ed affidarlo ad Equitalia con il compito non semplice di armonizzare e razionalizzare procedure, organizzazioni, stipendi, distribuzione sul territorio, ecc. Tuttavia Equitalia cominciò ad operare con una certa efficacia tanto da provocare in poco tempo una vera e propria rivolta tra i contribuenti (in massima parte evasori conclamati, o morosi) e i loro consulenti che trovò udienza presso alcuni gruppi politici (la Lega e i 5S in particolare), fino al superamento di Equitalia, all’eliminazione di tutti i poteri più incisivi necessari per la riscossione coattiva, e alla pratica attuale della rottamazione, mentre l’Agenzia delle Entrate si è limitata a premere su Governo e Parlamento per ottenere la copertura piena in caso di mancata riscossione, anche in caso di mancato rispetto delle procedure previste. I contribuenti sono perfettamente consapevoli della situazione ed infatti dichiarano che se si trovano in crisi di liquidità, non potendo sospendere i pagamenti ai fornitori che smetterebbero di consegnare la merce, e non avendo la forza di opporsi all’aggressività delle banche, sostenuta dalla Legge, si limitano a non pagare le imposte dovute, consapevoli di non correre nessun rischio rilevante. E’ in questo contesto che va valutata la recente proposta del ministro Giorgetti di istituire una nuova agenzia di riscossione delle imposte dei Comuni. L’idea avrebbe una sua razionalità, in quanto i crediti dei Comuni hanno natura e dimensioni unitarie diverse da quelli dell’erario (si pensi alle multe), e che quasi sempre gli enti decentrati non hanno le strutture minime per operare da soli. Si potrebbe discutere se è necessario creare un nuovo ente o un settore specializzato all’interno delle strutture esistenti, ma non è questo il punto. Il problema è che la riscossione coattiva in Italia è stata di fatto abolita, i poteri degli uffici sono stati azzerati, e così la funzione di deterrenza dell’intero apparato, che le imposte dovute si riscuotono (?) ormai solo tramite la rottamazione, che solo pochi giorni fa il Governo ha presentato una riforma del sistema della riscossione che va nella direzione opposta a quella indicata da Giorgetti. Insomma, ogni tentativo di razionalizzare il sistema di riscossione è vano se la linea di politica fiscale del Governo rimane quella attuale.
La proposta di creare un ente per i tributi locali: riscossione coattiva di fatto abolita
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