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martedì 17 Giugno 2025
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Corte Conti, con riforma Irpef riordinare anche prelievo su immobili e riscossione

La riforma fiscale che avrà al centro il riordino dell’Irpef, annunciata dal governo per la seconda metà dell’anno, dovrà interessare il “sistema tributario nel suo complesso” a partire dal “riordino del prelievo sul patrimoniale sugli immobili”. A ribadirlo elaborati corte dei Conti nella memoria sul Def in cui suggerisce anche un significativo riordino delle agevolazioni fiscali e un profondo riordino dei meccanismi della riscossione dei ruoli. “Se la revisione dell’Irpef -sottolinea la Corte- era stata finora immaginata con una significativa riduzione del gettito, per alleggerire il carico sui redditi medi e anche per dar corso alle reiterate richieste degli organismi internazionali di spostare il carico fiscale dal lavoro verso specifiche forme di imposizione indiretta, non si può ignorare che i prossimi anni richiederanno un considerevole sforzo fiscale per far fronte ai costi della pandemia. Sarà dunque necessario guardare all’efficienza e all’equità del sistema tributario nel suo complesso, ipotizzando varie forme di ricomposizione del contributo dei prelievi diretti e indiretti alla copertura del bilancio”. Perciò, osservano i magistrati contabili, “in un disegno riformatore complessivo dovrebbe rientrare, auspicabilmente, la revisione del prelievo patrimoniale immobiliare, tuttora caratterizzato da valori catastali poco coerenti, sia per difetto che per eccesso, con i valori economici degli stessi immobili. Al riguardo non andrebbe trascurata la possibilità di un sistema semplificato di valutazione, che faccia riferimento ai valori Omi e parta dalla superficie degli immobili prendendo in considerazione pochi parametri adeguativi presenti nel sistema informatico”. Infine, sempre nell’ambito di una possibile organica riforma del sistema tributario, sottolinea la Corte dei Conti, “va ancora una volta richiamata l’attenzione sull’esigenza di una attenta revisione delle agevolazioni fiscali, non poche delle quali appaiono ormai superate e incompatibili con
la situazione nella quale si trova la finanza pubblica”.

Quanto alla riforma dei meccanismi di riscossione, la Corte dei Conti, dopo aver ricordato che il condono delle cartelle varato da ultimo con il decreto Sostegni, è il terzo annullamento di massa delle iscrizioni a ruolo non riscosse, evidenzia che “tali vicende confermano la sostanziale inadeguatezza dell’attuale sistema di riscossione coattiva dei crediti pubblici, manifestamente incapace di riscuotere con tempestività e completezza le innumerevoli partite creditorie affidate all’agente nazionale della riscossione”. E a riprova delle “gravi insufficienze che presenta il sistema di riscossione tramite ruolo, la Corte dei Conti ricorda “come un crescente numero di enti locali negli ultimi anni abbia preferito avvalersi in modo diretto o indiretto della procedura di ingiunzione fiscale”.
Appare, dunque, evidente, ad avviso dei magistrati contabili, “l’urgente esigenza di una profonda revisione del modello
organizzativo e procedimentale che regola la riscossione coattiva dei crediti pubblici, non senza avvertire che le patologie che affliggono il sistema suggerirebbero una più ampia analisi dei fenomeni socio economici che determinano il sempre più grave fenomeno dell’evasione da riscossione, all’esito della quale potrebbe forse ipotizzarsi l’estensione dello strumento della ritenuta d’acconto, già ricordato in precedenza, e l’individuazione di misure atte a contenere l’interposizione societaria formale, il cui costante incremento negli ultimi decenni ha finito per accrescere le difficoltà della riscossione coattiva quando non è stato strumentale alla commissione di frodi o a forme di insolvenza preordinata”.

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