Di Marcello Veneziani
Ora vedi che il nipote di Agnelli rischia di finire affidato per un anno ai salesiani per la sua riabilitazione sociale tramite i servizi sociali; gli viene cioè prescritta una terapia di umiltà per disintossicarsi dal cinismo, dall’albagia e dalla presunzione d’immunità di cui aveva goduto, in linea ereditaria, per troppi anni. In cambio ha ottenuto dalla Procura di Torino il via libera alla richiesta di sospensione del procedimento per frode fiscale presunta, con messa alla prova, nell’ambito delle indagini relative all’eredità della nonna, Marella Agnelli, vedova di Gianni Agnelli, morta nel 2019. Anche per i suoi fratelli Lapo e Ginevra c’è stato il via libera alla richiesta di archiviazione per i reati di dichiarazione infedele e truffa in danno dello Stato. Il presidente di Stellantis ha scampato la condanna, in cambio dovrà sopportare l’umiliazione dell’affidamento ai servizi sociali e versare 183 milioni di euro al fisco. E dovrà tornare a Torino, città che la FuFiat aveva abbandonato nella sua mutazione transgenica in FCA, confluita in Stellantis. Oltre al tracollo dell’azienda su tutti i fronti, con Elkann è stata portata a compimento la definitiva riduzione della FuFiat da azienda di produzione industriale e automobilistica a gruppo finanziario, con preminenti interessi speculativi, in cui i prodotti “reali” sono solo una variabile relativa e secondaria delle operazioni finanziarie (i dipendenti non ne parliamo, sono l’ultima ruota del carro, per restare nella metafora automobilistica).














