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martedì 17 Giugno 2025
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Corte Conti, per efficace lotta evasione potenziare adeguatamente Agenzia Entrate

Per contrastare l’evasione fiscale, che sempre più si presenta come un fenomeno di massa nel nostro Paese, occorre un adeguato potenziamento dell’Agenzia delle entrate. A sottolinearlo è la Corte dei conti nella sua audizione al Parlamento sul Def. Per la magistratura contabile si tratta addirittura di una precondizione: “l’evasione fiscale in Italia -osserva- ha particolare rilievo nel settore dell’Iva e dell’imposizione sui redditi e assume, in molti casi, i caratteri dell’evasione di massa per la numerosità dei comportamenti irregolari e la loro reiterazione nel tempo, soprattutto da parte di soggetti che svolgono attività economiche indipendenti. La strategia di contrasto, dunque, dovrebbe prevedere un complesso di azioni tra loro coordinate per: a) seguire attivamente i contribuenti già nella fase dell’adempimento fiscale; b) prevenire la reiterazione dei comportamenti evasivi. Una precondizione perché tali obiettivi di fondo possano essere perseguiti -rimarca la Corte- è quella della adeguatezza numerica e qualitativa delle risorse umane costantemente impegnate nelle diverse attività”.

La stessa previsione di 4.113 assunzioni entro il 2023 nell’Agenzia delle entrate, ad avviso della Corte dei Conti, “non è sufficiente neppure a bilanciare le 5.267 che lasceranno il servizio entro lo stesso anno. Un reale potenziamento dell’amministrazione dovrebbe comportare, una volta determinate le risorse umane necessarie in ragione dei livelli di produzione da raggiungere nei diversi settori operativi (gestione della fisiologia fiscale, controlli, ecc.), un piano di reclutamento straordinario per colmare i vuoti e, a regime, modalità automatiche e tempestive di reintegro del turn over senza necessità alcuna di ricorrenti e tardive normative straordinarie”.

I magistrati contabili si soffermano poi su quanto previsto dal Pnrr e richiamato dal Def per contrastare l’evasione e migliorare il prelievo: “un primo effetto positivo potrà derivare dalla predisposizione della dichiarazione Iva precompilata”. “Va, tuttavia, avvertito che risultati più significativi e strutturali -sottolinea la Corte dei Conti- dovrebbero conseguirsi se alla predisposizione della dichiarazione (necessariamente basata sui dati contabili della fatturazione e dei corrispettivi elettronici e dei versamenti periodici) si affiancasse un utilizzo preventivo delle altre diverse banche dati, allo scopo di segnalare tempestivamente ai contribuenti, in modo preventivo e non conflittuale, possibili incoerenze e illogicità rispetto ai dati contabili. Si tratterebbe di un approccio effettivamente innovativo, volto a realizzare una interlocuzione proattiva con il contribuente già nel momento dell’adempimento”.

Quanto all’ampia utilizzazione, prevista dal Pnrr, delle “lettere di conformità” per indurre i contribuenti alla correzione di errori ed omissioni (ravvedimento), ad avviso della Corte, “va tenuto presente come tale strumento non riguardi le forme più insidiose di evasione e va, comunque, considerata la necessità di disporre di adeguate risorse umane per gestire le posizioni di coloro che non si conformano alle sollecitazioni dell’amministrazione”. Insomma, “deve esistere coerenza tra il numero di posizioni interessate alle segnalazioni e i controlli (automatizzati o ordinari) che l’Agenzia delle entrate è in grado di svolgere ex post quando non venga fornito riscontro alle segnalazioni inviate”.

La Corte dei Conti, poi, mette in guarda da alcuni inconvenienti che potrebbero verificarsi con l’introduzione  del “preavviso di accertamento” con valenza esecutiva per i contribuenti che non si attivano dopo la ricezione di una lettera di conformità. Se da un lato “può costituire una semplificazione procedimentale per l’amministrazione”, non si possono escludere ricadute negative sull’operatività degli uffici nelle fasi successive del procedimento (necessità di atti di autotutela, ricorsi, ecc.).

Quanto infine della riscossione dei tributi, la Corte dei Conti osserva che esso costituisce un momento decisivo per il corretto funzionamento dell’intero sistema. “Il permanere del rilevante fenomeno dell’ “evasione da riscossione”, l’elevato numero di controlli positivi che non viene né contestato né definito bonariamente e le gravi difficoltà esistenti nella riscossione coattiva dei crediti pubblici, che hanno costretto il legislatore a reiterati annullamenti massivi dei carichi di ruolo, suggerirebbero -ad avviso dei magistrati contabili- una organica riflessione in materia, anche al fine di valutare l’estensione dello strumento della ritenuta d’acconto ad opera degli intermediari finanziari, l’individuazione di misure atte a contenere l’interposizione societaria formale, il cui costante incremento negli ultimi decenni si è rivelato spesso strumentale alla commissione di frodi o a forme di insolvenza preordinata e, più in generale, la rimozione degli ostacoli giuridici che attualmente si frappongono alle procedure di riscossione coattiva”.

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