Non è solo una questione di equilibri di bilancio da preservare. Certo, i paesi membri hanno l’obbligo (sulla base dei trattati da loro stessi sottoscritti) di recepire e rispettare i parametri fissati, ma il “no” dell’Ue all’abolizione di Tasi e Imu sulla prima casa risponde più che altro alla preoccupazione che larga parte della flessibilità sul bilancio sia utilizzata per investimenti “sbagliati”, ossia non mirati alla riduzione del cuneo fiscale, ritenuta per Bruxelles molto più che una priorità. Da Riccardo Franco Levi, da Il Corriere della Sera.
Rassegna stampa del 19 ottobre 2015
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