back to top
domenica 19 Maggio 2024
spot_img
spot_img

Casa, costruzioni abusive soggette a Imu e Tares ma i comuni non riescono a imporre il prelievo

Le abitazioni abusive non sfuggono alle imposte locali. Ma i comuni non sempre riescono a imporre il prelievo e in caso di mancato pagamento da parte degli abusivi il costo del servizio della tassa sui rifiuti pesa sui cittadini onesti.

di Oreste Saccone

Le costruzioni abusive non sfuggono alle imposte e tasse locali: chi realizza un immobile senza i necessari permessi deve comunque pagare l’Imu, e la Tares o Tarsu. Il fisco non fa alcuna differenza tra costruzioni accatastate e case abusive. Per l’Amministrazione finanziaria [1] i fabbricati costruiti abusivamente, indipendentemente dal fatto che per essi sia stata presentata o meno istanza di sanatoria edilizia sono soggetti all’imposta comunale sugli immobili. Un orientamento assunto nel 1994, quando ancora c’era l’Ici, e confermato dalla Cassazione con la sentenza 1850 del 2010. Ma al di la delle norme il problema, come spesso succede, è la capacità dell’Ente impositore di riscuotere il tributo. E siccome spesso i comuni hanno difficoltà con gli immobili regolarmente accatastati è facile immaginare il livello di evasione relativo a quelli abusivi.

In particolare, per quanto riguarda la Tarsu (oggi Tares), il presupposto dell’imposta è l’occupazione o la detenzione di locali o aree scoperte nelle zone del territorio comunale in cui il servizio di smaltimento sia attivo, a prescindere dall’abusività o meno della costruzione. L’abusivo gode, alla stregua degli altri abitanti, del servizio di raccolta rifiuti urbani, così come usufruisce di tutti i servizi indivisi (strade, illuminazione, sicurezza pubblica, etc. etc.) forniti dal Comune ove è ubicata la costruzione abusiva. Non esiste nessuna norma che esclude espressamente il pagamento dei tributi per le abitazioni abusive . Tuttavia è bene chiarire che la tassabilità delle costruzioni abusive non costituisce una sorta di legittimazione dell’attività illecita, ma è espressione del generale principio di giustizia distributiva sancito dall’articolo 53 della Costituzione.

E’ evidente che in caso di mancato assoggettamento ai tributi locali delle abitazioni abusive, ne conseguirebbe un ingiusto e più favorevole trattamento proprio a vantaggio dei disonesti e delle imprese criminali. Pensiamo, in particolare, alla Tares (ex Tarsu), dovuta già per la semplice occupazione o detenzione di un alloggio. Il principio di copertura integrale del costo del servizio di raccolta rifiuti a carico degli utenti non lascia scampo. In caso di mancato pagamento della Tares dovuta per gli alloggi illegali, saranno i contribuenti onesti a pagare anche il costo del servizio di cui usufruiscono gli abusivi.

E’ opportuno sottolineare che il problema dell’evasione legata all’abusivismo edilizio diventa ancora più rilevante in presenza della crisi economica che ha determinato un calo significativo della produzione di nuovi edifici regolari. Nel 2013 in termini di volumetria si è registrato un calo del 69% rispetto al 2009. Per contro l’abusivismo edilizio è stato solo sfiorato dalla crisi, registrando addirittura una sensibile crescita in valore assoluto. Nel 2006 sono stati stimati in circa 30.000 gli alloggi costruiti abusivamente, nel 2013 circa 26.000. Il peso dell’abusivismo è passato, però, dal 9% del 2006 a quasi il 17% del 2013. Nel 2012 la produzione effettiva di alloggi legali è stata di circa 134.000 rispetto a 25.000 abitazioni abusive[2]. A spingere anche l’aspettativa di un nuovo condono edilizio: dal gennaio 2010 ad oggi sono stati depositate ben diciotto proposte di legge per sanare gli abusivi edilizi[3].

Ormai non è più di moda l’abusivismo di necessità, oggi si afferma sempre più l’abusivismo di lusso, ville al mare, sottotetti in centro, case rurali trasformate in casali di pregio, sempre in attesa di un ennesimo condono. La convenienza economica delle costruzioni abusive è evidente. La casa abusiva costa poco più di un terzo di quella regolare. E’ stato calcolato che nel 2012 il valore medio di produzione degli alloggio legali è stato di circa 155.000 euro, quello degli alloggi abusivi appena di 66.000 euro[4].

—————————————————————————————————————–

[1] Risoluzione Min. Finanze n. 138 del 6.6.1994

[2] I dati riportati sono stati rilevati dal Rapporto Ecomafia 2013,
” di Lega Ambiente, Edizioni Ambiente. In particolare paragrafo 10,
Masacci, Polci.” Abusivismo di tranquillità” pag. 223 e ss. e par. 12
“Abbatti l’abuso”, 235 e ss.

[3]Particolarmente solerti il Sen. Francesco Nitto Palma e l’On.le
Carlo Sarra, entrambi del Pdl

[4] Analisi Cresme

Dello stesso autore

1 COMMENTO

  1. Lo stato italiano,blaterare sempre,ma forse fa la finta di blaterare perché non vede,non sente e non parla. Mi è stata abbattuta una terrazza di mia proprietà e j sottostanti proprietari hanno ricostruito in altezza ed in volumetria il loro manufatto perché non abitabile ed ovviamente senza kl mio consenso ,non solo,ma anche senza permesso da parte del comune.vani i miei esposti e querele:carta straccia.e questo sarebbe lo stato che tutela j più deboli?suvvia non scherziamo! Saluti

RISPONDI

Please enter your comment!
Please enter your name here

Altro in Attualità

Rubriche