Drastico calo delle denunce per i reati tributari, ma non delle richieste di rinvio a giudizio che invece continuano a crescere. Dalle dichiarazioni dei redditi fraudolente agli omessi versamenti, quest’anno le notizie di reato ricevute dalle procure sono avviate a scendere a un terzo rispetto al 2014. Segna -62,6% il trend rilevato dal Sole 24 Ore del lunedì su un campione di 28 uffici del pubblico ministero, con dati al terzo trimestre. La variazione è legata tra l’altro alla riforma in vigore dal 22 ottobre 2015, che ha alzato le soglie di evasione oltre le quali scatta il penale. La variazione è legata alla riforma entrata in vigore il 22 ottobre 2015, che ha innalzato le soglie di evasione al di sopra delle quali scatta il penale. Una modifica che contribuisce a spiegare il minore afflusso di segnalazioni inviate ai magistrati dall’agenzia delle Entrate e dalla Guardia di finanza. Guardando ai singoli reati, crollano in particolare le denunce per gli omessi versamenti dell’Iva (-83,5% rispetto al 2014) e delle ritenute certificate (-76,8%), ma la variazione è forte anche tra le omesse dichiarazioni (-49,9%) e quelle infedeli (-44,2%).Peraltro, già prima dell’aumento delle soglie di punibilità, le denunce per reati tributari avevano un tasso di archiviazioni strutturalmente molto alto, frutto anche del numero elevato di prescrizioni, spesso inevitabili già nella fase della indagini preliminari quando i verificatori intervengono ad anni di distanza dalla violazione. Senza dimenticare fattori specifici come la copertura penale di cui ha beneficiato chi ha aderito alla voluntary disclosure.
La riforma frena i reati tributari (Il Sole 24 Ore)
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