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venerdì 24 Ottobre 2025
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Irpef, Guerra, ‘rischia di diventare un mostro, intervenire su agevolazioni e progressività’

Se al sistema fiscale e in particolare all’Irpef diamo troppi compiti  rischiamo di “creare un mostro”. Il groviglio di detrazioni, deduzioni e crediti rischia di determinare una realtà sempre più complessa e difficile da gestire se non addirittura fuori controllo. Per una riforma verra “ci vorranno anni”. E’ quanto ha sottolineato il sottosegretario all’Economia Cecilia Guerra intervenendo alla presentazione dell’ottavo rapporto Irpef elaborato da Lef. Una realtà complessa su cui si innesta una discussione tra le forze politiche che non aiuta l’individuazione di un percorso condiviso da seguire.

“Nella discussione sulla riforma dell’Irpef -ha detto Guerra -abbiamo molte difficoltà perché viene pensata come una modalità di riduzione dell’onere fiscale. In questo modo si mettono da parte i problemi e i difetti principali di questa imposta che non possiamo permetterci di scardinare per mantenere saldo il sistema fiscale; una riduzione secca delle imposte non è perseguibile”. La realtà è che a fronte di una base imponibile dell’Irpef “molto disturbata dalla gran massa di tax expenditure” anzichè immaginare un riordino in Parlamento non esiste proposta a favore di una categoria meritevole di tutela che non comporti una richiesta di ulteriori agevolazioni fiscali. Prima erano solo sotto forma di detrazioni, ma come abbiamo visto si scontrano con l’incapienza. Allora oggi vanno molto di moda i crediti d’imposta, che aggirano il problema e a questi si aggiunge la possibilità di renderli trasferibili. Ma in questo modo diventa molto difficile controllarli, gestirli, quantificarne l’impatto economico e sulle entrate. Sarebbe più onesto chiamarli trasferimenti”. “In definitiva il sistema delle spese fiscali è mostruoso, gli elettori ti premiano se le metti e ti castigano se le togli: a questo punto o si tolgono tutte o si fa una cosaintermedia e si pone un tetto individuale”.

Cosa è possibile fare nella situazione data che deve fare i conti anche con un governo di coalizione con sensibilità molto differenti? “La narrazione del sistema fiscale ostacola molto la riforma, il lavoro tecnico che stiamo facendo al Mef si scontra sul piano politico e riduce di molto le possibilità d’intervento. “Quello che è alla portata di un governo di coalizione -ha spiegato Guerra- è iniziare un lavoro di pulizia dell’Irpef, capire quali redditi ci mettiamo dentro, cosa fare con la tassazione del reddito da patrimonio e del patrimonio, introdurre una progressività con meno salti e una revisione delle tax expenditure”. “L’altra nostra idea -ha poi aggiunto Guerra- è che le risorse per la riduzione dell’imposizione fiscale vadano prese dalla lotta all’evasione”. “Solo una base imponibile adeguatamente allargata e universale può giustificare e rendere sostenibile un prelievo progressivo, mentre invece si tende a pensare in una visione distorta di approcciare il prelievo fiscale per categorie”. “Si è intervenuti sul cuneo fiscale in un modo che determina perdite troppo forti, inoltre il sistema forfettario non è più giustificato con la semplificazione degli adempimenti per i più piccoli ma assorbe la tassazione anche del lavoro dipendente mascherato”. 

“La semplificazione e la trasparenza -ha poi aggiunto Guerra- sono un elemento fondamentale ma è ridicolo pensare che questo voglia dire ridurre le aliquote: chi auspica pochi scaglioni e una larga fascia di esenzioni descrive in realtà un sistema complessissimo, l’importante è che il sistema abbia una progressività interna che non abbia salti e buchi”. Guerra infine si è soffermata sul rapporto tra fisco e welfare. “I pensionati e le donne reclamano interventi, anche se il problema non è fiscale ma la mancanza di un programma complessivo e specifico di sostegno che rende queste categorie fragili nella società e nel mondo del lavoro”. “Abbiamo messo nella legge di bilancio una posta per la riforma fiscale che in larga parte si spenderà nel nuovo assegno unico per le famiglie, un trasferimento in cui confluiranno le attuali agevolazioni e alla quale sono stati aggiunti sei miliardi”. “Il difetto dell’assegno attuale -ha concluso- è che non è universale e le detrazioni si fermano davanti all’incapienza”. 

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