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domenica 13 Luglio 2025
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Bankitalia, tagli alla spesa e lotta all’evasione per abbassare le tasse

Per Ignazio Visco la pressione fiscale ha raggiunto livelli insostenibili e incompatibili con una sostenuta crescita economica.

Tagliare la spesa pubblica e ampliare i margini di recupero dell’evasione per poter abbassare le tasse, ormai arrivate a livelli «insostenibili e incompatibili» con una crescita sostenuta. E’ l’invito che il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha rivolto al Governo nella sua prima relazione annuale. Il numero uno di via Nazionale ha parlato di una vera e propria sfida, per correggere il prezzo che il Paese ha dovuto pagare per garantire un bilancio pubblico sostenibile e credibile. Il 2012 per l’Italia, ha sottolineato Visco, sarà «un anno di recessione, per le incertezze finanziarie e le drastiche, pur se indispensabili, misure di correzione del bilancio pubblico. In scenari non troppo sfavorevoli la caduta del prodotto può essere contenuta intorno all’1,5%». «Tirarci fuori dallo stretto passaggio che attraversiamo impone costi a tutti. Sono costi sopportabili se ripartiti equamente e con una meta chiara», ha detto Visco all’assemblea annuale, avvertendo che «il percorso non sarà breve e una ripresa potrà affiorare verso la fine dell’anno». Per il risanamento dei conti «si è pagato il prezzo di un innalzamento della pressione fiscale a livelli oramai non compatibili con una crescita sostenuta. L’inasprimento non può che essere temporaneo», ha aggiunto il numero uno di via Nazionale, spiegando che per ridurre le imposte sono necessari sia la lotta all’evasione sia il taglio delle spese. «Se accuratamente identificati e ispirati a criteri di equità, i tagli non comprometteranno la crescita – ha spiegato il governatore – potranno concorrere a stimolarla se saranno volti a rimuovere inefficienze dell’azione pubblica, semplificare i processi decisionali, contenere gli oneri amministrativi».

 

 

Nel 2011 l’incidenza sul Pil delle entrate e la pressione fiscale sono rimasti sostanzialmente stabili (rispettivamente al 46,6 e al 42,5 per cento) dopo la flessione di circa mezzo punto registrata nel 2010. Lo rileva il Rapporto annuale di Bankitalia per l’anno 2011. La crescita nominale delle entrate (1,7 per cento; 12,3 miliardi) è stata sostenuta dalle imposte in conto capitale, raddoppiate (da 3,5 a 7,0 miliardi) per effetto dell’introduzione dell’imposta sostitutiva relativa al leasing immobiliare e dell’ampliamento dell’ambito di applicazione dell’imposta sostitutiva sul riallineamento dei valori di bilancio. La crescita delle entrate correnti (1,3 per cento; 9,0 miliardi) è stata inferiore a quella del Pil. Sostanzialmente stabili le imposte dirette (-0,1 per cento), mentre quelle indirette sono aumentate del 2,0 per cento, riflettendo prevalentemente l’andamento sostenuto dei prezzi del petrolio.

Imposte dirette. Bankitalia evidenzia che nel 2010 gli incassi dell’Irpef sono scesi dello 0,5 per cento (-0,8 miliardi), riflettendo la flessione della parte versata in autotassazione (-9,5 per cento; -2,2 miliardi). Le ritenute sui redditi da lavoro dipendente sono rimaste sostanzialmente stabili, a fronte di una crescita dell’1,8 per cento della massa retributiva. Gli incassi da ruoli (riguardanti soprattutto versamenti indotti da procedure avviate dall’Amministrazione finanziaria nei confronti del contribuente) sono invece aumentati del 33,1 per cento (1,0 miliardi). Il gettito dell’Ires è sceso del 2,0 per cento (-0,8 miliardi) per il venire meno degli effetti di alcune imposte sostitutive introdotte dalla legge finanziaria per il 2008 e contabilizzate nel saldo (-1,5 miliardi). Al netto di tali imposte, il gettito è aumentato del 2,0 per cento (0,7 miliardi): il forte aumento degli incassi da ruoli (44,9 per cento; 0,7 miliardi) e la crescita del saldo (8,7 per cento; 0,6 miliardi) sono stati in parte compensati dalla flessione dell’acconto (-1,9 per cento; -0,5 miliardi). Le imposte sostitutive sui redditi delle attività finanziarie hanno registrato una riduzione (-4,3 per cento; -0,3 miliardi), sebbene nettamente inferiore a quella del 2010. Il calo ha interessato soprattutto la componente relativa agli interessi sui depositi bancari (-0,6 miliardi), che riflette con ritardo l’andamento dei tassi di interesse. Le altre imposte dirette contabilizzate nel bilancio dello Stato sono aumentate di 2,8 miliardi. Vi ha influito soprattutto l’incremento, di natura una tantum, degli incassi dell’imposta sostitutiva sul riallineamento dei valori di bilancio (3,5 miliardi), il cui ambito di applicazione è stato esteso dalla manovra del luglio 2011.

Imposte indirette. L’aumento delle imposte indirette, si legge nel Rapporto 2011, è dovuto per lo più alla crescita sostenuta del gettito dell’Iva prelevata sulle importazioni da paesi extra Ue (19,3 per cento; 2,7 miliardi), in larga parte riconducibile all’aumento del prezzo del petrolio. Al contrario, l’Iva versata sugli scambi interni è lievemente diminuita (-0,6 per cento; -0,6 miliardi), nonostante l’incremento di un punto percentuale dell’aliquota ordinaria, in vigore dalla metà dello scorso settembre. I consumi delle famiglie (che costituiscono la parte prevalente della base imponibile dell’Iva) sono aumentati del 2,9 per cento, in misura di poco superiore al gettito complessivo dell’imposta (2,4 per cento). All’incremento delle imposte indirette ha contribuito la crescita dell’imposta di fabbricazione sugli oli minerali (2,5 per cento; 0,5 miliardi) dovuta anche agli aumenti delle aliquote disposti nel corso del 2011 e dell’accisa sul gas metano (10,4 per cento; 0,4 miliardi), che riflette con un anno di ritardo la variazione nei consumi. Nel bilancio dello Stato, si spiega nel documento, è stato contabilizzato fra le imposte indirette anche l’incasso una tantum dell’imposta sostitutiva relativa al leasing immobiliare introdotta con la legge di stabilità per il 2011 (1,3 miliardi).

Amministrazioni locali. Bankitalia evidenzia che le entrate tributarie delle amministrazioni locali sono aumentate del 4,9 per cento (a 100,7 miliardi): l’incremento delle imposte indirette e di quelle dirette è stato analogo (il gettito si è attestato a 68,0 e 32,7 miliardi rispettivamente). Le risorse tributarie delle Regioni sono cresciute del 4,6 per cento (a 76,9 miliardi), principalmente per effetto dell’incremento dell’Irap (3,2 per cento, a 33,0 miliardi), dell’addizionale all’Irpef (3,9 per cento, a 8,5 miliardi) e delle tasse automobilistiche (14,9 per cento, a 6,4 miliardi). I tributi di competenza delle Province sono aumentati in misura significativa (11,2 per cento, a 4,7 miliardi), recuperando la flessione registrata nel triennio precedente (-5,3 per cento): in particolare, è considerevolmente cresciuto il gettito dell’imposta sulla responsabilità civile automobilistica (17,5 per cento, a 2,3 miliardi), riflettendo sia l’andamento dei premi assicurativi sia gli incrementi delle aliquote applicate localmente; anche l’imposta provinciale di trascrizione è cresciuta del 7,9 per cento (a 1,2 miliardi). Sono infine aumentate le entrate tributarie dei Comuni (6,5 per cento, a 17,9 miliardi): alla sostanziale stabilità del gettito dell’Ici (9,6 miliardi) e al calo dell’addizionale all’Irpef (4,6 per cento, a 2,7 miliardi), si è contrapposto l’effetto dell’introduzione dell’imposta di soggiorno.

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