back to top
venerdì 24 Ottobre 2025
spot_img
spot_img

Agenzie fiscali, riconoscere il merito dei funzionari incaricati decaduti per evitare la paralisi

Per garantire la funzionalità delle agenzie occorre anzitutto riconoscere il merito e la professionalità dei funzionari incaricati decaduti. Fisco Equo pubblica una proposta per superare l’impasse determinato dalla sentenza della Corte Costituzionale ed evitare la progressiva paralisi della macchina fiscale. (Vai al documento).

 

Riconoscere il merito ed evitare battaglie di retroguardia. E’ la strada giusta per evitare la paralisi della macchina fiscale sempre più in affanno dopo la sentenza della Consulta. Una decisione che certamente va accettata, come peraltro è stato fatto, ma facendo in modo che le buone pratiche poste in atto in questi anni, e che avevano portato le agenzie fiscali ad essere un riferimento di eccellenza nella Pa, non vadano al macero.

 

Per evitare che ciò accada si potrebbe in primis riservare l’accesso ai ruoli dirigenziali a chi, oltre ad aver superato il concorso di accesso alla Pa, sia attualmente in servizio presso le agenzie fiscali ed abbia un’esperienza almeno decennale da funzionario. E, sulla scorta del D.l. n. 300/99, limitare l’immissione al ruolo a coloro che abbiano superato le procedure selettive interne e siano stati titolari di un contratto di incarico di funzioni dirigenziali per almeno 36 mesi continuativi, a patto che il lavoro svolto nel periodo sia stato oggetto di valutazioni positive.

La procedura si completerebbe poi con due ulteriori step. Prima un corso di formazione intensivo della durata di trenta giorni incentrato, tra gli altri, su diritto tributario, scienza delle finanze, gestione delle risorse umane, sistema catastale e tecniche estimali. Poi, a conclusione, una prova orale focalizzata sull’esperienza maturata in qualità di funzionario incaricato, di fronte a una apposita commissione giudicatrice composta da un presidente ( scelto tra professori universitari di prima fascia, magistrati amministrativi, dirigenti della Pa o avvocati dello Stato) e due componenti, selezionati tra i dirigenti delle agenzie fiscali con almeno cinque anni di anzianità, dirigenti amministrativi del Mef o esperti di organizzazioni pubbliche.

Questa, in sintesi, potrebbe essere una soluzione praticabile per ovviare all’impasse. Un rimedio che potrebbe trovare posto già nella prossima legge di stabilità, e che consentirebbe da un lato di riconoscere il merito come presupposto inderogabile per l’accesso alla dirigenza; dall’altro di non disperdere le esperienze e le professionalità altamente specializzate che, nel ruolo di dirigente, si sono formate in questi anni. Ed evitare, cosa non secondaria, che gli investimenti effettuati per la formazione dei funzionari incaricati non vengano capitalizzati dalla concorrenza privata, come in parte sta già accadendo.

Non solo. Una soluzione di questo tipo consentirebbe di dare continuità alle procedure innovative in tema di selezione e valutazione dei dirigenti introdotte oltre dieci anni fa dalle agenzie fiscali, che prevedevano sistemi comparativi dei curricula, colloqui e interpelli, oltre a programmi di formazione manageriali altamente specialistici. E soprattutto un meccanismo di valutazione, Sirio, basato sulla trasparenza dei giudizi e sul rapporto tra valutatore e valutato, che ancora oggi rappresenta un unicum nel panorama della pubblica amministrazione italiana. (Vai al documento). 

Dello stesso autore

RISPONDI

Please enter your comment!
Please enter your name here

Altro in Analisi

Rubriche