Il sistema informativo della fiscalità in senso lato, nella sua configurazione attuale e prospettica, conferma il suo ruolo centrale a sostegno dell’attività di contrasto all’evasione, di un miglior rapporto tra fisco e contribuente, di un sistema fiscale più semplice ed efficiente. Lo ha affermato il Capo del Servizio Assistenza e consulenza fiscale della Banca d’Italia, Giacomo Ricotti, presentando alla Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria un’Indagine conoscitiva sulle misure di contrasto all’evasione fiscale, la sicurezza delle banche dati dell’anagrafe tributaria e la tutela della riservatezza dei dati dei contribuenti.
La crescente quantità di informazioni che affluiscono all’amministrazione finanziaria, da fonti diverse, richiede di perseguire la più ampia interoperabilità tra banche dati, come anche previsto dal Pnrr e dalla delega fiscale, spiega Ricotti. In questo modo è possibile sfruttare appieno le potenzialità di sistemi di analisi dei dati sempre più rapidi ed evoluti.
Al riguardo, il ricorso a strumenti quali l’AI e la Gen-AI rafforza l’analisi predittiva dei comportamenti e l’esame in tempo reale delle informazioni, si legge nel rapporto della Banca d’Italia. Tuttavia, si tratta di potenzialità non esenti da rischi, che occorre mitigare attraverso un quadro normativo rispettoso dei diritti dei contribuenti ed una supervisione umana che garantisca un utilizzo trasparente della tecnologia.
Si tratta ovviamente di sfide e scenari che interessano tutti i maggiori paesi. L’analisi comparata conferma che le principali amministrazioni tributarie perseguono strategie di digitalizzazione, interoperabilità e sfruttamento di sistemi di analisi avanzata, con evidenti benefici nella lotta all’evasione fiscale e nell’ampliamento dei servizi offerti alla collettività. In questo contesto, non si intravedono divari significativi tra i paesi; l’Italia si distingue per alcuni ambiti di eccellenza, che hanno dato impulso alla diffusione di best practices e supportato iniziative di riforma a livello UE.
Il rapporto tra sistema fiscale e informazioni è articolato e complesso.
In primo luogo, le informazioni supportano l’attività di accertamento e i controlli: considerata la numerosità dei contribuenti e i costi elevati di una verifica, un vaglio preventivo basato sui dati è necessario per indirizzare l’attività dell’amministrazione in modo ottimale, massimizzando la possibilità di identificare i comportamenti scorretti. Nell’ottica di scoraggiare l’evasione, le informazioni possono essere anche utilizzate a supporto di politiche di nudging, ossia attività mirate per indurre i contribuenti a conformarsi spontaneamente ai propri obblighi fiscali.
Le informazioni possono poi contribuire a ridurre i costi di adempimento e a migliorare il rapporto fisco-contribuente. Un sistema informativo ampio e tempestivamente aggiornato consente infatti di predisporre servizi che assistano il cittadino nell’assolvimento degli obblighi fiscali; una maggiore trasparenza richiesta al contribuente si riflette in una semplificazione degli adempimenti predisposta dall’amministrazione, nell’ottica di uno scambio “win-win” tra le due parti.
Infine, sulla base di dati quanto più accurati e completi è possibile, aiutati dall’analisi economica, disegnare un sistema di tassazione che contemperi in modo ottimale efficienza ed equità.
Per quanto il sistema informativo fiscale non venga utilizzato solo a fini di controllo, ma anche per assistere il contribuente, resta comunque ineliminabile una tensione tra la disponibilità di un ampio insieme di informazioni personali e la necessità di assicurare che le richieste di dati siano proporzionate e mirate, in modo da garantire l’efficacia dell’attività dell’amministrazione finanziaria, senza comprimere eccessivamente l’esigenza di riservatezza dei contribuenti circa la propria sfera personale ed economica.
Il bilanciamento tra queste due esigenze è evidentemente da rimettere al legislatore e rimane una decisione in ultima analisi politica.