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venerdì 24 Ottobre 2025
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Concorrenza fiscale: Irlanda prima, Francia e Italia ultime (Il Sole 24 ore)

Il caso Apple, ma non solo. I vantaggi d’imposta concessi dall’Irlanda al colosso di Cupertino finiti nel mirino della Commissione Ue hanno riacceso i riflettori sulla concorrenza fiscale in Europa. E proprio la tassazione delle imprese sarà uno dei temi dell’agenda d’autunno delle capitali in vista della preparazione delle Leggi di Stabilità per il 2017 e delle elezioni in Francia e Germania. Ma quanto sono distanti tra loro i Paesi europei sul fisco delle imprese? «Il Sole 24 Ore», con il contributo della Scuola europea di alti studi tributari di Bologna, ha messo a confronto le basi imponibili dell’Ires di dieci Paesi europei per andare al di là della “vetrina” dell’aliquota. Tutti partono da un piano di contabilità armonizzato, mentre il confronto tra nove voci
chiave della tassazione mette in luce le differenze e i tentativi di convergenza. Se in assenza di un imponibile unico europeo ogni Paese mette in campo strategie diverse, il giro d’Europa delle basi imponibili evidenzia che negli ultimi anni la concorrenza fiscale ha iniziato a innescare un graduale fenomeno di avvicinamento su alcune voci,  in particolare sulla deducibilità degli ammortamenti e sugli incentivi alla Ricerca e Sviluppo. Agli antipodi ci sono l’Irlanda da una parte, Francia e Italia dall’altra.
La prima, al di là degli accordi con Apple, si conferma il Paese più conveniente. Il punto di forza più noto è il gioiello di famiglia, l’aliquota del 12,5% sulle attività produttive, industriali e commerciali, custodito gelosamente anche durante il programma di salvataggio di Ue e Fmi dal 2010 al 2013. C’è anche un’aliquota meno nota, pari al 25%, per le attività di investimento e di partecipazioni che la porrebbe oltre la media Ue, ma è ridotta per la contemporanea esenzione dei dividendi e delle plusvalenze per le prime e per un’imposta del 6,25% per l’utilizzo dei brevetti per le seconde. In Francia l’aliquota nominale è del 33,3%, la più alta tra i Paesi considerati insieme al Belgio. A questo Parigi abbina un regime per ammortamenti, innovazione e sviluppo meno efficace. Il tema ha fatto irruzione nella campagna elettorale in vista delle presidenziali di aprile, tanto che il superministro
dell’Economia e delle Finanze Michel Sapin (socialista) ha annunciato l’intenzione di ridurre l’imposta per le Pmi al 28% dal 2017.

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