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venerdì 24 Ottobre 2025
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Corte dei Conti: Condoni e sanatorie minano la finanza degli enti locali

“L’esperienza ha ormai dimostrato che all’opzione ”meno tasse, più risorse con le quali comprare privatamente i servizi essenziali” risulta preferibile per la collettività pagare tasse adeguate in cambio di servizi pubblici e sociali efficienti e funzionanti”. E’ quanto si legge nel Giudizio sul rendiconto generale dello Stato della Corte dei Conti presentato nell’udienza del 28 giugno scorso a conclusione del capitolo dedicato all’efficacia di “condoni e compliance fiscale”.

Il ricorso a condoni e sanatorie, secondo i supremi magistrati contabili, sollecita aspettative di ulteriori condoni futuri in congiunture finanziarie complesse, resi necessari proprio dalle medesime difficoltà finanziarie. Inoltre compromette l’efficacia impositiva ordinaria dell’Amministrazione finanziaria facendo perdere alle attività continuità ed efficienza.

Ancora la politica dei condoni mina alla radice la credibilità del sistema, sottraendo alle imposte il loro significato di strumento democratico di finanziamento della cosa pubblica e premiando proporzionalmente di più chi maggiormente si rende attore di condotte evasive. Vengono così implicitamente indotti anche i contribuenti onesti ad adeguarsi a questo illegittimo modus operandi. Da ultimo e non meno importante l’effetto distorsivo più grave riguarda il versante della finanza pubblica: il gettito aggiuntivo “estemporaneo” determinato dai condoni ha la capacità di mascherare efficacemente il progressivo deterioramento degli equilibri di finanza pubblica, mantenendo le entrate su un livello accettabile e consentendo l’apparente contenimento del deficit. Ma non appena si è dovuto confrontare con le pressanti scadenze derivanti dagli impegni assunti nei confronti dell’Unione europea (ripetutamente procrastinate), il sistema basato sui condono ha mostrato tutti i suoi limiti, costringendo ad un’ulteriore taglio alla finanza locale, da anni privata di risorse indisponibili al funzionamento di Regioni, Provincie e Comuni.

In conclusione “la logica di mercato applicata ai diritti fondamentali (salute, istruzione, assistenza) difficilmente raggiunge risultati soddisfacenti: non è equa non è efficiente e non è efficace”.

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