Continua a salire l’accisa sui carburanti. Il maxiemendamento al Ddl stabilità all’esame del Senato prevede un ritocco a partire dal 2012 e un unleriore aumento nel 2013. Tra le altre misure, la riforma delle professioni con l’abrogazione delle tariffe minime, la pensione a 67 anni dal 2026 e il bonus per i benzinai.
Poche sorprese dal maxiemendamento al Ddl stabilità. Il provvedimento anticipa alcune delle misure che il nostro Paese si è impegnato ad adottare con la lettera inviata all’Ue. Mancano,comunque, gli interventi più “pesanti” come ad esempio il riordino della normativa sui licenziamenti. Si va dalle dismissioni immobiliari e dei terreni statali, alla liberalizzazione dei servizi pubblici locali, dalla riforma delle professioni con l’abrogazione delle tariffe minime a nuovi aumenti per le accise della benzina. C’è anche un pacchetto sul lavoro con le misure sull’apprendistato e quelle per favorire le donne e i giovani. Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia, dal 2026 ci si andrà a 67 anni. Il provvedimento, all’esame del Senato, sarà varato in tempi molto stretti. Il via libera definitivo anche dalla Camera è atteso entro la settimana in quanto all’approvazione del ddl stabilità sono subordinate le dimissioni del governo.
Accise sui carburanti. Nuovi aumenti delle accise sui carburanti. L’aliquota sulla benzina e sul gasolio dal primo gennaio 2012 viene fissatarispettivamente a 614,20 euro e a 473,20 per mille litri di prodotto, mentre a decorrere dal primo gennaio 2013 si sale a 614,70 euro e a 473,70 per mille litri di prodotto.
Apprendistato. Dal gennaio 2012 per i contratti di apprendistato stipulati entro il 31 dicembre 2016 viene riconosciuto ai datori di lavori con aziende fino a un massimo di 9 lavoratori uno sgravio contributivo del 100% per i periodi contributivi maturati nei primi tre anni di contratto. Resta fermo il livello dell’aliquota del 10% per i periodi contributivi maturati negli anni di contratto successivi al terzo. L’obiettivo è quello di «promuovere l’occupazione giovanile».Sempre per l’apprendistato è previsto un intervento annuo di 200 milioni. E incentivi economici sono in arrivo anche per le donne «di qualsiasi età e prive di un impiego regolarmente retribuito». Sarà incentivato il tele-lavoro anche per i lavoratori diversamente abili.
Autostrade. Defiscalizzazione per realizzare nuove autostrade: si agirà su Irap e Iva. «Al fine di favorire la realizzazione di nuove infrastrutture autostradali con il sistema della finanza di progetto, le cui procedure sono state avviate – si legge nel testo del decreto – Le imposte sui redditi e l’Irap generati durante il periodo di concessione possono essere compensati totalmente o parzialmente con il predetto contributo a fondo perduto. Il versamento dell’imposta sul valore aggiunto può essere assolto mediante compensazione con il predetto contributo a fondo perduto». I beneficiari saranno le società di progetto che investono. Per quanto riguarda la linea ferroviaria Torino-Lione, si legge nel testo che le aree interessate alla realizzazione della Torino-Lione sono di “interesse strategico nazionale”. Quindi chi vi si introduce sarà punito a norma dell’articolo 682 del codice penale: arresto da tre mesi ad un anno e ammenda.
Bonus fiscale ai benzinai. Diventa strutturale la deduzione forfettaria vigente a favore dei distributori di carburante dal 1998 e di volta in volta prorogata annualmente, a riconoscimento del servizio di incasso delle imposte sul consumo dei carburanti.
Enti locali. Confermata anche la spinta alle liberalizzazioni dei servizi pubblici locali: se gli enti locali non vi procederanno, il Governo potrà esercitare un potere sostitutivo. Sempre gli enti locali nel caso in cui abbiano dei debiti, dovranno su istanza del creditore, certificare che i loro debiti sono “certi, liquidi ed esigibili”, in modo da facilitare la cessione dello stesso credito a banche o intermediari finanziari. Se l’ente locale non certifica il debito entro sessanta giorni il Tesoro nomina un commissario ad acta. Ancora sugli enti locali nel ddl si legge: «Ai fini della tutela dell’unità economica della Repubblica, a decorrere dall’anno 2013, gli enti territoriali riducono l’entità del debito pubblico». L’attuazione delle norme sarà definita da un decreto del Tesoro che stabilirà «distintamente per Regioni, province e Comuni, la differenza percentuale, rispetto al debito medio pro capite, oltre la quale i singoli enti territoriali hanno l’obbligo di procedere alla riduzione del debito». In alternativa, gli enti locali potranno trasferire gli immobili ai fondi o alle società costituiti dallo Stato per la dismissione degli immobili pubblici.