Trecentocinquanta, tra carabinieri e finanzieri, i militari impegnati nell’esecuzione dell’operazione ‘Minefield’ coordinati della Procura di Reggio Emilia, che ha portato nella mattina del 20 febbraio i domiciliari per sette persone e un’ordinanza di custodia cautelare per cinque. Le accuse sono associazione a delinquere e altre numerose ipotesi di reato che vanno dalle false fatturazioni, al riciclaggio internazionale e all’autoriciclaggio. Sono state previste anche tre interdittive che riguardano due commercialisti e un imprenditore.
In tutto sono 100 gli indagati tra Emilia, Calabria, Campania, Toscana, Lazio, Lombardia, Marche e Veneto e 81 le società coinvolte in perquisizioni e sequestri per 10,5 milioni di euro. Il giro d’affari scoperto è di più di 30 milioni e farebbe capo a 251 società “cartiere” che emettevano fatture false.
Si scava su un’organizzazione ritenuta contigua ad ambienti della criminalità organizzata, dedita a frodi fiscali, indebite percezioni di risorse pubbliche, reati fallimentari e, appunto, riciclaggio e autoriciclaggio.