Contante sepolto sotto terra scoperto da cani poliziotto appositamente addestrati per fiutare banconote nel bresciano. L’indagine, coordinata dalla Procura Distrettuale di Brescia, ha portato a 27 misure cautelari e la confisca di oltre 93 milioni di euro. Secondo le prime ricostruzioni, dietro al giro di denaro sporco ci sarebbe una famiglia con “base” in un cascinale nelle campagne di Gussago, in provincia di Brescia. Poco distante sarebbero stati trovati oltre quattro milioni di euro, sotterrati a diversi metri di profondità. Per gli inquirenti si tratterebbe di denaro riportato in Italia dagli “spalloni” da conti correnti aperti all’estero, in Croazia, Romania, Bulgaria e addirittura Cina.
A capo dell’organizzazione dedita alla sistematica evasione del Fisco, secondo gli inquirenti, ci sarebbero una coppia di coniugi ora in carcere. Per il figlio e la zia materna sono scattati gli arresti domiciliari.
La frode
– Le indagini sono iniziate nel 2019, in seguito a una segnalazione ai carabinieri di Gardone Val Trompia: si trattava della scoperta di 113 bonifici per circa 34 milioni di euro eseguiti da un’azienda di Lodrino, risultata intestata a un operaio della Val Trompia.
I soldi erano destinati a soggetti cinesi su conti correnti esteri aperti in banche asiatiche
Secondo il gip quei fondi servivano a pagare fatture inesistenti. Il denaro rientrava in Italia trasportato in auto da corrieri, gli spalloni appunto.
In seguito agli accertamenti è stato possibile ricostruite una vasta rete di società cartiere (società che producono carte contabili, come copertura di attività illecite nei confronti del fisco), gestita dalla coppia. Queste false fatture sarebbero servite per coprire acquisti e vendite in nero di metalli ferrosi.