Per agevolare la lettura comparata delle proposte dei maggiori partiti in materia fiscale, abbiamo creato per il nostro sito un compendio dei capitoli estratti dai programmi ufficiali presentati in occasione delle prossime elezioni politiche 2022.
Si va da testi, almeno nella forma, molto discorsivi ed elaborati a stringate enunciazioni per punti di singoli provvedimenti che si promette di attuare. In quasi tutti i programmi le questioni di ordine sistemico – come la lotta all’evasione, il riequilibrio del prelievo e l’equità orizzontale e verticale – non vengono affrontate se non in negativo o rimangono sullo sfondo. Con alcune lodevoli eccezioni. Le stime sulle coperture di bilancio necessarie a finanziare gli interventi non sono mai contemplate.
FRATELLI D’ITALIA
Fisco più equo e difesa del potere d’acquisto degli italiani
Serve un nuovo patto fiscale per l’Italia. Non una semplice riforma del sistema tributario, non solo un programma di semplificazione e riduzione della asfissiante pressione fiscale, divenuta un freno alla crescita della Nazione, ma una sfida molto più ambiziosa: inaugurare una nuova era nei rapporti tra Fisco e contribuenti, ispirata alla reciproca fiducia e al riequilibrio dei rapporti tra cittadini e Stato.
Ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie attraverso una riforma all’insegna dell’equità: riforma dell’Irpef con progressiva introduzione del quoziente familiare; estensione della flat tax per le partite Iva fino a 100mila euro di fatturato;
introduzione della flat tax sull’incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti, con la prospettiva di un ulteriore ampliamento per famiglie e imprese;
progressiva eliminazione dell’Irap e razionalizzazione dei micro-tributi;
Cedolare secca al 21% anche per l’affitto degli immobili commerciali in zone svantaggiate e degradate;
Innalzamento del limite all’uso del denaro contante, allineandolo alla media dell’Unione europea;
Basta con la miope politica dei bonus, da sostituire con misure stabili e durature;
Tax expenditures: revisione e razionalizzazione del sistema di detrazioni, deduzioni e agevolazioni.
Proteggere il potere d’acquisto di lavoratori e famiglie:
detassazione degli straordinari e delle “mance” del settore turistico e della somministrazione; riduzione delle tasse sui premi produzione; potenziamento del welfare aziendale e innalzamento della soglia di detassazione dei fringe benefit; ampliamento della platea dei beni con Iva ridotta, in particolare con riferimento al carrello della spesa e ai prodotti per l’infanzia. Stabilità della legislazione fiscale e divieto di introdurre norme fiscali retroattive. Garantire un fisco equo e non vessatorio partendo da un accordo Fisco-contribuente per il pregresso.
Per le cartelle in essere: “saldo e stralcio” fino a 3mila euro per le persone in difficoltà e, per importi superiori, pagamento dell’intera imposta maggiorata del 5% in sostituzione di sanzioni e interessi, e rateizzazione automatica in 10 anni. Per le situazioni che precedono la
cartella esattoriale, la “Tregua fiscale” con la formula del 5+5: imposta definita attraverso una interlocuzione con l’Amministrazione finanziaria, sanzione forfettaria al 5% e rateizzazione automatica in 5 anni.
Due diligence del magazzino riscossione dell’Agenzia delle Entrate per consentire la regolarizzazione del pregresso esigibile.
Lotta all’evasione fiscale a partire da evasori totali, grandi imprese, banche e grandi frodi sull’Iva.
Valutazione dei risultati e delle premialità sulla base degli importi effettivamente incassati e non delle semplici contestazioni. Riforma del contenzioso tributario e cancellazione dell’inversione dell’onere della prova; introduzione del concordato preventivo con il Fisco anche per le piccole imprese, gli artigiani, i commercianti e i professionisti; riunire la disciplina normativa della materia tributaria in un unico codice.
Lega
TASSE Pagare tutti, pagare meno. Così l’Italia riparte!
Un intervento sulle principali criticità del nostro sistema fiscale è opportuno e imprescindibile. Fra queste annoveriamo, in primis, l’alto livello di tassazione, l’elevato carico fiscale e contributivo sul lavoro, la complessità delle regole e degli adempimenti burocratici e, naturalmente, l’evasione fiscale che in parte consegue da queste inefficienze.
La gestione della recente crisi pandemica prodotta dal COVID-19, poi, ha non ha fatto altro che acuire ancora di più le difficoltà e la complessità del rapporto tra il fisco e contribuente. Una riforma organica del sistema fiscale e tributario italiano richiede tuttavia la preventiva analisi dei tanti problemi irrisolti di carattere socio-economico e produttivo generati dal sistema vigente nel corso degli ultimi decenni.
Questa analisi è mancata nei ripetuti interventi in materia succedutisi negli ultimi anni, che si sono concentrati prevalentemente sul sistema delle deduzioni e delle detrazioni, lasciando immutati sia la struttura sia i presupposti generali delle imposte sui redditi, tuttora regolate dal testo unico di cui al DPR n. 917/1986 e successive modificazioni (cosiddetto TUIR, Testo Unico delle Imposte sui Redditi). Ne consegue che sui quattro scaglioni di reddito oggigiorno vigenti, la progressività dell’imposta è garantita – quasi esclusivamente – dal complesso e poco uniforme sistema di detrazioni e di deduzioni; a tale sistema si aggiungono poi le addizionali regionali e comunali all’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), che si applicano al reddito complessivo determinato ai fini dichiarativi.
Per la Lega Salvini Premier, dunque, qualsiasi riforma Irpef e/o fiscale deve necessariamente semplificare il sistema fiscale e tributario italiano, tra i più complicati al mondo, riducendo la tassazione e garantendo, al contempo, una maggiore certezza ed equilibrio dei rapporti giuridici tra il cittadino e il fisco, nell’ottica di una visione più pragmatica e snella degli adempimenti fiscali.
Pertanto, nel ribadire che la Lega vede nel passaggio a una imposta proporzionale sui redditi (flat tax) la misura decisiva per snellire e semplificare il sistema, si propongono, preliminarmente, i seguenti principi e criteri direttivi: Riteniamo che il principale presupposto impositivo debba essere il reddito. Ne consegue che il risparmio (in quanto residuo di reddito già tassato) e la casa non dovrebbero essere aggredibili fiscalmente. Il rispetto dei principi costituzionali degli artt. 47 e 53, in riferimento alla capacità contributiva, alla tutela assoluta del risparmio e all’impulso di conversione del risparmio in proprietà immobiliare, è garantito.
Rafforzamenti o estensioni delle imposte sul patrimonio sono inique e inefficienti nella misura in cui scoraggiano il risparmio e quindi il livello di investimenti e il potenziale di crescita economica del Paese.
In termini concreti, proponiamo l’abolizione di alcune imposte patrimoniali particolarmente penalizzanti per la piccola proprietà immobiliare e dell’IRAP, che per il suo peculiare meccanismo obbliga le imprese a pagare imposte anche quando sono in perdita.
Riteniamo che:
• la stagione dell’austerità vada archiviata coi fatti, non con le parole. Di conseguenza non avalleremo alcuna riforma che conduca a un aumento della pressione fiscale complessiva, in particolare, ma non solo, sui redditi. 170
• il principale scopo di una riforma del sistema fiscale debba essere la sua semplificazione. In conseguenza di questo principio proponiamo misure concrete per la riduzione e razionalizzazione del numero degli adempimenti fiscali, a partire dall’abolizione delle cosiddette “microtasse” e del doppio canale civilistico-fiscale.
Secondo la Costituzione il criterio della progressività deve essere riferito al sistema tributario nel suo complesso. La progressività del sistema tributario è dunque compatibile con imposte di tipo proporzionale, che infatti già esistono senza che se ne contesti il fondamento.
PROSEGUIRE IL PERCORSO VERSO LA FLAT TAX
La Legge di bilancio 2019 (L. 30 dicembre 2018, n. 145) ha introdotto la cosiddetta “mini flat tax”, ovvero l’estensione fino a € 65mila di fatturato del regime dei minimi per le partite Iva (persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni). Questo regime ha incontrato e continua ad incontrare il favore dei contribuenti, soprattutto per la semplicità della sua applicazione. Secondo l’Osservatorio sulle partite Iva del Mef, nel 2021 hanno aderito a questo regime 239.203 contribuenti, pari al 43,5% delle nuove aperture di partita Iva. La sua adozione ha dato un contributo significativo all’emersione del sommerso, determinando un notevole recupero di gettito.
Estensione a € 100mila
Come primo passo sul percorso della Flat tax è indispensabile portare a termine la sua fase 1 estendendola alle partite Iva con fatturato fino a € 100mila, come già previsto dalla legge di bilancio approvata nel 2019 (e successivamente abrogata dal governo Conte II)
Flat tax incrementale
Per favorire la ripresa, e in attesa di una ridefinizione complessiva del sistema di imposizione sul reddito, proponiamo l’adozione del sistema di Flat tax cosiddetta incrementale, che assoggetta a imposta sostitutiva gli incrementi di Irpef e Ires, incentivando l’emersione dell’economia sommersa e non penalizzando la crescita delle aziende. La proposta Lega, a prima firma Romeo, è depositata dal 2019 presso la Commissione Finanze del Senato come AS 1071 Flat Tax fase 2 La seconda fase della realizzazione della Flat tax è normata dal disegno di legge AS 1831 a prima firma Siri, depositato nel 2020, e viene attuata attraverso l’introduzione della Flat Tax per le famiglie fiscali, l’ulteriore accorpamento delle ultime tre aliquote dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (dopo quello disposto dalla legge di bilancio 2022), l’introduzione per due anni della Flat Tax sul reddito incrementale Irpef e Ires e la riduzione dell’aliquota dell’Ires al 20%
Flat Tax fase 3
Estensione della Flat Tax a tutte le persone fisiche e giuridiche, senza limiti di reddito
ABBATTIMENTO DELL’IVA SUI BENI DI PRIMA NECESSITÀ
Per incidere sull’incremento dei prezzi dei beni di prima necessità, la Lega propone di abbattere le relative aliquote Iva. La proposta Lega, a prima firma Salvini, è depositata dal 2020 presso la 171 Commissione Finanze del Senato come AS 2036.
PACE FISCALE
L’Agenzia delle Entrate certifica che a fine 2020 il magazzino dei ruoli affidati all’Agente della Riscossione (cioè delle “cartelle”, pari a 999 miliardi di euro, consisteva per 152 miliardi di tributi dovuti da soggetti falliti, per 133 miliardi da persone decedute o ditte cessate, per 116 miliardi da nullatenenti e per altri 53 miliardi da carichi la cui riscossione è stata sospesa in autotutela. Restano 545 miliardi, di cui 18 sono già oggetto di rateizzazioni in corso (rottamazioni), mentre per 445 sono in corso procedure cautelari o esecutive (sequestri, pignoramenti, ecc.) che però non hanno consentito il recupero integrale del debito.
Questi 545 miliardi potrebbero essere integralmente riscossi, a condizione che le modalità siano effettivamente percorribili. Lo stress finanziario causato dalla pandemia, che prima ha impedito di fatturare a una vasta platea di contribuenti, poi ha messo in crisi gli equilibri economici di molte aziende a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime, rinnova la necessità di adottare un insieme di misure di Pace fiscale, che consenta ai contribuenti di adempiere ai propri doveri, all’amministrazione di operare in modo efficiente, e all’erario di incassare rapidamente. La proposta della Lega è declinata in atti già depositati in Parlamento.
Pace fiscale 2.0
La proposta di Pace fiscale 2.0, concepita per aiutare famiglie, imprese, operatori economici, liberi professionisti e commercianti che vogliono instaurare con il fisco un rapporto semplice, trasparente e ispirato a fiducia reciproca, prevede interventi di rottamazione delle cartelle, da estendere anche alle imprese, e di definizione agevolata delle controversie fiscali pendenti, ed è già in corso di esame alla Camera dal luglio 2020 come AC 2555 a prima firma Bitonci. Basta riprendere questo provvedimento, adattando le scadenze al quadro creatosi col protrarsi della pandemia, per portare gettito all’erario e consentire una ripartenza serena a migliaia di attività economiche e di famiglie.
Saldo e stralcio esteso alle persone giuridiche
Il provvedimento di “saldo e stralcio”, proposto dalla Lega e adottato con la Legge di bilancio 2019, permetteva ai contribuenti onesti e in situazione di comprovata difficoltà economica di estinguere il proprio debito con l’erario versando una percentuale dell’importo complessivo, parametrata all’ISEE. Per venire incontro alle difficoltà di tante aziende, la Lega ha proposto l’estensione del saldo e stralcio alle imprese, definendo un indice oggettivo di difficoltà economica e assicurando che non possa beneficiare del provvedimento chi abbia fatto dichiarazioni infedeli. Un provvedimento che completa la Pace fiscale 2.0 favorendo il rilancio della nostra economia, ed è depositato in Senato dal 2020 come AS 1577 a prima firma Siri
Discarico per inesigibilità
La Lega propugna la compiuta applicazione dell’istituto del discarico per inesigibilità di cui all’articolo 19 del d.lgs. 112/1999, attraverso una revisione del meccanismo di controllo e di discarico dei crediti di difficile esazione e/o non riscossi, allo scopo di evitare che dopo i necessari interventi di pacificazione fiscale possa accumularsi un nuovo “magazzino” di cartelle
APPLICAZIONE DELLA FLAT TAX PER PENSIONATI ESTERI
Per contrastare il divario fra Nord e Sud del Paese tramite due azioni coordinate: sostegno della domanda interna, con una fiscalità di vantaggio che attiri redditi di fonte estera nei territori del Meridione, e contrasto dell’esodo universitario dagli atenei del Sud, nella legge di bilancio 2019 è stata introdotta con emendamento a firma Bagnai un’imposta sostitutiva del 7% sui redditi prodotti all’estero percepiti dai pensionati che, non residenti in Italia da cinque anni, trasferiscono la residenza nei piccoli comuni del Sud (comuni sotto i 20mila abitanti nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Le risorse sono destinate al sostegno diretto degli studenti e al finanziamento di assegni di ricerca negli atenei delle Regioni citate, in particolare per studi e ricerche sullo sviluppo del Mezzogiorno. Il provvedimento è già varato e sono anche state emanate le relative circolari attuative: occorre solo un’azione coordinata di informazione per attirare in Italia la capacità di spesa di cittadini non residenti, in analogia a quanto accade in altri Paesi dell’Europa meridionale, che hanno saputo mettere a frutto le opportunità offerte dalla loro invidiabile collocazione geografica.
ABOLIZIONE DELL’IRAP PER LE SOCIETÀ DI PERSONE, GLI STUDI ASSOCIATI, LE SOCIETÀ DI CAPITALI
Occorre procedere sulla strada dell’abolizione dell’IRAP, un’imposta iniqua che impone agli operatori economici di versare imposte anche nei periodi in cui registrano perdite. Dopo l’abolizione per le persone fisiche, disposta grazie alla decisiva azione della Lega nella Legge di bilancio 2022, si propone l’abolizione per le società di persone e gli studi associati. Un passo intermedio verso il definitivo abbandono di questo tributo, da realizzarsi estendendo l’abolizione alla società di capitali, nelle quali potrà essere sostituito da addizionali regionali IRPEF, come previsto dall’AC 2597 a prima firma Bitonci, depositato nel 2020. Quest’ultimo provvedimento può essere realizzato anche a parità di gettito, offrendo alle imprese il duplice vantaggio di non corrispondere imposte negli anni in cui non realizzano un utile, e di non dover gestire il cosiddetto “doppio bilancio civilistico e fiscale” per la determinazione del risultato economico.
UTILIZZAZIONE DEI CREDITI D’IMPOSTA
I crediti d’imposta (somme che l’erario deve ai cittadini) rappresentano una riserva di liquidità per famiglie e imprese molto importante, ma di difficile impiego. Attualmente questi crediti possono essere “spesi” solo in sede compilazione delle dichiarazioni periodiche (modelli F24), portandoli in compensazione di importi a debito dovuti ai vari enti impositori. La Lega propone l’utilizzazione dei crediti di imposta nei pagamenti fra privati, da realizzare attraverso una semplice modifica del modello F24. Una misura particolarmente importante in questa fase economica caratterizzata da carenza di liquidità. La proposta Lega è definita nell’AC 2593 a prima firma Gusmeroli in corso di esame presso la Commissione finanze della Camera.
SEMPLIFICAZIONI FISCALI
In coerenza con l’esigenza di sburocratizzare il Paese e facilitare gli adempimenti del contribuente per sostenere la ripresa e la crescita del Paese, la Lega propone un pacchetto organico di ulteriori semplificazioni normative, fra cui citiamo: L’abolizione delle cosiddette “microtasse” La trasmissione telematica dell’esterometro con cadenza annuale, quindi entro il 31 gennaio successivo all’anno d’imposta relativo alla data del documento emesso Il superamento del meccanismo del “reverse charge” oramai anacronistico data l’operatività a regime della fatturazione elettronica. La soppressione dell’imposta di bollo sugli estratti conto dei rapporti regolati in conto corrente o conto corrente postale e sui rendiconti dei libretti di risparmio, anche postali, nonché sulla fatturazione elettronica.
L’abolizione dello split payment nelle transazioni commerciali tra imprese private e pubblica amministrazione che, introducendo il versamento diretto dell’Iva all’erario dal committente pubblico, ha di fatto ridotto la disponibilità di liquidità delle imprese ponendole in una situazione di cronico credito di Iva nei confronti della PA Il superamento degli Indicatori statistici di affidabilità fiscale (ISA) alla luce del contesto economico post-pandemico configuratosi per lavoratori autonomi e partite Iva L’abrogazione della disciplina delle società di comodo, non operative o in perdita sistemica, oramai desueta e lontana dalla realtà delle imprese L’abolizione degli “altri modelli”, fra cui il Modello 770 e la Certificazione Unica.
Questi interventi di semplificazione sono contenuti in una proposta organica già depositata in Parlamento come AC 2784 a prima firma Gusmeroli. 174 NESSUNA SANZIONE PER CHI NON CREA DANNI ALL’ERARIO Ci sono ancora casi, in ambito Iva, in cui gli imprenditori sono soggetti a sanzioni importanti (superiori al 100%) anche se la violazione non ha creato danni all’Erario. L’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia (cfr. sentenza dell’8 maggio 2019, C-712/17, EN.SA. Srl) al riguardo ma non ha fatto ancora nulla.
Forza Italia
Per un fisco equo
Riduzione della pressione fiscale per famiglie, imprese e lavoratori autonomi
No a patrimoniali dichiarate o mascherate
Abolizione dei micro tributi che comportano eccessivi oneri di gestione per lo Stato
Pace fiscale e “saldo e stralcio”: accordo tra cittadini ed Erario per la risoluzione del pregresso
Politiche fiscali ispirate al principio del “chi più assume meno paga”
Estensione della flat tax per le partite Iva fino a 100mila euro di fatturato, flat tax su incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti, con la prospettiva di ulteriore ampliamento per famiglie e imprese.
Semplificazione degli adempimenti e razionalizzazione del complesso sistema tributario
Rapporto più equo tra Fisco e contribuenti: procedure semplificate, onere della prova fiscale a carico dello Stato, riforma della giustizia tributaria e superamento dell’eccesso di afflittività del sistema sanzionatorio
Introduzione del “conto unico fiscale” per la piena e immediata compensazione dei crediti e dei debiti verso la Pa
Diritto al conto corrente per tutti i cittadini.
PER INTRODURRE FLAT TAX MODIFICARE LA COSTITUZIONE
Nei primi 36 mesi di governo l’obiettivo sarà “portare a compimento le riforme, perché non sarà banale, sulla questione dell’imposizione fiscale” per introdurre la flat tax”, e “la Costituzione dice che ci deve essere la progressività dell’imposizione fiscale, quindi noi dobbiamo fare due canali, due modifiche, una costituzionale e l’altra con legge ordinaria dello Stato”.
Lo ha affermato Massimo Mallegni, senatore di Forza Italia, nel corso di un dibattito alla Versiliana.
“L’obiettivo è il 15% – ha detto – ma noi dobbiamo partire da un assunto del 23%, che per l’Italia è l’aliquota minima oggi presente. Gli scaglioni attuali sono il 23%, il 25%, il 35% e il 43%”. Inoltre, ha aggiunto Mallegni, c’è la volontà di “introdurre una cosiddetta ‘no tax area’ fino a 13mila euro, quindi chi ha un reddito di 13mila euro all’anno paga zero tasse”.
Partito Democratico
- una riforma fiscale verde che promuova gli investimenti delle imprese e delle famiglie a difesa del pianeta e del clima e renda economicamente vantaggioso accelerare la transizione ambientale, attraverso la revisione e la stabilizzazione degli incentivi per la rigenerazione energetica e sismica degli edifici e l’estensione del piano “Transizione 4.0” agli investimenti green delle imprese;
- l’introduzione di una premialità fiscale per le imprese a elevato rating ESG (ambientale, sociale e di governance);
- la progressiva riduzione dei sussidi dannosi per l’ambiente e l’adeguamento – a parità di gettito – delle strutture e delle aliquote della tassazione indiretta, in coerenza con l’European Green Deal e con la disciplina europea armonizzata dell’accisa, nonché del bollo auto, in funzione degli obiettivi di progressivo azzeramento delle emissioni di CO2;
- Dal lato fiscale, sosteniamo le attività di artigiani, piccole e medie imprese e professionisti, e proponiamo un pacchetto di ulteriori misure che mettiamo in campo per contrastare i maggiori costi derivanti dalla spinta inflattiva. Per esempio: un’opzione di autoliquidazione mensile delle imposte per partite IVA, autonomi e liberi professionisti e professioniste in alternativa al sistema saldo- acconto e l’estensione della detrazione IRPEF del 50% a tutte le tipologie di start-up per le persone fisiche under 35. Proponiamo anche la proroga del contratto di espansione, per aiutare la riorganizzazione delle imprese in crisi con oltre 50 dipendenti.
- Un sistema fiscale equo e progressivo è alla base del nostro patto di cittadinanza. Le flat tax proposte dalle destre sono propaganda elettorale sulla pelle di chi ha meno: avvantaggiano solo i redditi più alti e sottraggono risorse per il welfare.
- Dobbiamo migliorare i rapporti tra Stato e contribuenti, semplificando drasticamente gli adempimenti attraverso il Codice tributario unico, lo sviluppo del fisco digitale, l’abolizione delle micro-tasse, e attuando la riforma della giustizia tributaria.
- Ridurre drasticamente l’evasione fiscale è un obiettivo chiave del nostro programma. Per accrescere la fedeltà dei contribuenti proponiamo di estendere la tracciabilità dei pagamenti, incrociare le banche dati, potenziare le Agenzie fiscali, premiare maggiormente i contribuenti leali, riformare la riscossione.
- La nostra proposta di riforma fiscale è volta a realizzare una riduzione del carico IRPEF, a partire dai redditi medi e bassi e una razionalizzazione delle agevolazioni fiscali, trasformando quelle di valenza sociale (spese sanitarie, scolastiche, etc.) in erogazioni dirette ai contribuenti, compresi gli incapienti.
- Vogliamo aumentare gli stipendi netti fino a una mensilità in più, con l’introduzione progressiva di una franchigia da 1.000 € sui contributi INPS a carico dei lavoratori dipendenti e assimilati (a invarianza di computo ai fini pensionistici), destinando a tale scopo il recupero di evasione fiscale fissato come obiettivo dal PNRR entro il 2024.
- Vogliamo introdurre una tassazione agevolata per il secondo percettore di reddito in famiglia, con l’obiettivo di aumentare l’offerta di lavoro, dare impulso all’occupazione femminile, far emergere il lavoro nero e favorire il ritorno nel mondo del lavoro, dopo il congedo di maternità obbligatorio. Proponiamo zero contributi per le assunzioni a tempo indeterminato dei giovani fino a 35 anni.
- L’IRAP va progressivamente superata, garantendo l’integrale finanziamento del fabbisogno del sistema sanitario e la partecipazione di tutti i redditi al finanziamento del welfare universale. Vogliamo inoltre rimodulare l’IRES in modo da premiare le imprese che reinvestono gli utili e quelle a elevato rating ESG (ambientale, sociale, di governance). La tassazione del reddito derivante dall’attività d’impresa deve essere neutrale rispetto alla scelta della forma giuridica dell’impresa.
- Ci impegniamo a portare avanti il negoziato con la Commissione europea sulla “Fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud”, affinché accompagni, come previsto al momento dell’introduzione, tutta la stagione di rilancio degli investimenti e ne massimizzi l’impatto occupazionale.
Movimento 5 stelle
UN FISCO SEMPLICE E PIÙ LEGGERO DALLA PARTE DEI LAVORATORI E DEL WELFARE: PER UNA VITA DEGNA E SENZA PRECARIETÀ
SALARIO MINIMO Nove euro lordi l’ora di salario minimo legale per dire stop alle paghe da fame e dare dignità ai lavoratori che oggi percepiscono di meno CONTRASTO DEL PRECARIATO Rafforzamento delle misure del decreto dignità per mettere i lavoratori, in particolare i giovani, in condizione di sviluppare progetti di vita agevolando i contratti a tempo indeterminato
STOP A STAGE E TIROCINI GRATUITI Stage e tirocini non possono essere strumento di sfruttamento della manodopera. Prevedere pertanto un compenso minimo per i tirocinanti e il riconoscimento del periodo di tirocinio ai fini pensionistici
STABILIZZAZIONE DI ‘DECONTRIBUZIONE SUD’ per proteggere e creare nuovi posti di lavoro nel Mezzogiorno
CASHBACK FISCALE Introduzione di un meccanismo che permetta l’immediato accredito su conto corrente delle spese detraibili sostenute con strumenti elettronici. In questo modo semplifichiamo la vita dei contribuenti e contrastiamo l’evasione
CANCELLAZIONE DEFINITIVA DELL’IRAP a beneficio di tutte le imprese
TAGLIO DEL CUNEO FISCALE PER IMPRESE E LAVORATORI, per ridurre più incisivamente la differenza fra il costo del lavoratore per l’impresa e il netto percepito in busta paga dallo stesso lavoratore
CESSIONE CREDITI FISCALI STRUTTURALE Stabilizzare l’innovativo meccanismo che ha decretato il successo del Superbonus, che è in grado di mettere a disposizione di famiglie e imprese ingente liquidità e che può essere esteso ad altre agevolazioni per investire a costi ridotti nella transizione ecologica MAXIRATEAZIONE DELLE CARTELLE ESATTORIALI per dare ossigeno a contribuenti e imprese anche dal lato della riscossione
SUPERBONUS E ALTRI BONUS EDILIZI STRUTTURALI Stabilizzazione delle agevolazioni edilizie per permettere la pianificazione degli investimenti sugli immobili e continuare a migliorare i livelli di risparmio energetico e di conseguenza risparmiare sulle bollette. Sbloccare e far circolare i crediti d’imposta per evitare il fallimento delle imprese che ancora oggi non riescono a trasformarli in liquidità per pagare fornitori e dipendenti
UN NUOVO SUPERBONUS ENERGIA IMPRESE, sempre basato sulla circolazione dei crediti fiscali, per permettere alle imprese di investire a costo zero nel risparmio energetico e nelle fonti rinnovabili
STABILIZZAZIONE DEGLI SGRAVI PER L’ACQUISTO DELLA PRIMA CASA DA PARTE DEGLI UNDER 36
PROROGA DELLO SGRAVIO PER L’ASSUNZIONE DI GIOVANI UNDER 36 IN TUTTA ITALIA
PROROGA DELLO SGRAVIO CONTRIBUTIVO AL 100% PER L’ASSUNZIONE DI DONNE DISOCCUPATE RAFFORZAMENTO DEL FONDO PER L’IMPRENDITORIA FEMMINILE SGRAVI PER L’ASSUNZIONE DELLE DONNE IN GRAVIDANZA
STABILIZZAZIONE DI ‘DECONTRIBUZIONE SUD’ per proteggere e creare nuovi posti di lavoro nel Mezzogiorno
Italia Viva – Azione
Nessun settore come il fisco dimostra l’essenza del problema italiano: uno status-quo vecchio
ed inefficiente (l’ultima riforma sistemica fu pensata negli anni ‘60 del secolo scorso), oggetto
di chiacchiere infinite da parte di opposti populismi troppo impegnati in una guerra di slogan
acchiappa-voti per pensare e realizzare un serio progetto di riforma. Il fisco italiano deve essere
rivoluzionato, ma non a parole: con una seria e graduale opera di riforma sistemica, in grado di
consegnare a famiglie e imprese un sistema più leggero (riducendo il cuneo fiscale) e più semplice.
Questi i capisaldi fondamentali.
1. IRPEF
Il “manuale di istruzioni” – e solo quello principale – della principale imposta italiana consta di 341
pagine. Poteva, forse, essere accettabile nel vecchio mondo. Ma nell’epoca della globalizzazione
è un fattore di scarsa competitività e di enorme freno alla crescita. Proponiamo di riformare l’Irpef
attraverso questi interventi:
• introduzione di un minimo esente, inteso come maxi-deduzione corrispondente all’ammontare
che viene giudicato essenziale per sopravvivere. Esso, in una società liberale e attenta agli
ultimi, non può essere oggetto di tassazione da parte dello Stato;
• unificazione tra la detrazione per lavoro autonomo e quella per lavoro dipendente;
• semplificazione dell’imposta, spostando tutte le spese fiscali in un sistema a rimborso diretto:
pagamenti con strumenti tracciabili, e periodicamente lo Stato rimborserà la percentuale
oggetto della vecchia detrazione;
• semplificazione della struttura delle aliquote;
• detassazione specifica per i giovani: totale fino a 25 anni, ridotta del 50% fino a 29 anni;
• creazione della tassazione negativa, sul modello anglosassone: per i livelli di retribuzione
inferiori al minimo esente, lo Stato integrerà la retribuzione del lavoratore in misura crescente
con la retribuzione stessa. In questo modo, si inverte la distorsione causata dal Rdc e lo si
trasforma in una logica per la quale più il percettore si impegna, più la retribuzione viene
integrata;
• detassazione straordinaria – per il solo 2022 – di una extra mensilità (fino a 2,200 euro),
che le imprese potranno scegliere di erogare ai propri dipendenti ai fini alleviare gli effetti
dell’inflazione.
2. IRAP
Un paese che ha uno strutturale problema di crescita non può più permettersi di avere un’imposta
che colpisce la mera accumulazione dei fattori produttivi. Nella legge di bilancio 2022 abbiamo
contribuito in maniera decisiva ad abolirla per le persone fisiche (835.000 contribuenti). Si
necessita il completamento dell’abolizione per le altre categorie giuridiche (società di persone,
enti non commerciali, società tra professionisti, società di capitali).
3. IRES
• uniformazione del bilancio fiscale a quello civilistico;
• detassazione completa per gli utili trattenuti in azienda e per quelli destinati a schemi di
partecipazione da parte dei lavoratori;
• aliquote dimezzate per cinque anni in caso di fusioni tra imprese;
• riordino normativo e unificazione del sistema dei crediti di imposta in caso di comportamenti
virtuosi e/o in linea con la transizione ecologica;
• estensione della procedura di predeterminazione del carico di imposta (cooperative
compliance).
4. IVA
Passaggio ad un sistema a due aliquote (una ridotta e una ordinaria) e contestuale riordino dei
beni e servizi assoggettati a ciascuna aliquota e ad aliquota zero.
5. Riduzione della tassazione del risparmio
• Riforma della tassazione del risparmio in senso favorevole al contribuente, armonizzando i
criteri di determinazione delle basi imponibili e unificando le categorie “redditi da capitale” e
“redditi diversi di natura finanziaria”, in modo da consentire le compensazioni fiscali;
• Fiscalità specifica per cercare di convogliare il risparmio privato italiano verso l’economia reale:
rafforzamento dei Pir (ordinari e alternativi) e creazione di strumenti nuovi che favoriscano
l’allocazione del risparmio degli investitori istituzionali verso l’economia reale.
6. Lavoro autonomo
Il regime forfettario ha favorito tanti lavoratori ma, nella sua attuale versione, costituisce una
formidabile barriera contro la crescita. Oltre la soglia di 65.000 euro di ricavi annui, infatti, vi è
un “burrone” fiscale che scoraggia la crescita o incentiva al sommerso. Proponiamo di realizzare,
per chi supera questa soglia, uno scivolo biennale di tassazione agevolata che accompagni
gradualmente l’ingresso alla tassazione ordinaria Irpef.
7. Riscossione e lotta all’evasione
Dal 2014 al 2019, come conseguenza dell’introduzione del fisco elettronico, il tax gap fiscale
e contributivo si è ridotto di 10 miliardi di euro (dal 22,6% al 18,5%). Uno degli obiettivi PNRR è
portarlo al 15,8% entro il 2024. Questo obiettivo può essere raggiunto soltanto continuando gli
investimenti nella digitalizzazione e al contempo semplificando e riducendo gli adempimenti.
Servono nuove regole per la gestione del magazzino dei crediti fiscali, che oggi conta 1100
miliardi, la maggior parte dei quali non esigibili. Occorre far partire una “rivoluzione manageriale”
nella riscossione, abbandonando l’approccio formalistico a vantaggio di uno rivolto all’efficienza.
8. Codificazione della normativa tributaria
Occorre raccogliere tutta la normativa tributaria in testi unici, periodicamente aggiornati e tradotti
in inglese.
9. Fisco degli enti territoriali
Ogni livello di governo deve avere uno strumento fiscale esclusivo, il cui gettito tratterrà
integralmente; ciò – insieme a una ripartizione chiara delle competenze e a fondi perequativi allocati
secondo fabbisogni standard, capacità fiscale e livelli essenziali delle prestazioni – costituirà un
vero federalismo fiscale basato sull’ inscindibile binomio di autonomia e responsabilità.
10. Incentivi al welfare aziendale
Incremento a 2000 euro (rispetto agli attuali 600) dell’ammontare dei benefici (c.d. fringe
benefits) concessi dalle aziende ai propri dipendenti. Tale misura, tra l’altro, costituisce un incentivo
allo sviluppo del terzo settore, giocando un ruolo importante nell’ offerta di tali servizi. Ampliare la
dimensione dei benefits significa dunque favorire il non profit.
11. Incentivi a previdenza complementare per i giovani
Programma di incentivazione all’attivazione di piani di previdenza complementare per gli under 35
anche attraverso strategie di matching da parte del pubblico.
Come nella quasi totalità dei paesi UE, va adottato il sistema EET per la fiscalità relativa alla previdenza complementare, eliminando la
tassazione del 20% annuo durante la fase di maturazione e favorendo così l’accumulazione di un
montante contributivo più elevato.
12. Attuazione e miglioramento della riforma della giustizia tributaria
Si necessita della riforma che istituisce un giudice tributario professionale e le nuove commissioni
tributarie vanno poste sotto l’egida del Ministero della Giustizia, al fine di garantire l’indipendenza
del giudice e rispettando così i canoni costituzionali del giusto processo. Si consente in tal modo
l’accesso dei giudici tributari di merito alle funzioni di giudice di cassazione.
Unione popolare
TASSARE DI MENO CHI A POCO E DI PIU’ CHI HA TANTISSIMO
- Riforma fiscale per ridurre le tasse ai redditi medi e bassi e aumentarle ai redditi alti, con stralcio e cancellazione della riforma fiscale di Draghi che ha tagliato le tasse ai ricchi.
- Estensione della base imponibile IRPEF a redditi da capitale, immobiliari e finanziari.
- Introduzione di una tassa sul patrimonio partendo da una soglia di un milione di euro e procedendo con aliquote in senso progressivo, come proposto dall’economista Piketty.
- Aumento dell’imposta sulle successioni e sulle donazioni, per ottenere un gettito fiscale in linea con i paesi OCSE.
- Riforma del catasto a gettito invariato per redistribuire il carico fiscale su chi ha grandi patrimoni immobiliari e diminuire le tasse per chi ha modeste proprietà.
- Espansione della no-tax area da 8000 a 10.000 euro, perimetrandola per evitare che favorisca anche i redditi alti.
- Per i lavoratori autonomi, combattere la frammentazione e costruire un sistema assistenziale omogeneo, che intervenga a tutela delle situazioni di difficoltà, indipendentemente dal settore e dalla professione. Cumulare indennità e casse previdenziali e introdurre una misura unica di sostegno al reddito.
- Lotta contro l’evasione fiscale in Italia (stimata attorno ai 90 miliardi di euro ogni anno) aumentando il personale dell’Agenzia delle Entrate.
- Fare pressione in coordinamento con altri paesi per chiudere i paradisi fiscali sia a livello europeo (Irlanda, Olanda e Lussemburgo in particolare) che a livello internazionale.
- Opposizione a condoni sul rientro di capitali dall’estero.