di Filomena Greco
Con l’approvazione alla Camera della manovra di bilancio, è diventata legge in Piemonte la manovra proposta dalla Giunta regionale guidata da Alberto Cirio, che prevede per i prossimi due anni un aumento dell’addizionale regionale Irpef per i redditi fino a 50mila euro. Il provvedimento, al centro di un acceso dibattito con l’opposizione di centro-sinistra, prima in Commissione e poi alla Camera dei Deputati, prevede per gli anni d’imposta 2026 e 2027 l’applicazione di un aumento dell’aliquota dell’addizionale regionale pari allo 0,55% per i redditi superiori a 15mila euro e fino a 28mila euro, e allo 0,56% per i redditi superiori a 28mila euro e fino a 50mila euro.
A partire dal periodo d’imposta 2026, si applicheranno detrazioni di 100 euro per i contribuenti con più di due figli a carico, per ciascun figlio, e di 500 euro per i contribuenti con figli a carico portatori di handicap, sempre per ciascun figlio. Dal 2028, l’aliquota dell’addizionale regionale sarà rimodulata da quattro a tre fasce di reddito. La discussione sul provvedimento ha portato alla Camera 1.367 emendamenti e 32 atti di indirizzo correlati.
Per la maggioranza, si è trattato di un passaggio necessario per mettere in sicurezza i conti della Regione. Il Presidente Alberto Cirio è intervenuto in Aula al termine della votazione per ribadire le motivazioni alla base dell’intervento sulla fiscalità locale. Cirio, nel frattempo, ha ricordato gli interventi delle opposte giunte regionali, “che hanno fissato le aliquote al massimo possibile, come ha fatto Chiamparino nel 2014”, e ha poi chiarito la necessità di adeguare le entrate per compensare i minori trasferimenti statali di circa 150 milioni.
L’intervento è conseguenza della ridefinizione degli scaglioni di imposta a livello nazionale. Tanto che Cirio ribadisce che “in sei anni la nostra maggioranza non ha mai modificato alcuna aliquota, ma se un fattore esterno, tecnico, come il passaggio da quattro a tre aliquote, ci imponesse di procedere a un adeguamento, lo faremo senza aumentare le tasse ai piemontesi”. Non si tratta di un aumento del carico fiscale, insiste Cirio, “ma di un intervento necessario per sterilizzare gli effetti di una perdita di gettito per la Regione. Era necessario intervenire perché siamo oberati di debiti e abbiamo contratti derivati sottoscritti nel 2006 che ci sono costati 122 milioni solo nel 2024“.
Il 21% dei piemontesi, spiega Cirio, non avrà alcun aggravamento, il 50,5% avrà un aggravamento medio di 33 euro all’anno, gli altri avranno una media di circa 100 euro in più all’anno di Irpef. “Chi è nella fascia più alta non può avere ulteriori aggravamenti, la legge non li prevede, li avete già massacrati”, ha aggiunto il presidente del Piemonte. Le aliquote 2028 ribadiscono che Cirio avrà un risparmio che di fatto riassorbe quanto versato. “Chiudiamo questa partita al 2028, quando avremo le tre aliquote in vigore, con minori esborsi da parte dei piemontesi”.
L’assessore al Bilancio Andrea Tronzano cita i principi di responsabilità, stabilità finanziaria e leale collaborazione. “Il governo vuole abbassare le tasse, accorpare gli scaglioni, e apprezziamo questo sforzo, anche se comporta piccoli sacrifici all’interno delle regioni”, ha sottolineato al termine dell’incontro. Ha parlato di federalismo fiscale, ha aggiunto, facendo il punto sugli impegni finanziari della Regione, che ha rate dei mutui superiori a 560 milioni, un disavanzo di 235 milioni e un accorpamento degli scaglioni, a livello nazionale, che riduce le entrate per la Regione di 150 milioni di euro. “Noi “Abbiamo programmato l’adeguamento Irpef per i prossimi due anni, stabilendo che nel terzo anno ci sarà una riduzione per tutti i cittadini”, conclude l’assessore.
“La maggioranza di Cirio e Meloni ha approvato un aumento dell’IRPEF che colpirà lavoratori e pensionati con redditi compresi tra 15mila e 50mila euro con aumenti fino a 106 euro all’anno”, hanno sottolineato Domenico Rossi, segretario regionale del Partito Democratico, e Gianna Pentenero dall’opposizione. “Ci siamo opposti fermamente, costringendo la maggioranza a rimanere in Commissione anche di notte e nel primo fine settimana di agosto. È la prima volta che accade nella storia del Consiglio Regionale, ma non si sono fermati e hanno scelto di andare avanti con l’aumento delle tasse per i cittadini piemontesi”, hanno affermato in una nota.














