In Germania i contribuenti persone fisiche, in base alla loro situazione familiare e/o reddituale sono
suddivisi in sei classi: singoli; singoli e separati con un figlio a carico; sposati o vedovi nel primo anno di
vedovanza; sposati con reddito entrambi; sposati con coniuge a carico o con reddito basso; dipendenti con
più posti di lavoro o che hanno cambiato lavoro nell’anno o con reddito basso.
Contribuiscono alla formazione dell’imponibile le seguenti tipologie di reddito: da agricoltura e silvicoltura;
impresa commerciale; lavoro dipendente; lavoro autonomo; capitale per il possesso di azioni; affitti e
proventi da noleggio e leasing e altri redditi.
Ad esclusione di dipendenti e pensionati senza altri redditi tutti gli altri contribuenti sono obbligati alla
presentazione della dichiarazione.
Per il calcolo dell’imposta dovuta prima si determinano i redditi di specie poi si sommano e dal loro importo
complessivo si sottraggono le spese riconosciute come deducibili per tutti i contribuenti.
Il risultato costituisce il reddito imponibile al quale per il calcolo dell’imposta dovuta si applicano le
aliquote.
La tabella delle aliquote è composta da una quota esente e quattro scaglioni costituiti a loro volta da due
funzioni lineari con imposta crescente all’aumentare del reddito e da due aliquote applicate da un certo
reddito ad un altro (vedi Tabella 1).
Esistono due modalità di calcolo, la prima per i singoli e la seconda combinata per i coniugi. Per i figli sono
previste delle detrazioni dall’imposta lorda.
La dichiarazione dei redditi, infine, ad una prima analisi, appare come un procedimento d’una discreta
complessità ma approfondendo i meccanismi che lo regolano ci si rende conto, al contrario, che per i
contribuenti più comuni, dipendenti e pensionati, è un processo piuttosto semplice e lineare e, soprattutto,
privo di quelle astrusità e quei bizantinismi irrazionali che rendono tortuoso il
nostro sistema. Mentre, come da noi, per i contribuenti con redditi più complessi come quelli derivanti da attività
economiche, determinati sottraendo i costi ai ricavi, c’è necessità, in genere, di ricorrere
all’intermediazione professionale la gran massa dei contribuenti può compilare e presentare la
dichiarazione da solo con il supporto dell’amministrazione finanziaria. Tra l’altro, una volta determinato
l’imponibile, ogni cittadino può eseguire il calcolo dell’imposta lorda attraverso uno strumento automatico
che restituisce l’importo dovuto, l’aliquota media e quella marginale applicate.
Al fine di meglio comprendere le regole alla base della determinazione dell’Imposta sulle persone fisiche in
Germania sembra utile approfondire separatamente la normativa che riguarda i dipendenti e i pensionati.
Lavoratori dipendenti
I dipendenti in Germania non sono tenuti alla presentazione della dichiarazione annuale, la
Steuererklärung, ad eccezione di chi in corso d’anno ha cambiato lavoro o ha più di un lavoro dipendente
ed ha quindi ricevuto dai datori di lavoro, sostituti d’imposta, più di un certificato, il
Lohnsteuerbescheinigun. Sono inoltre tenuti a presentare dichiarazione i dipendenti sposati e quelli che
hanno ricevuto più di 410 € per sussidi o affitto di immobili.
Se hanno sostenuto delle spese deducibili tali che risulta conveniente presentare la dichiarazione anche
coloro che non sono obbligati possono inviarla e possono farlo per i precedenti quattro anni d’imposta e
quindi nel 2021 per il 2020, 2019, 2018 e 2017.
A molti dipendenti non obbligati conviene presentare la dichiarazione in quanto hanno sostenuto spese
deducibili per un importo maggiore di quanto già sottratto forfetariamente dal datore di lavoro.
Per i dipendenti, come per tutti gli altri contribuenti, sono deducibili le seguenti spese per:
‒ traslocare;
‒ per telefonia ed internet;
‒ iscrizioni ad associazioni professionali;
‒ ristrutturare e rinnovare il proprio appartamento;
‒ domestici e badanti;
‒ mantenere i propri figli;
‒ studi anche all’estero;
‒ mediche per importi notevoli.
Anche in Germania sono deducibili ma non per l’intero importo i contributi previdenziali ed assistenziali
obbligatori già sottratti dall’imponile dal sostituto d’imposta. Sono deducibili anche tutti i premi per
assicurazione di qualsiasi tipo: dalla malattia agli incidenti domestici, ecc.
Per i dipendenti, infine, in alternativa a un importo forfetario, se risulta conveniente, sono deducibili le
spese fatte per produrlo come quelle sostenute per la sua ricerca, per corsi di aggiornamento, per
strumenti come computer, per i trasporti per il tragitto casa-ufficio, ecc.
Pensionati
Come in molti Paesi del nord Europa, solo una quota parte della pensione erogata dal sistema pubblico è
imponibile fiscalmente in quanto i contributi obbligatori, pagati quando si lavorava, non erano deducibili
per l’intero importo; una piccola parte veniva sottoposta a tassazione. Per evitare che questa piccola parte
sia tassata due volte il reddito da pensione non è imponibile per intero.
Fino a qualche anno fa, pertanto, era tassato solo il 25% del reddito da pensione che prima è stato
aumentato al 50% e poi all’attuale 70%. In prospettiva è previsto che dal 2040 la quota di esenzione si
ridurrà a quella corrispondente alla percentuale di contributi sottoposti a tassazione durante il periodo di
lavoro.
Per tale ragione, ancor oggi, la gran parte dei pensionati non sono obbligati all’invio della dichiarazione.
Tuttavia, il numero di pensionati che presenta dichiarazione aumenta ogni anno per l’aumento della
percentuale tassata e per godere delle deduzioni previste analoghe a quelle per il lavoro dipendente ad
esclusione di quelle specifiche per produrre il reddito da lavoro.
Confronto con il nostro 730
Il confronto con la nostra dichiarazione per i contribuenti più comuni, il modello 730, evidenzia tutte le difficoltà d’un sistema che si è stratificato negli anni senza un criterio logico.
Una prima notazione va fatta in merito alle detrazioni d’imposta che nel sistema italiano sono state sempre
più utilizzate ed estese a tutti i settori senza specifici criteri d’indirizzo e pian piano si sono trasformate da
strumento per favorire nella progressività i redditi più bassi a strumento iniquo con la decrescenza al
crescere del reddito in cui l’aliquota effettiva non corrisponde più all’aliquota teorica.
Oltre all’uso massiccio delle detrazioni si è arrivati, perfino, ad erogare, attraverso il datore di
lavoro/sostituto d’imposta, un trattamento assistenziale corrisposto direttamente nella busta paga del
lavoratore.
Tutto ciò è completamente estraneo al sistema tedesco tutto incentrato sulla persona e la famiglia in quanto si
tratta della tassazione del loro reddito per cui tutte le spese innanzitutto sono deducibili per l’intero
importo a prescindere dal reddito del soggetto.
Nel sistema tedesco la progressività è applicata attraverso un prelievo che aumenta
linearmente all’aumentare del reddito senza penalizzazioni, come accade da noi, per i
contribuenti con redditi medi. Inoltre, in Italia la detrazione concessa per la produzione del reddito da lavoro dipendente ha perso nel tempo la sua natura originaria ed è stata estesa anche ai redditi degli autonomi e d’impresa che già godono
della deducibilità analitica dei costi sostenuti per produrre queste tipologie di reddito.
In Germania, correttamente, si concede o in forma forfetaria o attraverso la deducibilità analitica al lavoro
dipendente di sottrarre dall’imposta o dall’imponibile quanto si è sostenuto per produrre il reddito.
In Germania le detrazioni servono esclusivamente per ridurre il carico fiscale della famiglia con figli e
sostenere la natalità. Quello tedesco è un sistema dichiarativo che per il lavoro dipendente e per i pensionati non ha bisogno
d’intermediazione mentre da noi esiste un costosissimo apparato composto da decine di migliaia di
persone che supporta i contribuenti nell’adempimento dell’obbligo.
In Germania il tutto si basa su due semplicissime applicazioni: un calcolatore dell’imposta utilizzabile
all’indirizzo https://www.finanz-tools.de/einkommensteuerrechner e un sito dedicato alla indicazione dei
dati necessari per il calcolo dell’imposta, https://www.elster.de, corredato delle spiegazioni necessarie per
compilare i moduli da trasmettere all’Ufficio fiscale. Una volta compilati i moduli vanno inviati per posta o
on-line all’Ufficio fiscale che provvede a calcolare il debito o credito e comunica il risultato al contribuente.
La nostra applicazione sul sito appositamente dedicato per la compilazione e l’invio del 730 rispetto a
quella tedesca è di gran lunga di qualità superiore ma nonostante ciò solo il 20% dei contribuenti che
presentano il 730 la utilizza direttamente il resto dei contribuenti si rivolge all’intermediazione e questo
dovrebbe far riflettere sulla necessità e sull’urgenza di procedere ad una drastica semplificazione del
calcolo dell’imposta.
Una notazione particolare, infine, va fatta per la tabella delle aliquote che rispetto alla nostra è molto più
coerente nel pieno rispetto della progressività in quanto cresce senza scosse o gobbe all’aumentare del
reddito. Risulta, quindi, molto più equa della nostra che a fronte di aliquote altissime, sin dal primo
scaglione, utilizza un numero rilevante di detrazioni per ridurre il carico del prelievo; questo determina una
sorta di casualità dell’imposta il cui importo è determinato da un gran numero di fattori tra loro fortemente
disomogenei.
Al contrario in Germania tra l’imposta lorda, determinata con la tabella delle aliquote, e l’imposta netta non
c’è una grande differenza in quanto sulla prima incidono solo quelle per i figli a sostegno della famiglia e
della natività.
(Le tabelle da 2 a 5 evidenziano le principali differenze tra la nostra Irpef e quella tedesca).