back to top
giovedì 8 Maggio 2025
spot_img
spot_img

L’iniqua politica fiscale del governo, sconti ai ricchi e più evasione

Premi a chi evade e attenuazione del prelievo per i più ricchi. Dall’eliminazione totale dell’Ici slla prima casa alla riduzione delle sanzioni per chi aderisce all’accertamento, le misure adottate dal governo Berlusconi hanno reso il sistema più iniquo. Ormai il 75% dell’Irpef arriva da dipendenti e pensionati. 

Nei due anni e mezzo trascorsi dal 29 aprile 2008, data di inizio della XVI Legislatura, la politica fiscale del Governo si è caratterizzata per l’iniquità di molte delle decisioni adottate, spesso manifestamente ispirate alle logiche dello scambio di favori con questa o quella parte dell’elettorato piuttosto che al perseguimento del bene comune e alla creazione delle condizioni per favorire la ripresa economica e il progresso sociale. Alcune misure come la riduzione delle sanzioni al 12,5% delle sanzioni nei casi di adesione bonaria all’accertamento collegate all’eliminazione di efficaci strumenti di contrasto dell’evasione, idonei a far emergere le basi imponibilii quali gli elenchi clienti fornitori, si sono rivelate un vero e proprio incentivo all’evasione. Il tutto accompagnato da condoni mascherati, come la chiusura delle liti pendenti davanti alla Cassazione. Lef in una analisi evidenzia gli effetti perversi dei principali interventi di politica fiscale del governo.  

Il primo atto di politica fiscale del Governo Berlusconi è stato quello della completa esenzione dall’Ici dell’abitazione principale, con l’unica eccezione delle abitazioni di lusso e di quelle nelle ville e nei castelli. In pratica si sono sacrificati sull’altare della demagogia elettorale circa 3,3 miliardi di euro ogni anno. In un solo colpo si sono aggravate in modo significativo le finanze comunali e costretti  nel contempo gli enti locali ad innalzare le tariffe. In pratica si è dato ai “ricchi” e si è tolto ai “poveri”. La scelta di esentare l’abitazione principale, inoltre, sta assumendo profili paradossali in rapporto all’attuazione del federalismo fiscale. Escludendo l’abitazione principale dalla prevista imposta municipale si realizza il paradosso che tale imposta sarà corrisposta da non residenti eliminando di fatto ogni correlazione tra prelievo fiscale e benefici connesi

In materia di contrasto all’evasione il governo ha sostanzialmente smantellato gli strumenti messi a punto dal governo Prodi. Sono state eliminate le norme relative agli elenchi telematici clienti e fornitori, alla tracciabilità dei compensi professionali, alla trasmissione telematica dei corrispettivi, all’abbassamento della soglia antiriciclaggio per l’uso del contante, ecc. Tutti strumenti strategici non tanto per rafforzare la repressione delle evasioni quanto, piuttosto, per prevenirle favorendo la progressiva emersione “naturale” delle transazioni economiche. Un’altra decisione governativa che ha gravemente indebolito il contrasto dell’evasione è quella che ha ridotto del 50% le sanzioni dovute in caso di definizione bonaria dei rilievi formulati in sede di controllo. L’intervento ha abbassato dal 25% al 12,5% la misura delle sanzioni applicabili in caso di definizione dei verbali, degli inviti al contraddittorio e di acquiescenza agli accertamenti non preceduti da processi verbali o da inviti.

Con il falso obiettivo di smaltire le liti è stata poi prevista la possibilità di estinguere gratuitamente i giudizi pendenti davanti alla Commissione tributaria centrale e di estinguere, con il versamento del 5% e senza applicazione di sanzioni e interessi, i giudizi pendenti innanzi alla Corte di cassazione, se relativi a ricorsi iscritti a ruolo in 1° grado da più di 10 anni, per i quali risulti soccombente in 1° e 2° grado l’amministrazione finanziaria. In sostanza, con tale disposizione (chiamata dai media “salvamondadori”, con riferimento ad una delle società maggiormente beneficiate) è stata consentito ai contribuenti che ne abbiano interesse la possibilità chiudere unilateralmente, senza oneri o con oneri ridottissimi, vertenze coltivate dal fisco nei gradi superiori di giudizio.

Un’altra misura che aggrava le disparità di trattamento presenti nel nostro ordinamento tributario è costituita dall’introduzione della “cedolare secca sugli affitti”. Secondo quanto prevede l’art. 2 dello schema di decreto legislativo sul federalismo municipale in corso di esame da parte dell’apposita commissione parlamentare, a decorrere dall’anno 2011 il canone di locazione relativo ai contratti ad uso abitativo percepito dai proprietari persone fisiche potrà essere facoltativamente assoggettato ad un’imposta sostitutiva dell’Irpef, delle relative addizionali e dell’imposta di bollo e, dal 2014, anche dell’imposta di registro (nel caso di contratti a canone concordato l’assorbimento dell’imposta di registro opera sin dal 2011). La misura dell’imposta sostitutiva è fissata nel 20%. Di fatto per i proprietari immobiliari con redditi medio-alti si realizza una forte riduzione d’imposta. Il minor gettito viene stimato in circa 3 miliardi di euro. (Consulta il documento integrale)

30 novembre 2010

Dello stesso autore

RISPONDI

Please enter your comment!
Please enter your name here

Altro in Analisi

Rubriche