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martedì 17 Giugno 2025
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Mattarella: partecipare alla vita comune significa contribuire anche fiscalmente, l’evasione riduce le risorse per la sicurezza sociale

“Prima che un dovere, partecipare alla vita e alle scelte della comunità è un diritto di libertà. Anche un diritto al futuro. Alla costruzione del futuro. Partecipare significa farsi carico della propria comunità. Ciascuno per la sua parte. Significa contribuire, anche fiscalmente“. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno.

“L’evasione riduce, in grande misura, le risorse per la comune sicurezza sociale e ritarda la rimozione del debito pubblico; che ostacola il nostro sviluppo – ha detto ancora Mattarella – contribuire alla vita e al progresso della Repubblica, della Patria, non può che suscitare orgoglio negli italiani. Ascoltare, quindi; partecipare; cercare, con determinazione e pazienza, quel che unisce”. “Perché la forza della Repubblica è la sua unità – ha sottolineato Mattarella – l’unità non come risultato di un potere che si impone, l’unità della Repubblica è un modo di essere, di intendere la comunità nazionale. Uno stato d’animo; un atteggiamento che accomuna; perché si riconosce nei valori fondanti della nostra civiltà: solidarietà, libertà, uguaglianza, giustizia, pace. I valori che la Costituzione pone a base della nostra convivenza. E che appartengono all’identità stessa dell’Italia”.

“Questi valori nel corso dell’anno che si conclude li ho visti testimoniati da tanti nostri concittadini – ha aggiunto il presidente – li ho incontrati nella composta pietà della gente di Cutro. Li ho riconosciuti nella operosa solidarietà dei ragazzi di tutta Italia che, sui luoghi devastati dall’alluvione, spalavano il fango; e cantavano ‘Romagna mia’. Li ho letti negli occhi e nei sorrisi, dei ragazzi con autismo che lavorano con entusiasmo a Pizza aut. Promossa da un gruppo di sognatori. Che cambiano la realtà. O di quelli che lo fanno a Casal di Principe. Laddove i beni confiscati alla camorra sono diventati strumenti di riscatto civile, di impresa sociale, di diffusione della cultura. Tenendo viva la lezione di legalità di don Diana. Nel radunarsi spontaneo di tante ragazze, dopo i terribili episodi di brutalità sulle donne. Con l’intento di dire basta alla violenza. E di ribellarsi a una mentalità di sopraffazione”.

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