Da un lato le partite Iva che fanno “nero”, dall’altro i dipendenti e pensionati che, anche volendo, non potrebbero evadere. Con, sullo sfondo, i grandi contribuenti, che però non evadono. Eludono, delocalizzano, trattengono i costi in Italia e portano i soldi all’estero, raggirano la legge a proprio vantaggio. È un buco nero, l’evasione: costa 150 miliardi ogni anno. Ma non pare che importi, anzi. Il governo finge di combatterla, ma solo per contentare di tanto in tanto l’Ue. Perché contrastarla non sarebbe poi così difficile: basterebbe andare a cercare i soldi laddove si ha la certezza di trovarli, lì dove si è sicuri che ci sia “nero”. Andando a frugare nei conti, sommando accrediti, cercando prestiti, eredità, vincite al gioco, anche donazioni. Eppure le linee guida dell’Agenzia affermano il contrario: prima di andare in banca bisogna prima accertare le anomalie. In pratica si deve prima verificare il nulla (perché il nero non si fa mai alla luce del sole), poi, in caso, si fa sul serio. Schizofrenia? Pare di sì. Di Bruno Tinti, da Il Fatto Quotidiano.
Rassegna stampa del 15 agosto 2015
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