Da qualche settimana è tornato al centro del dibattito il reddito di cittadinanza. Diversi partiti, Movimento 5 Stelle in testa, ritengono che questa soluzione sia la più efficace per contrastare la povertà, che la lunga crisi economica ha effettivamente esteso a una consistente fetta della popolazione. L’idea di garantire un sussidio a tempo, subordinato all’accettazione di un lavoro proposto dal centro per l’impiego, implicherebbe però una serie di condizioni che attualmente paiono mancare. Tralasciando l’onerosità dell’intervento, comunque massiccia, nel contesto attuale mancherebbe una domanda di lavoro tale da assorbire i titolari del sussidio e un sistema di collocamento efficiente. Per sostenere i percettori di redditi più bassi si potrebbe pensare a un’altra soluzione, ossia la riforma dell’Irpef. Da un lato riducendo il cuneo fiscale, eliminando le aliquote marginali implicite e defiscalizzando i contributi sociali; dall’altro sostituendo assegni familiari e detrazioni per carichi di famiglia con un nuovo strumento di sostegno, applicabile a famiglie e individui a basso reddito. Così, il costo del lavoro si contrarrebbe almeno del 2,5% per i redditi inferiori a 20mila euro, creando un potente incentivo per l’occupazione. Di Vincenzo Visco e Ruggero Paladini, da Il Sole 24 Ore.
Rassegna stampa del 2 aprile 2015
Dello stesso autore
Altro in Edicola