I 10 esperti selezionati da Napolitano chiedono di presentare il disegno di legge sulla delega fiscale, accelerare sul federalismo fiscale, migliorare il rapporto con i cittadini e rafforzare la lotta all’evasione.
Un fisco che aiuti la ripresa, attento alla green economy, non vessatorio nei confronti dei cittadini e in grado di ridurre l’evasione e quindi il peso sui contribuenti onesti. Si parla molto anche di fisco nelle relazioni presentate dai 10 saggi al presidente della Repubblica. Tra i suggerimenti che Giorgio Napolitano lascerà in eredità al suo successore e al futuro governo la presentazione all’approvazione del Parlamento del disegno di legge “delega fiscale”, l’attuazione in tempi rapidi della riforma del 2009 sul federalismo fiscale e la ripresa dei negoziati bilaterali con la Svizzera per un accordo di trasparenza ai fini della tassazione dei redditi di natura finanziaria depositati nelle banche elvetiche.Fisco. Per i saggi la pressione fiscale eccessiva è ostacolo alla crescita economica. «La distribuzione del carico fiscale effettivo tra i diversi operatori economici – si legge – risente dell’ampiezza del fenomeno dell’evasione che genera inefficienze nel sistema economico». La necessità primaria, alla luce della globalizzazione e della libertà di movimento dei capitali finanziari, è riequilibrare la tassazione, riducendo il carico che grava sui redditi da lavoro e d’impresa, mentre si auspica un’evoluzione del sistema fiscale che tenga conto dell’impatto ambientale delle attività produttive, incentivando attività ecosostenibili. Per rispondere alla recessione i saggi suggeriscono una modifica strutturale di alcune imposte e ampi interventi redistributivi, a parità di gettito, tra diverse tipologie di tassazione. Nel mirino c’è l’imposta Municipale Unica (IMU), che verrebbe abolita sulla prima casa (escluse le abitazioni di lusso) e modificata radicalmente sulla base di un nuovo schema fortemente progressivo.
Approvare il disegno di legge sulla “delega fiscale”. Nella relazione si raccomanda di riprendere quanto prima la discussione del testo esistente. Il disegno di legge, infatti, potrebbe inaugurare per la prima volta e in maniera sistematica il calcolo ufficiale del cosiddetto tax gap, i diversi tributi non pagati a causa dell’evasione, strumento indispensabile per utilizzo dei proventi della lotta all’evasione per la riduzione delle aliquote legali. Più un generale, i saggi propugnano la necessità di un nuovo Testo Unico delle Imposte sul Reddito (Tuir), che metta ordine nel confuso panorama normativo.
Migliorare il rapporto tra il fisco e il cittadino. Il modello indicato è quello tedesco del “fisco amico”, capace di assistere il contribuente negli adempimenti fiscali, senza eccessi persecutori.
Evasione. Potenziare l’efficacia dei controlli sui contribuenti attraverso: l’accelerazione del processo di messa in comune delle informazioni sul sistema delle imprese e dei risultati delle azioni di controllo tra le diverse amministrazioni coinvolte (Inail, Agenzia delle entrate, ministero del Lavoro, ecc.); l’uso appropriato di metodologie di tipo statistico- induttivo per migliorare i meccanismi di selezione dei comportamenti anomali per Pmi e lavoro autonomo; la compartecipazione degli enti locali all’attività di accertamento; la revisione degli studi di settore e altri strumenti previsti dalla normativa che contempli la possibilità di aggiornamenti annuali, il cambiamento delle variabili di riferimento (valore aggiunto invece dei ricavi/compensi), un tutoraggio preventivo per le imprese medio-grandi che attivi un contraddittorio tra contribuente e Agenzia delle entrate sulla base della proposta d’imposta. Per incentivare le imprese a sottoporsi volontariamente a controlli fiscali, inoltre, si potrebbero offrire in cambio di condizioni più favorevoli su altri aspetti del rapporto con lo Stato.
Trattative con Svizzera su capitali. Riprendere i negoziati bilaterali con la Svizzera per un accordo di trasparenza ai fini della tassazione dei redditi transfrontalieri di natura finanziaria.
Oltre il bicameralismo perfetto. L’attuale modello, paritario e simmetrico, rappresenta «una delle cause delle difficoltà di funzionamento del nostro sistema istituzionale». La proposta, quindi, è quella di dare vita a una sola Camera eletta a suffragio universale e diretto, titolare dell’indirizzo politico, con competenza esclusiva sul rapporto fiduciario con il governo e che esprima il voto definitivo sui disegni di legge. Accanto ad essa il Senato delle Regioni, che assorba le funzioni della Conferenza Stato-Regioni, costituito da tutti i presidenti e da rappresentanti delle stesse, eletti da ciascun Consiglio regionale in misura proporzionale al numero degli abitanti della regione, con la possibilità di scegliere uno o più sindaci. I nuovi organismi sarebbero composti da 480 deputati e 120 senatori.
Legge elettorale. Quella vigente va superata. La nuova potrebbe prevedere un sistema misto e un alto sbarramento, con un ragionevole premio di governabilità. In caso di ritorno al Mattarellum, invece, è opportuno eliminare lo scorporo. Se il Parlamento dovesse optare per un regime semipresidenziale – che non rappresenta la soluzione più adatta secondo la maggioranza dei saggi – sarebbe preferibile propendere per una legge elettorale incentrata sul doppio turno di collegio, sul modello francese.
Lavoro. Nei prossimi mesi bisognerà destinare qualunque sopravvenienza finanziaria all’emergenza lavoro. Si valuta l’introduzione di un reddito minimo di inserimento, da inserire in un quadro complessivo di revisione dell’assistenza, ma anche il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, nuove misure ad hoc per gli esodati e le restrizioni nei confronti dei contratti a termine. Si chiede inoltre le definizione di un nuovo indicatore Isee, già all’esame dalla Conferenza Stato-Regioni,da cui dipende un’ampia serie di benefici e prestazioni sociali.
Conti pubblici. Il gruppo di esperti in materia economico-sociale ritiene che gli attuali livelli della spesa pubblica e delle entrate in rapporto al Pil «siano dei limiti massimi». Oltre alla revisione del Patto di stabilità interno per non sacrificare più gli investimenti pubblici, tra gli obiettivi c’e anche l’introduzione di un indennizzo forfetario e automatico per i ritardi delle amministrazioni e l’adozione di un meccanismo dei costi-fabbisogni standard, previsto dal federalismo fiscale per le spese degli enti locali.
Costi della politica. Il finanziamento pubblico dell’attività politica è da correggere e sottoporre a controlli serrati ma è «ineliminabile», perché costituisce un fattore fondamentale «per la correttezza della competizione democratica e per evitare che le ricchezze private possano condizionare impropriamente l’attività politica».
Commissioni. Ridurle da 22 a 10.Per la riforma della Costituzione, i saggi propongono una commissione mista, composta da parlamentari ed esperti, che voti il testo articolo per articolo senza emendamenti. Scettico solo Valerio Onida: a suo giudizio, infatti, «si rischierebbe di innescare un processo “costituente” suscettibile di travolgere l’insieme della Costituzione».
Giustizia. Il giudizio disciplinare sui magistrati va esercitato in primo grado dal Csm, ma in secondo grado da una Corte ad hoc, composta per un terzo da magistrati, per un terzo da componenti eletti dal Parlamento e per un terzo da componenti nominati dal presidente della Repubblica. Chi intende candidarsi non può farlo nei luoghi ove ha esercitato la funzione, e deve essere vietato tornare in aula dove ci si è candidati.
Conflitto di interessi e concorrenza. È «un problema da prevenire» che richiede l’intervento legislativo. Il controllo dell’Antitrust sulla legislazione regionale va rafforzato a tutela della concorrenza. I Saggi “consigliano” d’istituire presso le Camere e le Assemblee regionali un Albo dei portatori di interessi, che «svolgono una non sempre trasparente attività di pressione sulle decisioni politiche».
Corruzione. Va introdotto il reato di autoriciclaggio e rafforzate le norme sulla falsità in bilancio e precisata la fattispecie dello «scambio elettorale politico-mafioso».