L’obiettivo indicato dal Pnrr di ridurre la propensione al tax gap complessivo di 3 punti percentuali tra il 2019 e il 2024 è “ambizioso” ma possibile. A condizione che si riesca a combinare “uso intelligente e massivo dei dati, capacità di dialogo con il contribuente ed efficacia dell’azione di repressione” dell’evasione e di riscossione dei tributi accertati. Ne è convinto Alessandro Santoro, presidente della Commissione sull’economia sommersa e l’evasione e consigliere del ministro dell’Economia. Intervenendo alla consegna del premio Lef alle migliori tesi di laurea in materia fiscale al Cnel, Santoro ha sottolineato i progressi fatti negli ultimi anni e il ruolo fondamentale dell’amministrazione finanziaria per una efficace lotta ai fenomeni evasivi. La propensione al gap dell’Iva è -ha spiegato Santoro- è rimasta sostanzialmente costante tra il 35 e il 40% del gettito potenziale nel periodo compreso tra il 1980 e il 2000 e, in seguito, ha mostrato una tendenza alla riduzione a partire dal 2006 cosicché, nel 2011, si registra per la prima volta una propensione al gap al di sotto del 30%”. Nell’ultimo decennio, “dopo una relativa stabilità iniziale, si è verificata una nuova forte riduzione del gap dell’Iva a partire dal 2017 che ha portato il valore della propensione al gap stimata al 2019 al 20%, facendo quindi registrare un dimezzamento rispetto ai valori di 40 anni fa”.
Una riduzione, ad avviso di Santoro, a cui ha contribuito nell’ultima fase, alcune misure di politica fiscale varate dal governo quali lo split payment e la fatturazione elettronica. “Il meccanismo dello split payment -ha ricordato- è stato applicato, a partire del 2015, alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi alle Pubbliche amministrazioni e successivamente esteso, nel 2017, a società controllate da Pubbliche amministrazioni centrali e locali, nonché alle società quotate al Ftse Mib. Con riferimento alla prima introduzione per le operazioni verso le Pubbliche amministrazioni, lo split payment ha consentito un recupero di gettito, stimato nella Relazione evasione del 2017 e confermato in quelle successive, di circa 3,5 miliardi annui. Ulteriori 1,1 miliardi di recupero di gettito, stimati nella Relazione evasione del 2020, sono stati ottenuti con l’estensione del meccanismo alle operazioni delle società partecipate dalla Pa e alle società quotate. La Relazione evasione del 2021 evidenzia che gli effetti dell’estensione dello split payment appaiono visibili anche in termini di riduzione del tax gap riferito ai soli mancati versamenti. Per quanto concerne la fatturazione elettronica, introdotta per alcuni settori a partire da luglio 2018 e poi, in forma generalizzata, da gennaio 2019, nella Relazione evasione del 2018 si stimava ex-ante un incremento del gettito di almeno 2 miliardi. Questa stima veniva confermata dalle valutazioni ex-post contenute nella Relazione del 2020, ed è ulteriormente corroborata dai risultati, per quanto preliminari, relativi alla stima del tax gap del 2019, primo anno di applicazione generalizzata, contenuti nella Relazione 2021”.
Ed proprio su questi risultati che si innesca l’ulteriore obiettivo di riduzione indicato dal Pnrr. “Si tratta -ha detto Santoro- di obiettivi estremamente ambiziosi. Essi sono definiti in termini di riduzione della propensione al tax gap complessivo, ossia calcolata non solo con riferimento all’Iva, ma anche a tutte le altre imposte”. “La propensione al tax gap complessivo nel 2019 era pari al 18,5% (leggermente inferiore a quella relativa al solo gap Iva, quindi). Secondo il Pnnr tale propensione andrà ulteriormente ridotta almeno al 17,6% entro il 2023, e soprattutto, almeno al 15,8% entro il 2024. Ciò implica che tra il 2019 e il 2024 dovrà essere conseguita una riduzione della propensione al tax gap complessivo di quasi 3 punti percentuali, di poco inferiore a quella (pari a 4 punti percentuali) registrata tra il 2014 e il 2019”. Obiettivi per i quali diventa sempre più centrale il ruolo dell’amministrazione fiscale. Si tratta, ad avviso di Santoro, di aggredire l’evasione più difficile da contrastare. Perciò, è il suo ragionamento, “diventa imprescindibile che l’amministrazione fiscale prosegua e intensifichi” il cambiamento di approccio puntando sempre più su un uso “migliore e massivo dei dati” con l’obiettivo di incentivare l’adempimento spontaneo evitando di entrare in contenzioso con il contribuente”.
QUI L’INTERVENTO COMPLETO DEL PROFESSOR SANTORO