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venerdì 24 Ottobre 2025
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Tecnologia e investimenti: la buona ricetta per la sanità del XXI secolo

di Alex Barr, Senior Investment Manager, Alternatives di Aberdeen AM

 

I sistemi sanitari globali stanno raggiungendo un punto di rottura. Nei mercati sviluppati, i costi sociali crescenti, l’invecchiamento delle popolazioni, una minore mortalità e l’aumento delle malattie croniche e trasmissibili rappresentano costanti e metaforici mal di pancia. Nei mercati emergenti, i sistemi e le infrastrutture sono più arretrati e richiedono miglioramenti urgenti, ma senza costi spropositati. Esistono tuttavia ragioni di speranza: la tecnologia e l’innovazione. Le stesse forze che hanno portato al rapidissimo successo raggiunto da realtà come Uber, Airbnb e Netflix hanno anche il potenziale di rivoluzionare la sanità e, in larga misura, la rivoluzione è già in atto. I devices elettronici indossabili e le app mobile con funzioni di health-tracking sono soltanto l’inizio. Un miglior uso dei dati e delle analisi in ambito sanitario può aiutare i medici a comporre il puzzle e a formulare diagnosi più accurate e più veloci (presumibilmente grazie all’aiuto di fonti d’informazione come i social media e di Google). Inoltre si aggiungerà ulteriore efficienza, sia sul fronte del paziente che del medico, attraverso l’uso degli appuntamenti virtuali. Tutti insieme, questi fattori formano la cosiddetta connected health. Il potenziale cambiamento in positivo è enorme, soprattutto per le economie emergenti, dove si pongono le maggiori sfide a livello di trasporto e di infrastrutture. Come nel settore bancario è avvenuto un passaggio diretto al mobile banking, mercati come Cina e India potrebbero bypassare molte soluzioni delle economie avanzate ormai considerate scomode a favore di soluzioni più adatte ed efficienti, rese possibili dalla tecnologia. La chirurgia robotica, la stampa 3D di protesi e i progressi in ambito farmacologico sono solo degli assaggi di cosa ci riserva il futuro.
Leggermente meno entusiasmanti, ma non meno significativi, sono gli sviluppi in materia di efficienza operativa. Secondo un recente outlook sulla sanità di Deloitte Global intitolato “Lotta ai costi e miglioramento dei servizi”, il sistema sanitario nazionale inglese non userà più carta entro il 2020.
Eppure, non tutti i progressi devono essere all’avanguardia. Molte soluzioni potrebbero essere semplici, soprattutto alla luce del fatto che una percentuale significativa dei problemi del mondo sviluppato è autogenerata, ovvero causata dallo stile di vita. L’obesità e il diabete sono due esempi emblematici. I piccoli sforzi compiuti dalla società avranno grandi effetti nella promozione di comportamenti più salutari.
Lo studio di Deloitte ci ricorda anche che le cose non sono solo bianche o nere. Non si può sempre contare sui progressi tecnologici per ridurre i costi: al contrario, i prezzi elevati possono significare l’esatto contrario. Deloitte fa notare come alcune cure farmacologiche per l’epatite C, dato il loro elevato costo, hanno una diffusione e disponibilità limitata. Sarà necessario trovare un punto d’equilibrio tra trattamenti altamente efficaci e i relativi costi elevati. Non certo un compito semplice per le autorità. Anche il settore privato riveste un ruolo centrale. Tuttavia, creare l’ambiente giusto per lo sviluppo delle giovani imprese rappresenta una sfida. Vista la natura precoce di molte innovazioni, il ruolo del private equity a sostegno dei finanziamenti è fondamentale. Il trend d’investimento lo sta confermando. I dati di Bain Capital mostrano un livello record delle attività di M&A in ambito sanitario nel 2015, in generale di 2,5 volte superiore al valore medio annuale delle operazioni del decennio precedente. Inoltre, molti colossi farmaceutici sono alle prese con utili in calo, forte concorrenza, costi elevati e normative sempre più severe. Alcuni hanno iniziato a esternalizzare attività che un tempo erano per loro di routine, come la ricerca e lo sviluppo di nuovi trattamenti e la produzione dei farmaci. Tutto ciò favorisce l’intervento e l’investimento del private equity.
Così come per la maggior parte degli investimenti, è importante non lasciarsi sedurre da dispositivi e prodotti nuovi e scintillanti. In realtà, è il mercato dei servizi sanitari, forse meno entusiasmante, a offrire il maggiore valore potenziale. I servizi sanitari hanno un’esposizione limitata ai rischi tecnologici, presentano un contesto normativo meno severo e sono solitamente attività stabili. Al contrario, le società produttrici di dispositivi sono prevalentemente giovani e spesso presentano quotazioni elevate. I guadagni non arriveranno però da un giorno all’altro. Secondo un’agenzia di ricerca nel private equity, le società di private equity che operano nel comparto stanno iniziando a tenere le loro aziende più a lungo, adottando quindi una posizione d’impegno rispetto alle loro ragioni d’investimento.
I cambiamenti in atto nel settore sanitario globale sono di ampia portata. Le soluzioni tecnologiche saranno al centro dei progressi verso trattamenti di maggior valore nonché più efficaci. L’allocazione efficiente del capitale, sia nel pubblico che nel privato, sarà fondamentale per assicurare che l’integrazione di comunicazione, diagnosi, trattamento e monitoraggio migliori il modo in cui gestiamo disturbi e malattie.
La sanità non è soltanto una scelta d’investimento interessante per il prossimo anno e oltre, offre anche la soddisfazione di dare un sostanziale contributo al miglioramento della vita delle persone.

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