Amazon Italia Transport ha versato più di 180 milioni di euro al fisco, dopo le accuse mosse nell’ambito dell’inchiesta sui cosiddetti “serbatoi di manodopera”, gestiti da un software che tracciava i fattorini durante le consegne. Secondo la sentenza, questo software evidenziava tramite “puntini rossi su una mappa” la loro posizione e ne registrava i movimenti. Quel sistema è stato completamente cancellato, secondo quanto si apprende da Ansa.it. La decisione giunge in un momento in cui la pressione giudiziaria sull’azienda si era intensificata.
Il pagamento e la rimozione del software di monitoraggio, da quanto si apprende, ha spinto i pubblici ministeri a richiedere al gip la revoca della richiesta di interdittiva che avrebbe bloccato la pubblicità di Amazon.
L’inchiesta sulla logistica italiana del gruppo — già segnata da un sequestro di 121 milioni per frode fiscale — aveva acceso i riflettori su pratiche operative e contrattuali controverse. Con il risarcimento e il cambiamento del sistema di monitoraggio, Amazon cerca di ricostruire un’immagine ma resta sotto osservazione il suo modello di gestione del lavoro, soprattutto nel settore delle consegne.
Da un lato, il versamento di una cifra così rilevante rappresenta un segnale forte verso le istituzioni e i lavoratori, dall’altro testimonia le difficoltà del modello di piattaforma basato su algoritmi di controllo. Il caso italiano potrebbe rappresentare un punto di riferimento per altre giurisdizioni in cui Amazon opera, in termini di regolamentazione della gig-economy e tutela dei diritti dei rider.
Questa la posizione di Amazon in merito alla notizia sul versamento di 180 milioni di euro al fisco da parte dell’azienda, a seguito dell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza, che leggete di seguito nella sua versione originale.
“Abbiamo chiarito la nostra posizione con le autorità competenti che hanno riconosciuto gli elevati standard del nostro modello di collaborazione con i partner di consegna. Non utilizziamo cooperative e non consentiamo il subappalto. Tutti gli autisti che lavorano per Amazon sono assunti direttamente dai partner di consegna con inquadramento al livello G1 del CCNL Trasporto e Logistica.
Cerchiamo continuamente di migliorare gli standard operativi anche attraverso le nostre tecnologie avanzate e abbiamo utilizzato questo processo per rafforzare ulteriormente i nostri sistemi di controllo della supply chain e di governance. Il nostro impegno con le istituzioni italiane e altri operatori ha permesso di migliorare la compliance dell’intero settore.
Siamo orgogliosi di aver investito oltre 25 miliardi di euro in Italia negli ultimi 15 anni e di essere tra i primi 50 contribuenti del Paese. Abbiamo oltre 19.000 dipendenti diretti in Italia, supportiamo la crescita di migliaia di piccole e medie imprese italiane e continueremo a contribuire allo sviluppo dell’ecosistema logistico nazionale.
Amazon si impegna quotidianamente a garantire un ambiente di lavoro sicuro sin dal primo giorno. Solo nel 2024, in Italia, abbiamo investito 15 milioni di euro in progetti specifici per migliorare la sicurezza, acquistando nuove attrezzature e implementando la sorveglianza sanitaria 24/7 in tutti i siti del Paese.”














