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martedì 17 Giugno 2025
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Delega fiscale, addio al penale per gli elusori, Padoan: “ha natura amministrativa”

Approvati in Consiglio dei ministri tre decreti attuativi della delega fiscale: da un lato l’elusione viene equiparata all’abuso di diritto e non avrà più rilevanza penale, dall’altro si introduce un regime di adempimento volontario per ridurre le controversie. E per gli investitori stranieri, un abito normativo e fiscale su misura.

Niente più penale per gli elusori fiscali. Dopo essere stato dapprima presentato alla vigilia di Natale e poi velocemente messo in stand-by per via della norma ribattezzata “Salva Silvio”, il decreto attuativo “sulla certezza del diritto nei rapporto tra fisco e contribuente” è ricomparso martedì, in Consiglio dei ministri. E la novità, a quasi quattro mesi di distanza, è che è uguale a prima: abuso di diritto ed elusione fiscale si fondono in un unico concetto, che varrà per tutti i tributi e non avrà rilevanza penale perché, come ha spiegato il ministro Padoan: “ha natura amministrativa, a differenza di evasione, frode e altri reati tributari”. Nel comunicato diffuso dal Governo – il testo è stato approvato, ma non è ancora disponibile- vengono chiariti i presupposti che determinerebbero l’esistenza dell’abuso, che sono tre: la circostanza che il vantaggio fiscale costituisca l’effetto essenziale dell’operazione, la realizzazione di un vantaggio fiscale indebito e l’assenza di sostanza economica delle operazioni effettuate. In pratica, se si elude per eludere è un conto; ma se l’abuso è “a fin di bene”, ossia per creare posti di lavoro o per sviluppare l’attività, è un altro. Allo stesso modo, non si considerano abusive quelle operazioni giustificate da “valide ragioni extrafiscali non marginali”, finalizzate cioè al miglioramento organizzativo e gestionale dell’impresa o del libero professionista. Per quanto riguarda il procedimento di accertamento, l’onere di provare la sussistenza dell’abuso di diritto ricade sull’amministrazione finanziaria, mentre il contribuente è tenuto a dimostrare le ragioni extrafiscali alla base delle operazioni effettuate.

Accertamenti e regimi. Cambiano anche i termini di accertamento. Se fino ad oggi l’amministrazione poteva beneficiare del raddoppio da 4 a 8 anni anche inoltrando la denuncia oltre i termini ordinari, con il decreto appena varato il raddoppio scatta solo a condizione che la denuncia venga trasmessa all’autorità giudiziaria entro le scadenze prestabilite. Col decreto viene poi introdotto un “regime di adempimento collaborativo” per regolare i rapporti fra le grandi imprese e l’Agenzia delle entrate, basato su uno scambio volontario e continuo di informazioni per minimizzare i rischi fiscali e prevenire le controversie.

Accordi fiscali. Tra gli schemi di decreto attuativo della delega fiscale presentati in Cdm, c’è anche quello “sull’internazionalizzazione delle imprese”. L’obiettivo è quello di creare una cornice fiscale e normativa ad hoc per le imprese che vogliono investire in Italia. La novità principale è l’introduzione della disciplina del ruling, che consentirà alle aziende estere di fare accordi fiscali preventivi con le autorità italiane. Accordi che potranno riguardare svariati ambiti: dalla valutazione preventiva dei requisiti che configurano una stabile organizzazione situata in Italia, all’individuazione delle norme sull’erogazione di dividendi, royalties e interessi, fino all’attribuzione di utili e perdite e la disciplina dei prezzi di trasferimento infragruppo. L’intesa, che dura cinque anni ed è riservata alle sole aziende che intendono fare investimenti superiori ai 30 milioni di euro, è finalizzata a “creare un contesto di maggiore certezza”, eliminare le distorsioni e “ridurre adempimenti e oneri amministrativi”.  

E-fatture tra privati. Il terzo decreto attuativo punta invece ad estendere la  fatturazione elettronica anche ai rapporti fra privati, con l’obiettivo di superare gradualmente gli scontrini fiscali. Il meccanismo, da poco obbligatorio per tutti i fornitori della Pa, sarà facoltativo e poggerà su un sistema di incentivi: per le imprese che ne usufruiranno verranno meno gli obblighi di comunicazione relativi allo “spesometro”, beneficiando di rimborsi Iva più rapidi rispetto al passato. 

 Antonio Biondi

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