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giovedì 1 Maggio 2025
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Germania, il presidente del Bayern Hoeness condannato a 3 anni e 6 mesi per evasione fiscale

Condannato a tre anni e mezzo di reclusione per evasione fiscale l’ex campione tedesco ha deciso di non ricorrere in appello accettando la sentenza

Sarà un detenuto comune nel carcere bavarese di Landsberg am Lech. Nessun trattamento speciale per Uil Hoeness che sconterà la sua pena dopo la condanna a 3 anni e mezzo per un’evasione fiscale di 28,5 milioni di euro senza privilegi. Ed è proprio lui a dirsi pronto ad andare in carcere, rinunciando inoltre a ricorrere contro la sentenza: “Dopo essermi consultato con la mia famiglia, ho deciso di accettare la sentenza della corte di Monaco. Ho chiesto ai miei avvocati di non presentare appello, in linea con la mia idea di decenza, comportamento e responsabilità personale”, ha affermato il dirigente 62enne in una dichiarazione. Il processo d’appello, però, potrebbe andare ugualmente in scena. Entro il 20 marzo, infatti, la procura può ricorrere contro il verdetto: la pesante condanna per il 62enne ex capitano della nazionale tedesca è venuta dopo che il procuratore Achim von Engel aveva chiesto addirittura cinque anni e mezzo per il mancato versamento di tasse grazie a un conto segreto in Svizzera. A nulla è valso il suo passato: campione del mondo, a fianco di Beckenbauer, poi presidente del Bayern. L’anno scorso si era precipitato ad autodenunciarsi al Finanzamt, come è possibile fare in Germania per ottenere di solito al peggio una condanna con la condizionale. Troppo tardi, ha giudicato invece la corte.

L’accusa. Hoeness è stato condannato per un’evasione fiscale di 28,5 milioni euro. “Evadere le tasse è stato l’errore della mia vita. Ora ne affronto le conseguenze”, ha evidenziato ancora Hoeness. Tre giorni fa, davanti alla corte Hoeness, proprietario di un’azienda che si occupa di salsicce e salumi, aveva ammesso che “scommetteva” in modo folle su titoli azionari e valute estere con ingenti movimenti di denaro. La difesa si era rimessa alla clemenza della corte ricordando che il numero uno del Bayern si era costituito spontaneamente a gennaio ammettendo le sue responsabilità, ma il giudice Rupert Heindl ha usato ugualmente la mano pesante. Secondo, il pm, la confessione di Hoeness è arrivata solo perché il suo stato di evasore e l’entità della somma negata al fisco sarebbero stati sul punto di essere completamente svelati dalle indagini.

Rinuncia all’appello e addio al Beyern. Uli Hoeness rinuncia all’appello contro la condanna a tre anni e sei mesi per evasione fiscale, si dice pronto ad andare in carcere e si dimette dalla presidenza del Bayern Monaco. Chiude così, in maniera traumatica, il matrimonio con il Bayern durato 44 anni e in cui ha militato prima da giocatore e poi da dirigente. “Rinuncio con effetto immediato alla carica di presidente del Bayern Monaco. In questo modo – ha spiegato – voglio evitare danni al club. Il Bayern è la mia vita e lo sarà sempre. Resterò vicino al club e alla sua gente in altri modi durante la mia vita”. Era il 1970 quando l’ormai ex presidente cominciava a indossare la maglia del club bavarese da giocatore, contribuendo in particolare alla conquista di 3 Coppe dei Campioni. Nel 1979, ad appena 27 anni, si è trasformato in dirigente dopo un infortunio. Per 31 anni, fino al 2010, è stato la mente manageriale della società. Poi, 4 anni fa, ha assunto la carica di presidente nell’ennesimo ciclo vincente del club, coronato dal “triplete” realizzato nel 2012-2013. Il suo addio oggi non dovrebbe danneggiare il club: il valore del brand del Bayern è consolidato a livello internazionale mentre in patria la squadra, nettamente superiore alla concorrenza, di fatto comincia ogni anno il campionato con la certezza di qualificarsi alla remunerativa Champions League.

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