Il comico non ha pagato l’Irap e ha perso il contenzioso in primo grado. E Equitalia gli ha pignorato sei appartamenti nel centro di Milano. Il suo fiscalista: «Chiariremo tutto»
Guai fiscali per il comico e attore tv Luca Laurenti, cui Equitalia ha deciso di pignorare 6 appartamenti in centro a Milano. Il fiscalista Silvio Ceci, che difende il noto personaggio dello spettacolo nel contenzioso tributario ancora aperto, attacca apertamente Equitalia, lamentando il suo «atteggiamento aggressivo nei confronti dei cittadini», che «ricevono cartelle esattoriali che sono state pagate, ma prima di poterlo dimostrare partono ingiunzioni e pignoramenti». E l’Agenzia delle entrate reagisce immediatamente, annunciando querela nei confronti del commercialista.Laurenti, nota “spalla” di Paolo Bonolis sul piccolo schermo, secondo quanto ha stabilito la commissione tributaria provinciale di Milano (una sorta di primo grado nel giudizio tributario), non avrebbe versato 2 milioni di euro di tasse tra il 2000 e il 2005 e sulla base di questa sentenza si è mossa Equitalia che ha pignorato al comico 6 appartamenti del valore di circa 5 milioni di euro, situati in zona corso Buenos Aires. La difesa dell’attore ha però fatto presente nell’ambito del contenzioso che quelle imposte sono state da lui dichiarate ma non versate al fisco perchè si tratta di Irap, ossia dell’imposta regionale sulle attività produttive che, secondo la linea difensiva, devono essere pagate soltanto da professionisti che abbiano un’organizzazione produttiva stabile. Ossia dai professionisti che hanno dipendenti e uffici che lavorano per loro. Un tipo di contenzioso tributario questo che, a detta di diversi esperti in materia, è molto frequente tra i professionisti. Nelle prossime settimane verrà discusso l’appello tributario sul ricorso della difesa di Laurenti. «Non ho ancora avuto modo di parlare con Laurenti – ha spiegato il fiscalista Ceci – nè di approfondire quello che è successo, ma sono il suo fiscalista da anni e posso ribadire che stiamo parlando di un cittadino e di un contribuente onesto». E ha aggiunto: «Mi occuperò di questa storia nei prossimi giorni perchè sto partendo, sono sicuro che chiariremo tutto in tempi rapidi. Credo comunque di capire come siano andate le cose – ha spiegato – nello stesso modo in cui vanno spesso, quando i cittadini ricevono cartelle esattoriali che sono state pagate, ma prima di poterlo dimostrare partono ingiunzioni e pignoramenti». I contribuenti, ha detto ancora il fiscalista, «pagano così l’inefficienza di Agenzia delle Entrate e di Equitalia, che negli ultimi tempi hanno un atteggiamento aggressivo nei confronti dei cittadini». Parole che hanno portato alla reazione immediata di Equitalia: «Il commercialista Silvio Ceci risponderà nelle opportune sedi legali per quanto affermato». Intanto fonti qualificate chiariscono che i pignoramenti da parte di Equitalia possono procedere autonomamente da eventuali contenziosi tributari ancora aperti e quindi la società, in linea teorica, può arrivare fino alla messa all’asta dei beni pignorati, anche prima che si concluda l’appello. Solo versando le imposte non pagate, il soggetto sanzionato può usufruire del diritto di prelazione per ricomprare i beni all’asta.