back to top
venerdì 2 Maggio 2025
spot_img
spot_img

La Corte dei Conti traccia la strada: “meno tasse e un nuovo patto sociale”

Nella relazione presentata in Senato, i magistrati contabili invocano un cambio di marcia sulla politica fiscale e un organico riordino delle agevolazioni fiscali.

Un nuovo patto sociale che consenta di riorganizzare il sistema di welfare e razionalizzare la spesa. Con di contorno un ambiente macroeconomico espansivo, per rilanciare i consumi e ridurre la pressione fiscale sui fattori produttivi. Perché è vero che gli anni più bui della crisi sono passati, ma per ripartire servono riforme strutturali in materia di tasse, spesa e produttività. Il monito arriva direttamente dalla Corte dei Conti, che nel Rapporto 2015 sul “coordinamento della finanza pubblica” traccia il sentiero da seguire per rilanciare crescita e fiducia. Per farlo però, avvertono i magistrati contabili, serve un’inversione a U rispetto alle politiche restrittive degli ultimi sei anni, durante i quali le entrate sono cresciute di 55 miliardi a fronte di una riduzione della spesa corrente, al netto delle prestazioni sociali, di quasi 21 miliardi.

Razionalizzare, redistribuire, rilanciare: queste le parole d’ordine che, al di là degli annunci, non hanno trovato spazio nell’agenda politica. Ma soprattutto una politica fiscale diversa da quella ondivaga e schizofrenica degli ultimi anni. Sul tema il presidente Squitieri, intervenuto in Senato, traccia un bilancio impietoso: non sono bastate due legislature, quattro esecutivi, 45 fra manovre di bilancio e iniziative legislative più la bellezza di 758 misure fiscali da 520 miliardi per raggiungere l’obiettivo della redistribuzione del carico fiscale. A questo iperattivismo normativo, poi, non corrisponde quasi mai una verifica dei risultati: secondo i calcoli della Corte infatti, solo il 15% delle misure adottate ha un consuntivo, una rendicontazione ex-post.

                     Schermata_06-2457191_alle_11.57.59.png

 

E che dire delle agevolazioni fiscali, le cosiddette Tax expediture. Invece di riordinarle e tagliarle, sono addirittura aumentate: negli ultimi sette anni sono state introdotte 202 misure agevolative, quattro quinti delle quali (51 miliardi) hanno determinato un’estensione degli sconti fiscali e, di conseguenza, un aumento dell’erosione. A ciò si aggiunge il contributo impositivo di Regioni e comuni, che è raddoppiato negli ultimi vent’anni: dall’11,4% del 1995 al 21,9% del 2014.

Finanze a confronto. Se oggi le entrate locali pesano per oltre il 20% sul totale molto lo si deve alle novità introdotte verso la fine degli anni ’90, dalle leggi Bassanini alla riforma del Titolo V della Costituzione. Il processo di decentralizzazione impositiva, spiega la Corte, è tuttavia un fenomeno che sta investendo un po’ tutti i paesi dell’Ue. Ad esempio la Germania, dove “l’autonomia finanziaria del governo locale era maggiore nel 2001, mantiene questa caratteristica accentuandola”. Lo stesso vale per la Spagna, che pure partiva dai livelli italiani. Persino la Francia, paese con un’amministrazione centrale storicamente forte, sta virando in questo senso.  

                Schermata_06-2457191_alle_12.28.45.png

 Antonio Biondi

Dello stesso autore

RISPONDI

Please enter your comment!
Please enter your name here

Altro in Archivio

Rubriche