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mercoledì 18 Giugno 2025
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La Gabella di Posta nell’Alta Valle del Velino

Nella parte alta della cittadina di Posta, situata nella provincia di Rieti nell’Alta Valle del Velino, si può ammirare una curiosità artistica che evidenzia l’importanza che ha avuto nei secoli il pagamento del dazio per il transito delle merci trasportate da un luogo ad un altro; una delle più antiche forme d’imposizione tutt’oggi ancora esistente e utilizzata dalle nazioni per proteggere dal libero scambio la produzione delle proprie industrie. Il dazio da pagare per ogni tipo di merce in transito era illustrato da appositi affreschi del 1587. L’area dell’Alta Valle del Velino anticamente si trovava alla confluenza di più direttrici, chiamate calles o tratturi, lungo le quali le greggi venivano stagionalmente spostate da nord-ovest a sud-est, da Norcia ad Amiterno, dall’Umbria verso l’Abruzzo e viceversa. Nella seconda metà del XVI secolo l’Alta Valle del Velino entrò a far parte degli “Stati Farnesiani d’Abruzzo”, anche detti “Stati Mediceo Farnesiani”, che erano un vasto territorio, situato per gran parte in Abruzzo, che l’Imperatore Carlo V, che era anche Re di Napoli di cui facevano parte, concesse in feudo alla sua figlia naturale Margherita d’Austria, che a sua volta aveva sposato in prime nozze un Medici e alla morte di quest’ultimo un Farnese.

In quel tempo Posta era una piccola cittadina circondata da mura difensive ed era luogo di transito delle merci che viaggiavano da sud-est, Montereale e Antrodoco, verso nord-ovest, Leonessa, per cui a lato della porta d’ingresso verso sud c’era il palazzo della dogana in cui bisognava pagare il dazio per i beni che si trasportavano. Per esplicitare visivamente la funzione svolta dal luogo nell’androne d’entrata del Palazzo della dogana nel 1587 fu realizzato un affresco che illustrava il dazio dovuto per ogni tipologia di merce trasportata e l’autorità a cui il pagamento era dovuto. Sebbene piuttosto malridotta questa opera pittorica è giunta fino
ai nostri tempi. Bene hanno fatto l’Amministrazione comunale e la Pro Loco di Posta nel 2019 a promuoverne il restauro che, esclusa la parte irrimediabilmente danneggiata, lo ha riportato allo splendore originario sia nelle due bellissime raffigurazioni che circondano centralmente lo stemma che nella scritta esplicativa e nell’elenco dei pagamenti dovuti per le singole merci. È un gioiellino artistico da visitare sia per ammirare un’opera pittorica dalla notevole qualità cromatica e compositiva restaurata con competenza e attenzione sia per rendersi conto del rilievo che ha avuto nella gestione delle entrate d’uno stato la riscossione della gabella sul transito delle merci.

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