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venerdì 2 Maggio 2025
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Lotta all’evasione spuntata e condoni: ecco le coperture della manovra 2017 (Il Fatto Quotidiano)

Di Luciano Cerasa

Otto miliardi e mezzo di nuove entrate fiscali, da trovare irrobustendo come non mai la lotta all’evasione e con una raffica di nuovi condoni: è questo il paradosso su cui si fonda uno dei due pilastri, l’altro è l’extra-deficit da contrattare con Bruxelles, della manovra che il ministro Piercarlo Padoan presenterà domani sul tavolo del Consiglio dei ministri. Gli incassi attesi dovranno assicurare il blocco dell’aumento delle aliquote Iva previsto dalle clausole di salvaguardia. Ma bastano solo per il 2017 e una piccola parte del 2018, mentre per il 2019 saremo da capo. Poi gli incentivi alle imprese che investono, gli scatti di stipendio degli statali fermi dal 2010, le misure sociali e previdenziali che dovrebbero indorare i guasti della Fornero. Tutto dipende da due fonti di copertura quanto meno incerte. Oltre 5,8 miliardi di entrate permanenti dovrebbero venire dalla lotta all’evasione Iva. Mentre 2,6 miliardi, ma solo per il 2017, arriverebbero una tantum dalla voluntary disclosure bis, che questa volta punta tutto sul recupero del “nero” domestico nascosto in cassette di sicurezza e casseforti casalinghe. Quante probabilità di successo hanno le misure messe in campo da Padovan? Lo scorso anno il gettito recuperato dalla lotta all’evasione, certificato dalla Corte dei conti, è stato in tutto di 7,7 miliardi, il 3,87 per cento in meno dell’anno precedente. Nonostante i magri risultati di cassa, la convenzione sottoscritta ad agosto tra Mef e agenzia delle Entrate ha fissato sulla carta un target di 15 miliardi l’anno per il triennio 2016-2018 di imposte da recuperare. Da quanto riferito ufficiosamente in queste ore, è probabile che il Tesoro si riferisca all’extra- gettito Iva realizzato negli ultimi due anni, intorno ai 4 miliardi, realizzato grazie al cosiddetto split-payment. In base a questo meccanismo lo Stato trattiene l’Iva da versare ai propri fornitori assicurandosi l’incasso, ma in questo modo ha messo in grave difficoltà migliaia di imprese che lavorano con il pubblico e che non possono più compensare l’Iva pagata. La Cna parla di una liquidità sottratta al sistema delle imprese per 15 miliardi l’anno. Tutti da finanziare con anticipi bancari. Anche questo sistema ha il difetto che oltre al gettito acquisito difficilmente si può andare, il barile è stato già raschiato. L’altra carta giocata sul versante del recupero dell’evasione dell’Iva, su cui pare che il Mef punti tutto, è la novità della periodica comunicazione, su base volontaria, all’Agenzia delle entrate delle fatture emesse da parte dei privati, in cambio di facilitazioni e incentivi. Il premier Mattero Renzi conferma l’abolizione di Equitalia, si segnaleranno i mancati pagamenti con un Sms. Per quanto riguarda la voluntary disclosure, dall’estero è arrivata già la gran parte di quanto ci si poteva aspettare. Nel 2015 l’imponibile dichiarato è stato di 59,5 miliardi e ha portato un gettito di appena 3,8 miliardi. Quest’anno si replica ma aprendo alla possibilità di condonare anche la liquidità nascosta in patria. Perché la raccolta “domestica” abbia successo si dovrà assicurare ai mancati contribuenti che la guardia di Finanza e l’Agenzia delle entrate non mettano troppo il naso sulla provenienza dei soldi, facendo scattare la normativa antiriciclaggio. Il giudizio dell’ex segretario Dem, Pier Luigi Bersani è molto caustico. “Dopo aver alzato drasticamente il limite al contante – scrive su Facebook – adesso dovremmo farlo emergere dal nero con una specie di amnistia a pagamento, con qualche vantaggio per il bilancio dello Stato, voglio credere che una simile idea sia stata messa in giro artatamente da Fabrizio Corona che, nel caso, potrebbe candidarsi a sottosegretario”. Con buona pace di Bersani, al menù della prossima manovra si potrebbe aggiungere un miliardo di gettito proveniente da un altro condono. Secondo un copione che nel nostro paese viene regolarmente rappresentato da 40 anni, il Ministero dell’Economia potrebbe “rottamare” sanzioni e interessi di 400mila cartelle esattoriali emesse entro il 31 dicembre 2015. Sui capitali rientrati grazie alla Voluntary disclousure lo Stato chiede un “chip” del 5%. Nel caso delle cartelle ci si fermerebbe intorno al 3%. Così passa la paura ma anche la voglia di pagare regolarmente le tasse.

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