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martedì 17 Giugno 2025
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Manovra: la “rottamazione” non è l’uovo di Colombo che risolverà i problemi di cassa degli italiani

Di Bruno Tinti*

Con il film Pretty Woman milioni di italiani hanno scoperto una delle professioni più odiose del mondo: comprare aziende in difficoltà, spogliarle di tutto ciò che ha qualche valore, mettersi in tasca il ricavato, lasciare sul lastrico i lavoratori e squagliarsela. I politici che ci “a m m i n i s t r ano” sono altrettanti Richard Gere (ovviamente meno affascinanti, simpatici e pronti alla redenzione): si sono comprati l’Italia con voti di scambio e leggi elettorali che consentono a Padrini di lungo corso di nominare i loro successori; e da anni la stanno spogliando con leggi che favoriscono la parte peggiore del Paese –evasori fiscali in primis.
Quando non ci sarà più niente da “liquidare”, se ne andranno, lasciando l’Italia in rovina nelle mani di qualche tiranno populista da strapazzo. Adesso arriva la “manovra”; nelle cui pieghe c’è l’ennesimo condono. Siccome l’Europa non vuole i condoni (che infatti gli altri Paesi ripudiano come immorali, distruttori di ricchezza e criminogeni), il portavoce dei “liquidatori”, il Ministro Padoan, si affanna ogni volta a dichiarare che “non si tratta di un condono”, qualifica che secondo lui non si addice alla remissione delle sanzioni e degli interessi purché si paghino le imposte evase o non versate. Poiché il ministro è persona di grande professionalità, escluderei che non sappia che la sanzione e gli interessi sono parte integrante del debito di imposta; per l’ottimo motivo che – qualora non fossero previste – nessuno pagherebbe: si fosse sicuri (e infatti così è) che, ciclicamente, il condono arriva, perché pagare oggi la stessa somma che si potrà pagare (o magari no) tra 10 anni? Sicché le “r o t t a m azioni” e le future altrettanto immaginifiche definizioni sono in realtà l’identica spoliazione che rendeva ricco Richard Gere: prendo i soldi e via. Che gli italiani diversi dai lavoratori dipendenti e dai pensionati (a questi le imposte gliele prendono in busta paga) si organizzino in modo da non pagare niente o quasi, nulla gliene cale. Il che è tanto più grave perché il ministro sa benissimo che gli accertamenti sono pari al 10% delle dichiarazioni fiscali presentate; che il debito di imposta si prescrive ogni 5 anni; che il 90% dei contribuenti evasori la farà franca; che lo sfortunato 10% non sconterà in alcun modo la sua tentata evasione poiché le “r o t ta m a z i o n i” eliminano sanzioni e interessi; e che insomma anche questa ultima sciagurata iniziativa è un ulteriore passo verso la bancarotta economica e sociale.
Naturalmente c’è un altro punto di vista che – apparentemente –non è nemmeno sbagliato. Ma insomma, se non riusciamo a prendere gli evasori e i loro soldi, se abbiamo la concreta speranza di raggranellare qualche miliardo e di ottenere il consenso dell’Europa alla manovra finanziaria, se comunque questi soldi sono perduti; prendiamo almeno quello che possiamo. Ah sì? E chi è che ha creato il sistema tributario più stupido e inefficiente del mondo? Chi è che non va in Svizzera o negli Usa a comprarsi un codice tributario per copiarlo e adottarlo?Chi è che si ostina a dare istruzioni all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di Finanza perché si recuperi il possibile (bene) e l’impossibile (male: la quantità di accertamenti sballati è impressionante), così incrementando i ricorsi? Chi è che continua a prevedere tre gradi di giudizio (Commissione Provinciale, Commissione Regionale e Cassazione; e se ci sono rinvii per errori di diritto si ricomincia) anche per la più banale delle controversie? Chi è che permette al contribuente di difendersi da solo, rinunciando all’ovvio deterrente costituito dalla necessità di pagare comunque l’onorario del professionista? Chi è che non prevede sanzioni adeguate per il contribuente che – alla fine della fiera – ha torto marcio, ha fatto perdere un sacco di tempo e denaro a tutti e che, nel peggiore dei casi (e se non interviene la “rottamazione”), paga quello che avrebbe dovuto pagare 10 anni prima con sanzioni modeste (la riduzione di queste è la norma)? Sono gli stessi che condonano e rottamano; e che predicano compliance e transparency (dette in inglese sembrano cose serie) a gente che, quando si sveglia la mattina, si fa la punta al cervello per detrarre lo scontrino del caffè e inguattare onorari, compensi e profitti. Sicché, di fronte a questa inerzia vecchia di mezzo secolo, alla complicità tra politica e partite Iva, alla pochezza intellettuale e professionale degli amministratori della cosa pubblica, presentare la “rottamazione” come l’uovo di Colombo che risolverà i problemi di cassa italiani fa proprio girare le palle.
*Ex magistrato, giornalista e scrittore italiano

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