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giovedƬ 1 Maggio 2025
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Rapporto Mef su evasione: tax gap si riduce ma per effetto pandemia, obiettivo Pnrr – 17,6% entro il 2023

Come ogni anno il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha presentato in allegato alla Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, un “Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto dell’evasione fiscale”, dove sono indicate le strategie per il contrasto dell’evasione fiscale, i risultati raggiunti rispetto agli obiettivi attesi, evidenziando ove possibile, il recupero di gettito fiscale attribuibile alla maggiore propensione all’adempimento da parte dei contribuenti. Riportiamo qui di seguito una sintesi redazionale del documento.

In media, per il triennio 2018-2020, per il quale si dispone di un quadro completo delle valutazioni, il gap tax complessivo risulta di circa 96,3 miliardi di euro, di cui 84,4 miliardi di mancate entrate tributarie e 11,9 miliardi di mancate entrate contributive. Tale risultato risente in modo particolare della riduzione significativa del gap in valore assoluto registrata nel 2020. In particolare, il gap complessivo, tributario e contributivo, risulta pari a 86,9 miliardi di euro, con una riduzione di 12,7 miliardi di euro rispetto al 2019, di cui circa 76 miliardi di sole entrate tributarie, con una riduzione di quasi 11 miliardi di euro rispetto al 2019.
Tuttavia, occorre evidenziare che questi risultati sono fortemente influenzati
dalla peculiarità dell’anno d’imposta 2020, caratterizzato dalla crisi pandemica.
Infatti, a seguito dello shock pandemico, la previsione normativa di molteplici forme
di esenzione e agevolazione fiscale ha contribuito a ridurre in modo significativo il
gettito potenziale. L’analisi della serie storica del gap in valore assoluto risulta,
quindi, profondamente influenzata dallo shock pandemico che rende l’anno
d’imposta 2020 anomalo rispetto agli altri anni d’imposta.
Anche l’analisi in termini relativi del tax gap, ovvero la stima della propensione
al gap, calcolata attraverso il rapporto tra il tax gap in valore assoluto e il gettito
potenziale, deve essere valutata con estrema cautela dal punto di vista dei risultati
complessivi. Infatti, la propensione al gap si riduce di un punto percentuale nel 2020, raggiungendo il picco minimo del 17,3 per cento.
Tuttavia, tale risultato, rappresentando una semplice media ponderata della
propensione al gap delle singole imposte, risulta anch’esso profondamente distorto
dalla variazione del gettito potenziale osservata nel 2020.
La differenza nella propensione al gap tra il 2020 e il 2019 è dovuta quasi totalmente all’Iva, con un contributo alla riduzione di 0,5 punti percentuali, cui corrisponde anche una
riduzione della propensione al gap dal 19,9 per cento al 19,2 per cento. Nel caso
dell’Iva, quindi, il contributo al gap si è ridotto a causa della riduzione di entrambe
le componenti, ovvero la propensione al gap dell’imposta nonché il peso
dell’imposta potenziale sul totale.
Invece, per quanto riguarda l’evasione dell’IRPEF sul lavoro autonomo e
d’impresa, la riduzione di 0,4 punti percentuali dipende esclusivamente dal fatto
che, a fronte di una propensione al gap che aumenta dal 69,2 per cento al 69,7 per cento, il peso dell’imposta potenziale sul totale si riduce.
L’effetto complessivo è, pertanto, dovuto prevalentemente alla variazione dei
pesi del gettito potenziale di ciascuna imposta rispetto al totale. In particolare, se
il peso dell’imposta potenziale Irpef di autonomi e imprenditori non si fosse ridotto
– a causa dello shock pandemico – di 0,7 punti percentuali, l’incremento della
propensione al gap di questa imposta avrebbe avuto un impatto ben maggiore sulla
propensione al gap complessiva.

Inoltre i risultati mostrano un miglioramento della tax compliance nel 2020 rispetto al
2019 pari a un minimo di 235 milioni (nel caso del calcolo basato sulla variazione
della propensione al gap) e a un massimo di 8,7 miliardi (nel caso del calcolo basato
sulla variazione assoluta del tax gap). Tale differenza si spiega con il dato anomalo
del gettito potenziale nell’anno d’imposta 2020, che riduce notevolmente l’impatto
della riduzione della propensione al gap in termini di recupero di ammontare del
gettito complessivo.

INCREMENTO FONDO PER RIDUZIONE PRESSIONE FISCALE SPESO PER COPERTURA MANOVRA

A fronte di una variazione positiva della compliance di 235 milioni, si osserva che circa 1,2 miliardi, stimati ex-ante come effetto di miglioramento della tax compliance a seguito
dell’introduzione nel 2020 dell’obbligo di memorizzazione e trasmissione
telematica dei corrispettivi, delle disposizioni di prevenzione delle frodi nel settore
della commercializzazione e distribuzione dei carburanti e del contrasto alle frodi
Iva sulle auto, sono stati già impiegati a copertura delle manovre di finanza
pubblica. Pertanto, la variazione netta della tax compliance, potenzialmente da
destinare al Fondo, risulta negativa di circa un miliardo. Conseguentemente, per quest’anno non è possibile destinare risorse al Fondo per la riduzione della pressione fiscale.
Il calcolo sulla variazione della compliance nel triennio successivo 2021-2023,
ai sensi dell’articolo 1, comma 4, della legge n. 178 del 2020, risulta comunque irrilevante ai fini della determinazione delle risorse da destinare al Fondo.

GLI OBIETTIVI DI RIDUZIONE DEL TAX GAP NEL PNRR

Nei prossimi anni l’obiettivo di riduzione del tax gap costituirà per l’Italia una
sfida importante anche ai fini dell’attuazione del programma Next Generation EU
(NGEU). Tra gli obiettivi quantitativi sottoposti a monitoraggio per tutta la fase di
attuazione del Pnrr, infatti, nell’ambito delle misure correlate alla “Riforma
dell’Amministrazione fiscale” (Missione 1, Componente 1 del Pnrr, M1C1-121), è
stata inclusa la “Riduzione del tax gap“. L’obiettivo prevede che la “propensione
all’evasione”, calcolata per tutte le imposte ad esclusione dell’IMU e delle accise, si
riduca, nel 2024, del 15% rispetto al valore di riferimento del 2019 riportato nella
“Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva”14. È
previsto uno step intermedio (M1C1-116), che assicurerà che la medesima
“propensione all’evasione” si riduca, nel 2023, del 5% del valore di riferimento del
2019.
L’indicatore considerato dal Pnrr come valore di riferimento per accertare il
raggiungimento degli obiettivi M1C1-116 e M1C1-121 è rappresentato dalla
propensione al gap per tutte le imposte al netto delle imposte immobiliari e delle
accise, riportato nell’Aggiornamento alla Relazione 2021, che risulta pari, nel 2019,
al 18,5%.
L’obiettivo quantitativo previsto nel Pnrr è ambizioso: la propensione al gap
dovrà ridursi almeno al 15,7% entro il 2024, con una flessione di 2,8 punti
percentuali rispetto al valore di riferimento (M1C1-121), e almeno al 17,6% entro il 2023, con una flessione di circa 0,9 punti percentuali.


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