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venerdì 24 Ottobre 2025
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Nullatenenti con l’aereo privato e yacht di lusso: in Sicilia l’evasione vale l’1% del Pil

Tra evasione e riciclaggio l’isola è stata usata come “paradiso fiscale per i delinquenti”. È quanto emerge da uno studio confezionato da Riscossione Sicilia, che punta a recuperare il 20% del miliardo di evasione stimato.

Nullatenenti con lo yacht, prestanome tronfi di alberghi e auto di lusso, persino proprietari di bar con aerei personali del valore di dozzine di milioni. Sfiora il miliardo di euro l’evasione fiscale in Sicilia, quasi l’1,5% del Pil regionale: è quanto calcolato da Riscossione Sicilia in uno studio presentato nei giorni scorsi a Palazzo d’Orleans assieme al Governatore Rosario Crocetta. Al momento sarebbero 800 i nominativi in odore di evasione e che dovranno chiarire le proprie posizioni. Nell’elenco operai e impiegati, ma anche nomi eccellenti tra cui “figure che ricoprono incarichi pubblici”, come ha rivelato il presidente della Spa Antonio Fiumefreddo. « Abbiamo anche verificato situazione opposte come quelle di chi era nullatenente poco più e improvvisamente è diventato possessore di grandi beni- ha detto Crocetta in conferenza stampa- adesso creeremo anche un Ufficio speciale per le grandi evasioni e consegneremo il fascicolo alla Procura, visto che qui ci sono possibili notizie di reato come ad esempio il riciclaggio”. Già, perché buona parte dei soggetti sospettati opera in settori fortemente controllati da Cosa nostra, dall’ortofrutta al movimento terra, passando per vendita del pesce, onoranze funebri, raccolta e smaltimento dei rifiuti. È anche per questo che il recupero delle somme evase si preannuncia più complicato del previsto. Su un miliardo di evasione stimato, l’ente di riscossione conta verosimilmente di incassare non più del 20%. Anche perché in alcuni casi si potrà procedere sin da subito con i pignoramenti da parte degli uffici esattoriali, ma in caso di confische ci sarà bisogno dell’intervento delle procure e, di conseguenza, i tempi si dilaterebbero.

Operai in paradiso (fiscale). Ottocento nomi per un’evasione media di 1,2 milioni di euro. Non solo: su 1300 siciliani che dichiarano un reddito superiore a 500mila euro le somme riscosse toccano appena il 3,66%. Questi alcuni dei dati contenuti nel rapporto, che raccontano di un fenomeno diffuso e mostrano come la Sicilia sia stata per lunghi anni “un porto franco e un paradiso fiscale per i delinquenti”, come ha ammesso Fiumefreddo. Ma ci sono anche casi emblematici, al limite. Come quello di Palermo, dove un cabinato di 3 milioni di euro è risultato intestato a un operaio. O come quello di Catania, dove la proprietaria di un bar e una sala giochi è stata scoperta possedere un aereo privato da otto posti del valore di 12 milioni di euro. A Enna un bracciante avrebbe accumulato un debito con l’erario di 10 milioni; a Trapani un nullatenente del 1925 è intestatario di una barca da svariati milioni di euro. Per ora i nomi sono top secret, in attesa che la magistratura faccia gli approfondimenti del caso: «Lo studio sarà oggetto di un esposto alla Procura della Repubblica- ha chiarito Crocetta – per indagare sul fatto che proprietari di yacht, di immense proprietà immobiliari, di aziende, parchi di autovetture di lusso e d’epoca, di residence, di alberghi, dichiarino in diversi casi persino zero reddito”.

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