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venerdì 24 Ottobre 2025
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Nascosti tre miliardi di ricavi in Irlanda, rinviati a giudizio gli eredi Bulgari

Lo ha disposto il Gip di Roma, fissando a ottobre l’inizio del processo. Coinvolte altre nove persone, tra manager e rappresentanti. L’accusa è di dichiarazione fraudolenta”

Olanda – Svizzera – Irlanda. Il triangolo, i fratelli Paolo e Nicola Bulgari, l’avrebbero considerato eccome. Al punto da congegnare un meccanismo ad hoc per abbattere la base imponibile ed evadere circa 55 milioni di euro. “Dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici”, questa l’accusa formulata dalla Procura di Roma nei confronti dei due eredi della famosa maison di moda, nei confronti dei quali il Giudice per le indagini preliminari (Gip) Bernadette Nicotra ha disposto il rinvio a giudizio. Il processo, che vede coinvolte altre nove persone fra cui il manager Francesco Trapani e il rappresentante legale dell’azienda Maurizio Valentini, è stato fissato per ottobre.

La perfida Albione. Secondo i giudici Bulgari avrebbe costruito a partire dal 2006 una filiera di società fittizie, attraverso le quali gli utili prodotti in Italia passavano per la Svizzera e transitavano in Olanda prima di concludere la corsa in Irlanda. Il tutto al solo scopo di evadere il Fisco. A questo sarebbe servita la creazione della Ireland Ltd con sede a Dublino nel 2008, controllata al 100% dall’italiana Bulgari Spa e formalmente costituita per smistare i prodotti finiti in giro per il mondo.

Tra sigilli e vademecum. È proprio la società irlandese a destare i primi sospetti, al punto da indurre le Fiamme Gialle di Roma ad avviare un’attività investigativa che culmina nel 2013 con un maxi-sequestro di beni del valore di 46 milioni di euro, con tanto di sigilli allo storico ufficio di via Condotti, a Roma. Non solo. Ad irrobustire la tesi accusatoria ci sarebbe anche un documento di nove pagine, rinvenuto dai finanzieri, in cui sarebbero spiegate per filo e per segno tutte le strategie per evitare di pagare le tasse sui dividendi provenienti dai paradisi fiscali. Una sorta di vademecum per evasori. Ora la palla passa alla magistratura: secondo l’accusa, l’azienda avrebbe nascosto al Fisco quasi tre miliardi di euro in poco meno di cinque anni. 

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