Per i commercialisti sarà la prima volta. I professionisti di bilanci e dichiarazioni hanno infatti deciso di ricorrere allo sciopero, arma inedita per la categoria, per protestare contro l’eccesso di burocrazie e di adempimenti considerati inutili. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’aumento degli adempimenti previsto dal decreto legge fiscale che ha cancellato la comunicazione dell’elenco clienti e fornitori, il cosiddetto “spesometro” annuale, ma ha introdotto l’obbligo di comunicare con cadenza trimestrale, le fatture emesse e ricevute, e i dati delle liquidazioni periodiche Iva. Da quest’operazione il governo punta quindi a ottenre un incasso di 2,1 miliardi nel 2017, di 4,3 miliardi nel 2018 e di 2,77 miliardi nel 2019, così come indicato nella relazione tecnica. Ma i commercialisti sono scettici sul fatto che questi risultati verranno davvero raggiunti. Obblighi inutili e contrari alle indicazioni Fmi. Adempimenti sempre più complicati e costosi, secondo il Consiglio nazionale dei commercialisti, che colpiscono solo gli onesti lasciando indenni gli evasori.
Commercialisti, l’ora della protesta (Il Sole 24 Ore)
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