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sabato 12 Luglio 2025
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Ici, Monti e Catricalà applichino norme su concorrenza a Vaticano

L’esenzione Ici a favore delle attività di lucro gestite da enti ecclesiastici pone anzitutto un problema di concorrenza sleale. Non vi è alcuna ragione per cui il supermercato, l’albergo, il chiosco, o il ristorante gestito da un complesso religioso debba godere, utilizzando l’escamotage che si tratti di atività di non esclusiva natura commerciale, di un ingiustificato vantaggio fiscale a fronte dell’analoga attività svolta da un normale cittadino. Dunque, al presidente del consiglio Mario Monti e al sottosegretario alla presidenza Antonio Catricalà, che hanno guidato, rispettivamente l’Antitrust europeo e quello italiano chiediamo di intervenire sia per una questione di equità, che agli occhi dei cittadini chiamati a fare sacrifici ha un suo pregio, ma anche per attuare quelle regole sulla concorrenza che loro ci hanno spiegato come fattore centrale dello sviluppo di una società. E’ vero che le regole hanno sempre delle eccezioni, ma in questo caso sarà difficile per due paladini del mercato spiegare che occorre fare una eccezione proprio per le attività del Vaticano. La Chiesa cattolica nel nostro paese gode nel campo fiscale di numerosi privilegi come l’esenzione Irpef per i dipendenti di alcuni enti o istituti come l’ospedale Bambino Gesù e la radio Vaticana. Monti ha detto che in questa prima fase ”non si è posto problema”. Forse è giunto il momento di iniziare a porselo e a intaccare questi privilegi partendo proprio dall’Ici.

 

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