Un’audizione molto critica nei confronti di alcune misure contenuta nella legge di Bilancio di Fabrizio Balassone, capo del Servizio struttura economica del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia. Il dirigente di palazzo Koch è stato ascoltato dalle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato
Le critiche alla Flat tax – “In un periodo di inflazione elevata, la coesistenza di un regime a tassa piatta e uno a progressività come l’Irpef comporta una ulteriore penalizzazione a chi è soggetto a quest’ultimo”, ha spiegato Balassone. “La sussistenza di regimi fiscali eccessivamente differenziati tra differenti tipologie di lavoratori – ha aggiunto – pone un rilevante tema di equità orizzontale, con il rischio di trattare diversamente, in modo ingiustificato, individui con stessa capacità contributiva”. E ancora, ha aggiunto, “la discrepanza di trattamento tributario tra dipendenti e autonomi, e all’interno di questi tra quelli sottoposti a regime forfettario ed esclusi, risulta accresciuta”.
“Pagamenti elettronici riducono evasione fiscale” – Bocciata per Bankitalia anche l’idea di alzare la soglia massima di uso del denaro contante a cinquemila euro. “Soglie più alte” per l’utilizzo del contante “favoriscono l’economia sommersa” mentre “l’uso di pagamenti elettronici permettendo il tracciamento delle operazioni ridurrebbe l’evasione fiscale”, ha detto Balassone. “I limiti all’uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione”, ha sottolineato ancora il capo della struttura economica di via Nazionale. “Le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola – ha aggiunto – rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del Paese che anima il Pnrr e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale“.
“Il contante costa agli esercenti più delle carte” – “Con riferimento agli oneri legati alle transazioni effettuate mediante strumenti di pagamento elettronici – ha sottolineato Balassone – è opportuno ricordare che anche il contante ha costi legati alla sicurezza (come quelli connessi con furti, trasporto valori, assicurazione). Nostre stime relative al 2016 indicano che, per gli esercenti, il costo del contante in percentuale dell’importo della transazione è superiore a quello delle carte di debito e credito“. Inoltre il dirigente di Bankitalia ha dichiarato che “i limiti all’uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione. In particolare, negli ultimi anni sono emersi studi – anche condotti nel nostro Istituto su dati italiani – che suggeriscono che soglie più alte favoriscono l’economia sommersa; c’è inoltre evidenza che l’uso dei pagamenti elettronici, permettendo il tracciamento delle transazioni, ridurrebbe l’evasione fiscale“. Palazzo Chigi aveva fatto sapere che sul tema dell’obbligo dell’uso del Pos erano in corso “interlocuzioni con la Commissione europea”. Balassone ricorda che “anche le Raccomandazioni specifiche per l’Italia formulate dalla Ue nell’ambito del semestre europeo muovono da tale presupposto“, ha aggiunto, ricordando che “la definizione di efficaci sanzioni amministrative in caso di rifiuto dei fornitori privati di accettare pagamenti elettronici era inclusa tra i traguardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza relativi al primo semestre di quest’anno”.
“Col reddito di cittadinanza un milione di poveri in meno” – Durante l’audizione critiche anche sul depotenziamento del reddito di cittadinanza. “L’introduzione del reddito di cittadinanza – ha ricordato Balassone – ha rappresentato una tappa significativa nell’ammodernamento del welfare del nostro Paese. Una forma di reddito minimo a sostegno delle famiglie più bisognose è presente in tutti i Paesi dell’area dell’euro e in molti di essi presenta carattere di universalità. In questi anni il sussidio ha contribuito dapprima a contenere gli effetti negativi dell’epidemia di Covid sul reddito disponibile delle famiglie più fragili e poi a sostenere il potere d’acquisto particolamente colpito dal recente shock inflazionistico”. Il dirigente di palazzo Koch ha ricordato che secondo l’Inps senza reddito nel 2020 ci sarebbero stati “un milione di individui poveri in più“. In ogni caso secondo Balassone l’attuale assetto del reddito di cittadinanza “non è privo di aspetti critici, per lo più legati alla duplice natura dello strumento, che è al contempo misura assistenziale e di politica attiva per l’accompagnamento e l’inserimento dei beneficiari nel mondo del lavoro. La sua riforma complessiva” contenuta nella manovra “potrebbe essere un’occasione per risolvere l’ambiguità e rafforzare l’efficacia misure nel raggiungere le situazioni di bisogno”.
Secondo Bankitalia la valutazione dell’importo lordo della manovra è di 39,2 miliardi: “Vedremo se nei prossimi giorni ci sarà da ragionare ulteriormente su questo aspetto”. Tra le coperture la principale misura di entrata è “l’introduzione di prelievi temporanei sulle imprese del settore energetico (4 miliardi il prossimo anno); dal lato delle spese i maggiori risparmi derivano dalla modifica dei criteri di indicizzazione al costo della vita delle pensioni (3,3 miliardi nel 2023 e circa 6,5 in ciascuno dei due anni successivi, al lordo degli effetti sulle entrate)”, ha evidenziato Balassone. Che poi ha aggiunto: “Tra i provvedimenti che accrescono le spese si segnalano per entità quelli relativi alla sanità, al pubblico impiego e alle pensioni (complessivamente 4,9 miliardi nel 2023)”.













