Dal 9 agosto e ancora per tutto settembre stanno circolando degli spot contro l’evasione fiscale realizzati dal Ministero dell’Economia e dall’Agenzia delle Entrate negli spazi gratuiti televisivi e radiofonici della Rai. Diverse le critiche: la figura dell’evasore parassita, non corrisponde alla realtà. Ma, secondo l’Agenzia, hanno lo scopo di sensibilizzare i cittadini sulla necessità di pagare le tasse.
C’è il parassita dei ruminanti, quello del legno, dei pesci, del cane e quello intestinale. Le immagini, ingrandite e a colori, si susseguono rapide sullo schermo televisivo, fino ad un’ultima foto, quella del parassita della società: l’evasore fiscale. «Chi vive a spese degli altri danneggia tutti. Battere l’evasione fiscale è tuo interesse». E infine la scritta: «Chiedi sempre lo scontrino o la ricevuta fiscale». È uno degli spot della campagna di comunicazione istituzionale realizzata dal ministero dell’Economia insieme all’Agenzia delle Entrate e al Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per sensibilizzare i cittadini «sulla necessità e l’importanza di pagare le imposte». L’iniziativa è partita il 9 agosto, utilizzando gli spazi gratuiti televisivi e radiofonici della Rai e continuerà ad andare in onda per tutto settembre.Ma non sono mancate le critiche. Il “parassita” infatti veste i panni di un uomo losco: capelli neri, viso minaccioso, occhi intimidatori e barba mal curata. Ma chi sono invece i principali evasori? «Le caricature utilizzate negli spot e nei manifesti forse vorrebbero essere rassicuranti, ma danno un’immagine falsa della realtà», ha scritto il poeta e scrittore Valerio Magrelli, sul Venerdì di Repubblica, non appena sono usciti gli spot.
Un’immagine distorta della realtà dunque perché, la fisionomia dell’evasore tipo è ben diversa: «star del motociclismo, le più celebri attrici italiane o addirittura certi uomini politici amanti della “esterovestizione”. Bei visi dunque, floridi, agiati, e non il solito camorrista napoletano!», aggiunge Magrelli. Critiche dello stesso tipo agli spot sono apparse anche sul Corriere della sera, con un articolo firmato da Aldo Grasso: «Forse puntare su uno stereotipo visivo così banale (l’evasore con l’ aria da criminale) non aiuta quel cambiamento culturale che dovremmo, tutti, sforzarci di fare e promuovere», ha scritto il giornalista. Ma i primi ad essersi accesi contro questa campagna pubblicitaria, non sono stati gli intellettuali, bensì il popolo del web. Su internet sono nate numerose parodie che puntano il dito contro la tipologia di spot: il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo ha messo in rete una “video-caricatura” della pubblicità. La situazione è inversa: i parassiti diventano i membri della politica italiana accusati di chiedere agli italiani sacrifici e esborsi economici senza mai intaccare i propri privilegi. E sfilano le immagini di Alessandra Mussolini, Silvio Berlusconi, Fassino, Bossi, La Russa, Casini, Brunetta, D’Alema, Rutelli, Vendola, Tremonti, Fini, Brambilla… per poi terminare contro il messaggio: “Attenzione, ce ne sono molti altri”.
Ma nel comunicato stampa di presentazione dell’Agenzia delle Entrate sembra essere forte l’obiettivo: «ridurre l’evasione fiscale anche grazie ai comportamenti attivi dei cittadini e renderli consapevoli che senza entrate fiscali, non è possibile fornire servizi pubblici. In sintesi, chi evade le tasse vive alle spese degli altri e danneggia tutti». E infatti «se tutti pagano le tasse, le tasse ripagano tutti. Con i servizi», è il messaggio dell’altro spot: ci sono un ambulatorio medico, una scuola e un parco tristemente semivuoti («Se tanti non pagano le tasse, non ci sono servizi»); poi, grazie all’impegno di chi invece le paga, nello studio medico spunta il lettino per il paziente, sui banchi arrivano i libri, il parco si popola di bambini che giocano. Il quadro sarà completo «quando tutti le pagano», perchè solo così «i servizi diventano davvero più efficienti».
Sviluppata dall’agenzia pubblicitaria Saatchi & Saatchi, la campagna si articola anche in due comunicati radio, affissi anche nelle principali stazioni ferroviarie e negli aeroporti di Milano e Roma, e visibili inoltre nelle pagine pubblicitarie dei maggiori quotidiani e settimanali. Negli spot radiofonici i parassiti sono, da un lato, oggetto di un’approfondita interrogazione scolastica, dall’altro animali da museo, antichi reperti rinchiusi in vetrina e osservati con un misto di disprezzo e distacco dagli studenti.