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sabato 27 Luglio 2024
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Fatturazione elettronica, impatti organizzativi e gestionali

L’obbligo attualmente riguarda circa 18.000 ufici collegati agli enti centrali, dal 31 marzo 2015 la fattura elettronica scatta per tutti gli uffici della Pa.

di Obi

Dal mese di giugno sono in vigore gli obblighi connessi alla fatturazione elettronica previsti dal regolamento emanato dal Mef nel 2013. In questa prima fase l’applicazione riguarda Ministeri, Agenzie fiscali ed enti previdenziali nazionali, nonché i relativi fornitori di beni e servizi. Gli obblighi sono quelli già indicati nella Legge finanziaria per il 2008 (art.1, c. 209), relativi a “… l’emissione, la trasmissione, la conservazione e l’archiviazione delle fatture emesse nei rapporti con le amministrazioni pubbliche …” e possono essere soddisfatti anche avvalendosi di intermediari. In particolare anche le Pa possono costituirsi quali intermediari nei confronti di altre Pa.

La stessa Legge finanziaria per il 2008 (art. 1, c. 211) stabilisce che “la trasmissione delle fatture elettroniche avviene attraverso il Sistema di Interscambio (SdI) istituito dal Mef e da questo gestito anche avvalendosi delle proprie strutture societarie.” Con successivo decreto 7/3/2008 il Mef ha individuato nell’Agenzia delle entrate il gestore del SdI e nella Sogei la struttura responsabile della conduzione tecnica del sistema. Attualmente l’obbligo di ricevere solo fatture elettroniche riguarda circa 18.000 uffici collegati agli enti centrali interessati, mentre l’estensione alle altre Amministrazioni centrali (ca. 1500 strutture) e a tutte le Pa locali, avverrà a partire dal 31 marzo 2015.

L’introduzione dell’obbligo risponde, in primo luogo, alle esigenze di monitoraggio della spesa pubblica e di trasparenza e tracciabilità dei processi di acquisizione. Tuttavia si attendono anche risparmi gestionali immediati: un parere del Comitato economico e sociale europeo del 2011 riporta i risultati di studi effettuati per conto della Commissione europea secondo i quali “gli invii elettronici ed automatici possono far risparmiare fino al 60%, … ciò significa poter risparmiare tra l’1 e il 2% dei costi amministrativi”, con un ritorno economico positivo dopo solo sei mesi. Si tratta quindi di una innovazione tecnologica di grande interesse.

 

Ma, a parte questo, è interessante fare qualche considerazione a proposito degli impatti organizzativi e gestionali su Pmi e amministrazioni, lasciando a successivi approfondimenti le prospettive che si aprono per l’interesse fiscale delle informazioni trattate. Ma vediamo come va letta la situazione italiana.

 

Gli obblighi per le Pa (e simmetricamente per i loro fornitori) riguardano, sostanzialmente, la ricezione delle fatture digitalizzate in formato standard (FatturaPa) e firmate digitalmente e il trattamento di conservazione sostitutiva. Lo strumento messo a disposizione (in modo obbligatorio) dall’Agenzia delle entrate è il Sistema di interscambio che ha funzioni di veicolazione e controllo formale dei documenti contabili, nonché delle notifiche di invio/ricezione. Il sistema non ha alcun ruolo amministrativo, non assolve compiti relativi all’archiviazione e conservazione delle fatture e non ha ruolo attivo nell’integrazione con i sistemi gestionali. Si limita a veicolare le fatture in un formato standard nazionale (in attesa di quello europeo in via di definizione), consentendo l’utilizzo di canali alternativi (Pec, Ftp, web services).

 

Un servizio, quindi, con un valore aggiunto circoscritto alla standardizzazione e alla veicolazione dei documenti contabili. Ma la fattura, da un lato, chiudendo il ciclo dell’acquisto, è collegata ad altri documenti gestionali (ordini, Ddt, ecc.), dall’altro, aprendo quello contabile, è collegata alle procedure di pagamento e di incasso. Quindi l’onere di integrare il trattamento elettronico obbligatorio con i processi gestionali già esistenti è stato lasciato ai fornitori e alle Pa, con costose personalizzazioni degli Erp o con l’aggravio di dover “tradurre” le fatture prodotte nel/dal formato previsto dal SdI. Così come quello di disporre di un servizio di conservazione sostitutiva.

 

Dunque, in tema di semplificazione dei processi e di risparmi, un’occasione colta a metà, laddove si potrebbero innescare dinamiche virtuose per agganciare e riconciliare le fatture elettroniche con gli altri documenti gestionali in un unico flusso elettronico. Al riguardo, va comunque segnalato il servizio web fornito da Consip che permette di creare, trasmettere e conservare le Fatture Elettroniche inviate al SdI. Il servizio è offerto gratuitamente alle imprese iscritte al Mepa (Mercato Elettronico della Pa), che però sono una ristretta minoranza, tenuto anche conto che non tutti i servizi sono compresi nel Mepa.

 

Si diceva che gli obblighi possono essere soddisfatti avvalendosi di intermediari. In particolare anche le Pa possono costituirsi quali intermediari nei confronti di altre Pa. Per quanto riguarda Regioni e Comuni, per i quali l’obbligo scatterà il 31 marzo 2015, le Regioni si candidano a svolgere un ruolo di sussidiarietà, mettendo a disposizione i propri sistemi/servizi di altre amministrazioni locali, in qualità di “intermediari” di fatturazione elettronica e, più in generale, a supporto del processo di dematerializzazione dell’azione amministrativa nel territorio.

 

In effetti, ad esempio, il problema della dematerializzazione del ciclo passivo se lo è già posto in termini più compiuti la Regione Emilia Romagna che ha costituito un’Agenzia per lo sviluppo dei mercati telematici (Intercent-Er), affidandole il compito di sviluppare il Sistema regionale per la dematerializzazione del ciclo passivo (SiCiPa-Er).

 

IntercentEr aderisce agli standard del progetto europeo di Paneuropean Public Procurement Online (Peppol) e nel suo ambito è stato realizzato un Nodo telematico di interscambio (NoTier) che assicura l’inoltro e il ricevimento di documenti conformi agli standard e alle regole tecniche europee e statali. Cioè, da un lato, per l’accoglimento delle fatture, si interfaccia (come da obbligo) con il SdI dell’Agenzia delle entrate, dall’altro è conforme agli standard del progetto europeo Peppol, che abbracciano anche la gestione elettronica dei documenti del ciclo di acquisto. Inoltre il nodo NoTier consente l’accesso alle funzioni di archiviazione e conservazione dei documenti del ciclo passivo gestite dal Polo di archiviazione dell’Emilia Romagna (ParEr) e si interfaccia con una piattaforma per lo sviluppo di moduli open source (Fatturazione elettronica Fe) per l’integrazione di funzioni gestionali.

 

All’Agenzia è anche affidata la realizzazione di strumenti di negoziazione in modalità telematica (gare telematiche) e del “mercato elettronico regionale” (cataloghi elettronici, ecc.). Quindi lavori in corso in Emilia Romagna, ma a 360 gradi, per costruire un modello aperto e flessibile utilizzando strumenti e tecnologie di cui sono evidenti pregi e rischi: grandi potenzialità di sviluppo e anche di indotto sugli operatori privati, ma assoluta necessità di coordinamento progettuale da parte di una authority riconosciuta.

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