La manovra su Irpef e Iva decisa con la legge di stabilità determinerà un aggravio del prelievo per tutti i contribuenti che beneficiano della no tax area. Per gli altri contribuenti il saldo sarà in sostanziale equilibrio.
Il governo ha deciso una lieve rimodulazione del prelievo spostando il carico dall’Irpef all’Iva e operando un intervento di contenimento su deduzioni e detrazioni. Un’operazione dal sapore elettorale che non produrrà effetti di rilievo sulla stragrande maggioranza dei contribuenti. Il calo di un punto di Irpef operato sui primi due scaglioni sarà sostanzialmente riassorbito dall’aumento di un punto delle due aliquote Iva del 10% e del 21%. E tuttavia ci sono due aspetti della manovra che finiranno per penalizzare i contribuenti con i redditi pù bassi. Restano fuori da ogni vantaggio i cosiddetti incapienti, ossia coloro che avendo un reddito molto basso già oggi non pagano Irpef. La soglia è intorno agli 8.000 euro per i contribuenti senza carichi familiari: si tratta di oltre 10 milioni di persone che possono beneficiare di una detrazione uguale al peso delle tasse e dunque non c’è modo di aumentare i loro redditi. Il rischio è che limitando l’intervento alla riduzione delle aliquote il problema resti aperto anche per i redditi intorno ai 15 mila euro ampliando l’area di chi non ha spazio per detrarre le spese. Punto secondo: per molte deduzioni viene introdotta una franchigia di 250 euro. Gli assegni al coniuge, i contributi previdenziali, la previdenza complementare, la beneficenza e le adozioni potranno essere dedotte dai 250 euro in su. Mentre per le detrazioni, ovvero gli interessi passivi del mutuo, le spese funebri, le spese per l’università e la beneficenza, potranno raggiungere un massimo di 3 mila euro. Non vi rientrano quelle per le spese mediche e per la ristrutturazione degli immobili.
Irpef, cambiano due aliquote. Viene ridotta l’aliquota sul primo e sul secondo scaglione: dal 23% scende al 22%, dal 27% al 26%. Il costo per la riduzione della prima aliquota, che si applica su tutti i redditi, è di 4 miliardi. Il risparmio d’imposta va da zero per i redditi bassi ad un amassimo di 280 euro per chi ha un reddito che si colloca sopra la soglia del secondo scaglione pari a 28.000 euro. Iva, Dal primo luglio 2013 le aliquote Iva attualmente al 10% e al 21% aumentano dell’1%. In pratica l’aumento deciso dal precedente governo di 2 punti per raggiungere gli obiettivi di bilancio concordati con l’Ue viene dimezzato.
Incapienti. Sono i contribuenti che avendo un reddito molto basso, già oggi non pagano l’Irpef. La soglia è intorno agli 8.000 euro per i contribuenti senza carichi familiari. Si tratta di oltre 10 milioni di persone. Ma ci sono anche situazioni intermedie, quelle in cui si versa un’imposta bassa: il vantaggio sarà limitato di conseguenza. Ad esempio una famiglia di quattro persone con un solo reddito di 15.000 euro oggi paga solo 40 euro di Irpef e dunque non potrà andare oltre un risparmio pari a quell’importo.
Detrazioni. Viene introdotto un tetto massimo di 3.000 euro per le spese detraibili al 19% dall’Irpef. Questo vuol dire che chi oggi porta in detrazione, ad esempio, 4.000 euro di interessi passivi del mutuo e 1.000 di erogazioni liberali, dovrà rinunciare a 2.000 euro di spesa, cioè ad una detrazione di 380 euro. Per questo ipotetico contribuente ci sarebbe una perdita, perché la maggiore imposta supera di 100 euro lo sconto massimo che potrà arrivare dal taglio delle aliquote Irpef. Il tetto comunque non riguardeà le detrazioni relative a ristrutturazioni edilizie e interventi di riqualificazione energetica