Secondo l’Osservatorio del Mef l’aumento è del 2,9% rispetto al luglio 2012, del 4,4% rispetto a giugno. Il 25% del totale accede al regime agevolato dedicato agli under 35.
Cresce il numero delle partite Iva. A luglio scorso sono state aperte 41.192 nuove partite Iva, il 2,9% in più rispetto al luglio del 2012 e il 4,4% in più rispetto a giugno. Lo comunica l’Osservatorio del dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia. Dati che potrebbero far pensare alla ripresa della domanda di professionisti, ma se guardati con attenzione mostrano come una partita Iva nuova su quattro riguardi giovani under 35 disoccupati o in mobilità. La distribuzione per natura giuridica, spiega l’Osservatorio, “mostra una leggera erosione della quota relativa alle persone fisiche nelle aperture di partita Iva (pari al 72,3%) in favore delle società di capitali che superano la soglia del 20%”. Rispetto al luglio 2012 si nota un forte calo di aperture relativo alle società di persone (-20,3%) e “apprezzabili” incrementi per società di capitali e persone fisiche, andamento influenzato sia dalle nuove norme che facilitano la costituzione di Srl sia dall’adesione al regime fiscale di vantaggio riservato ai giovani sotto i 35 anni. Nel mese di luglio infatti 10.213 persone fisiche (pari al 24,8% del totale delle nuove aperture) hanno aderito a tale regime, riservato ai disoccupati ed ai lavoratori in mobilità, che per cinque anni limita l’imposta dovuta al 5% degli utili dichiarati, esonerando da Iva ed Irap.
Regime dei minimi. A prevalere è l’apertura di partite Iva da parte di soggetti “svantaggiati” (siano essi disoccupati o lavoratori in mobilità) che possono aderire al regime fiscale avvantaggiato riservato per gli under 35, che per cinque anni limita l’imposta dovuta al 5% degli utili dichiarati esonerando da Iva ed Irap. A luglio, 10.213 persone fisiche (pari al 24,8% del totale delle nuove aperture) hanno aderito a tale regime.
Ripartizione territoriale. Riguardo alla ripartizione territoriale delle aperture, il 42,4% di esse si colloca al Nord, il 23,5% al Centro ed il 34% al Sud ed Isole; il confronto con luglio dello scorso anno evidenzia, in una prevalenza di aumenti, un andamento molto irregolare, con differenze più marcate in Regioni meno popolose (Umbria, Molise e Sardegna con aumenti attorno al 15% e Valle d’Aosta e Calabria con cali di oltre il 10%).













