Scende del 6,78% il reddito delle società di persone, nel manifatturiero crollo del 24%. Dalle analisi del Dipartimento delle Finanze emerge che i veramenti effettuati nel 2009 ammontano a 101 mld con un calo del 3,47% rispetto ai 104 mld del 2008.
La crisi economica fa sentire i suoi effetti sull’Iva. In particolare, il gettito è diminuito del 3,47% attestandosi a 101 mld, anche per la forte flessione del reddito di oltre un milione di società di persone, sceso del 6,78% con punte negative del 24% nel manifatturiero e dell’11% nelle costruzioni. E’ quanto emerge dalle statistiche realizzate dal Dipartimento delle Finanze sulle dichiarazioni Iva presentate nel 2010 e relative al 2009, anno in cui “la profonda crisi economica” ha “inciso in modo significativo sulle grandezze rilevanti per la determinazione dell’Iva”. Nel 2009 hanno infatti subito una forte contrazione rispetto all’anno precedente sia il volume d’affari complessivo dichiarato (-11,86%) sia gli acquisti e le importazioni (-14%).Il saldo tra queste due grandezze rappresenta il “valore aggiunto fiscale”, che resta costante in rapporto al Pil (al 42,7%) ma registra rispetto al 2008 una flessione del 3,12%.
Il saldo tra imposta dovuta (-3%) e imposta a credito (-21%), che rappresenta l’ Iva di competenza, è cresciuto del 3,83%, a causa una maggiore riduzione degli acquisti imponibili rispetto a quella delle cessioni imponibili. Sempre nel 2009 il credito Iva è sceso da 50 a 43 miliardi (-13,88%). In calo anche i crediti richiesti a rimborso annuale (-11,8%) e l’importo da utilizzare in compensazione o detrazione nell’anno successivo (-14,17%). In particolare, risultano in flessione i crediti da utilizzare in compensazione nei settori più colpiti dalla crisi come l’industria (-20,98%) e le costruzioni (-13,87%). I contribuenti che hanno presentato la dichiarazione Iva relativa al 2009 sono stati 5.173.000, in calo dell’1,6% rispetto al 2008, dal momento che non hanno presentato la dichiarazione coloro che hanno aderito al regime dei minimi, saliti del 23,8% rispetto al 2008. In particolare, le società di persone che hanno presentato la dichiarazione sono state 1.006.198 (-1,47%), per un reddito medio di 41,790 euro, in calo del 6,78% rispetto al 2008; ma se si considerano solo le società che operano in continuità d’esercizio, il reddito medio sale a 42.340 euro.
Tra le tipologie di reddito dichiarato, quello da impresa e quello da lavoro autonomo mostrano andamenti in linea con la congiuntura economica: il reddito di impresa diminuisce sia in termini di frequenze (-2,77%) che di ammontare (-10,66%), mentre i soggetti in perdita aumentano del 3%; scende il reddito sia delle imprese in contabilità ordinaria (-15,17%) che di quelle in contabilità semplificata (-6,76%). La maggiore riduzione del reddito di impresa riguarda il settore manifatturiero (-24,49%), con un +22,83% di soggetti in perdita. Cali importanti riguardano anche i redditi di impresa nelle costruzioni (-11,98%) e nel commercio (-7,57%). Va meglio nei servizi di alloggio e ristorazione (-1,86%), e nelle attività immobiliari, che registrano una crescita dello 0,21%. Per quanto riguarda il lavoro autonomo il reddito cala leggermente (-2,91%), mentre le perdite aumentano del 14,15%. I grandi contribuenti Iva, con un volume d’affari di oltre 5 milioni di euro, sono solo l’1,09% ma dichiarano il 68% del totale del volume d’affari.
Tra i contribuenti, il settore più rappresentativo è quello del “Commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicolo e motocicli”, con la quota maggiore sia del volume d’affari (29%) sia dell’Iva di competenza (33%). La forte riduzione del volume d’affari complessivo, pari a -400 miliardi rispetto al 2008, è attribuibile per più della metà al settore manifatturiero (-205 miliardi). Tra i settori con un’ Iva di competenza negativa risultano i servizi di alloggio e ristorazione oltre ad agricoltura e pesca. Nel Nord-Ovest viene dichiarato il 38,3% del volume d’affari complessivo, per il 43,6% dell’Iva di competenza, anche se rispetto al 2008 la flessione del volume d’affari (-14,2%) è maggiore rispetto al dato nazionale (-11,9%). All’estremo opposto il Sud e le isole, con solo il 9,1% del totale dell’Iva di competenza. Infine, anche gli enti non commerciali (il 71% dei quali è rappresentato da associazioni e comitati) hanno visto calare il proprio reddito complessivo, sceso del 3,34% a 2,3 miliardi. L’Ires dichiarata dagli enti non commerciali è pari a 485,4 milioni di euro, in lieve calo (-2%) rispetto al 2008; tale andamento, sottolinea il Dipartimento delle Finanze, può essere stato influenzato anche dalla maggiore attività di contrasto all’evasione.