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venerdì 24 Ottobre 2025
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Meno cavilli formali e più mediazione, 15mila controversie in meno nel 2014

Lo segnala il ministero dell’Economia, nell’analisi sulle pendenze tributarie. Rispetto a tre anni fa i ricorsi sono diminuiti del 30%, mentre in confronto al 2013 le controversie pendenti calano del 9,5%.

Meno controversie e più mediazione nell’ottica di una maggiore efficienza della macchina fiscale. Quello che era uno dei punti fermi del nuovo corso dell’Agenzia delle entrate trova conferma nei dati, elaborati dal Mef, su pendenze e contenziosi tributari. Nel 2014 i ricorsi presentati dinanzi alle commissioni tributarie registrano un calo del 6% rispetto all’anno precedente, passando dai 257mila del 2013 a 242mila. La scelta di rinunciare alle controversie basate su meri cavilli formali, unita al crescente utilizzo della mediazione, ha consentito poi di ridurre in modo drastico i ricorsi, in particolare nel primo grado di giudizio (-30% dal 2011 al 2014). Procedono con più speditezza anche le commissioni tributarie provinciali e regionali, che nel giro di un anno hanno portato le controversie pendenti da 633mila a 573mila, per un decremento del 9,5%.

Le controversie presentate nel solo 2014 hanno un valore di 30 miliardi e per larga parte (circa il 70% in primo grado, il 54 per cento in appello) hanno ad oggetto pendenze del valore inferiore ai 20mila euro. La maggior parte dei ricorsi proviene dai settori del commercio (17,2% in primo grado, 20 per cento in appello), attività manifatturiere (14,4% e 15,9%) e costruzioni (12,3% e 13,7%). In entrambi i gradi di giudizio, è l’amministrazione a “spuntarla”: le sentenze favorevoli all’erario sono pari al 44,3% contro il 31,3 dei contribuenti in primo grado; in appello salgono al 45,4% contro il 39,2%.

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