Modifiche, cambi di rotta e perfino di nome. Ma il risultato è sempre quello: la tassa sui rifiuti resta un’incompiuta che, a conti fatti, finisce col premiare l’inefficienza. E non potrebbe essere altrimenti, visto che la tariffa viene calcolata per finanziare integralmente la raccolta e lo smaltimento senza che abbia mai misurato quanto effettivamente queste due attività costino. E se le attività sono inefficienti, impiegano troppo personale rispetto a quello necessario, ha infrastrutture scadenti e così via, la tariffa sale e a pagare sono direttamente i cittadini/utenti. Solo ora, con la riforma Madia, il settore dei rifiuti avrà un’autorità di regolazione. Una strada nuova che potrebbe portare creazione di bacini ottimali e, quindi, all’abbattimento dei costi. Di Gianni Trovati, da Il Sole 24 Ore.
Rassegna stampa del 30 marzo 2016
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