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mercoledì 18 Giugno 2025
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730 precompilato: le critiche dei commercialisti

Per l’Associazione Nazionale Commercialisti la percentuale di contribuenti che ha presentato il 730 precompilato è estremamente contenuta
Il 16 aprile scorso è ufficialmente partita l’operazione del 730 precompilato 2018, che si concluderà il prossimo 23 luglio. Entro tale termine tutti i modelli 730 dei contribuenti interessati dovranno essere stati inviati.
Dopo tre anni di sperimentazione del nuovo sistema sarebbe utile ed opportuno riuscire ad analizzare con obiettività i risultati conseguiti con questa operazione. Lo sostiene l’Associazione Nazionale Commercialisti che sottolinea l’opportunità di mettere a confronto tali dati con i propositi iniziali e con i costi sostenuti dalla collettività.
Secondo il Presidente dell’ANC, Marco Cuchel, appare francamente fuori luogo parlare dell’intera operazione in termini di successo. Basti pensare alle difficoltà che hanno interessato l’accesso alla procedura in fase di partenza, come pure il suo funzionamento.
Da valutare anche il numero di persone che hanno optato per questa modalità.
Nel 2017, infatti, su una platea di oltre 20 milioni di potenziali contribuenti, sono stati circa 2 milioni coloro che hanno presentato la dichiarazione precompilata. “Una percentuale estremamente contenuta”, fa notare Cuchel. Tale cifra, se considerata sotto il profilo del rapporto costi/benefici “dovrebbe suggerire ai sostenitori del fisco fai da te e all’Amministrazione Finanziaria qualche riflessione”.
Secondo l’ANC ci sarebbe quindi “più di un falso mito legato alla dichiarazione 730 precompilata”. Ad esempio l’idea che la sua compilazione sia automatica, mentre invece alla base di tutto continua ad esserci il lavoro dei professioni intermediari. Sono questi, sottolinea Cuchel, che con la loro professionalità, “hanno permesso al fisco italiano, nell’arco degli ultimi vent’anni, di essere all’avanguardia sul fronte della digitalizzazione”.
Altro elemento rispetto al quale è mancata chiarezza è sicuramente quello delle sanzioni.
L’accettazione della dichiarazione precompilata senza variazioni non esclude il controllo di legittimità e sussistenza delle condizioni soggettive rispetto agli oneri presenti nel quadro E. Come pure non esclude il controllo dei dati reddituali che devono esser oggetto di attenta verifica ed eventuale integrazione per evitare l’applicazione delle relative sanzioni. “Ciò che con l’accettazione, senza modifiche, della dichiarazione precompilata viene escluso è unicamente il controllo formale/documentale dei soli oneri art. 36 ter”.
Una delle novità di quest’anno è la compilazione assistita. Attraverso tale strumento il contribuente può intervenire in alcune sezione del quadro E per modificare/integrare il 730 inserendo spese detraibili o oneri deducibili dal reddito. Anche in questa funzionalità, disponibile dal 7 maggio scorso, sarebbero tuttavia state segnalate alcune criticità. In particolare per quanto riguarda il suo accesso e l’acquisizione delle modifiche da parte del sistema, il quale evidentemente richiede adeguate conoscenze fiscali ed informatiche.
Per il 730 precompilato 2018 la circolare 7/E dell’Agenzia delle Entrate del 27 aprile 2018 conta 360 pagine e altre 112 pagine di istruzioni al modello. Secondo l’ANC si tratta della conferma che il sistema della precompilata non rappresenta affatto una rivoluzionaria semplificazione del fisco alla portata di tutti i contribuenti.
“Anche se gli oneri contenuti nel precompilato nel tempo sono aumentati, molti di questi – conclude Cuchel – sono errati ed altri ancora sono del tutto assenti”. Ciò fa sì che l’intero progetto manifesti inevitabilmente la sua complessità e incertezza sia in termini di sanzioni sia di eventuale minor rimborso percepito. Proprio tali limiti possono spiegare il numero di contribuenti che hanno effettivamente utilizzato il sistema. Alla luce di tutto ciò, dunque, l’Associazione pone una domanda: “ma questo progetto costituiva veramente una priorità per il Paese?”

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