Pubblicato il rapporto sull’evasione fiscale elaborato dal Governo: metà degli evasori al Nord, nel 2012 bruciati 4,2 miliardi di gettito Imu.
Da un lato il tax gap siderale, calcolato in oltre 90 miliardi e frutto dell’evasione di Iva, Irpef, e Ires. Dall’altro il sottobosco di agevolazioni fiscali non strutturali che da sole pesano il 5 per cento del Pil. È una politica fiscale che ha smarrito se stessa, quella che emerge dal Rapporto sull’evasione fiscale 2014 allegato alla nota di aggiornamento al Def 2015: tanto creativa quando si tratta di inventare nuove e sempre più variegate forme di prelievo quanto annichilita di fronte alla crescente erosione del gettito. Sul fronte della riscossione, i numeri non cambiano: +1,1 miliardi rispetto al 2013, ma oltre la metà deriva dalla liquidazione automatizzata.
Riscossione. L’attività di recupero dell’evasione nel 2014 ha comportato una riscossione complessiva di 14,2 miliardi di euro (+8,4% rispetto al 2013), dei quali 8,1 sono frutto dell’attività di accertamento e controllo: 6,3 miliardi sono stati riscossi attraverso versamenti diretti, mentre i restanti 1,8 miliardi rappresentano gli incassi da ruoli. I restanti 6,6 miliardi sono invece relativi all’attività di liquidazione delle imposte. Complessivamente, il totale delle entrate erariali derivanti dalla lotta all’evasione al netto di interessi e sanzioni ammonta a 9,3 miliardi.
Contrasto all’evasione. Su questo versante l’Agenzia, a fronte di controlli su 642.2 miliardi, ha accertato nel complesso 26,1 miliardi di maggiore imposta dovuta, derivante per la quasi totalità da accertamenti ordinari e, solo in modesta parte, da accertamenti automatizzati (440 milioni) e accertamenti di atti e dichiarazioni soggetti a registrazione (307 milioni). Il volume degli accertamenti (ordinari, parziali automatizzati e settore registro) è complessivamente risultato in calo del 9,2%, frutto della specifica esigenza di orientare i controlli sulle situazioni maggiormente a rischio fiscale. Rispetto al 2013 sono in aumento gli accertamenti su grandi contribuenti ed enti non commerciali (rispettivamente +4,4 e +11,3%), mentre risultano in flessione quelli su piccole e medie imprese (-4,4% e -1,1%). In compenso, i controlli effettuati dal fisco risultano positivi nel 94,2 per cento dei casi, sebbene su 605.082 controlli positivi 121.752 derivino da accertamenti definiti per adesione e acquiescenza (voce che, nel computo complessivo, pesa per 5,7 miliardi). Quanto all’Iva, i controlli effettuati dalla Guardia di Finanza hanno consentito di individuare oltre 55 miliardi di base imponibile e circa 6 miliardi di Iva evasa. Sempre nel 2014 le Fiamme Gialle hanno scovato 7.863 evasori totali – di cui 3.339 responsabili di reati- e 32,5 miliardi di maggiori basi imponibili, di cui 2,5 relativi a Iva non versata.
Distribuzione accertamenti, Fonte: Def
Tax expediture. Riprendendo la relazione del Mef datata 2011, il rapporto quantifica in 711 le spese fiscali attualmente in vigore; 282 se suddivise per tipologia, che complessivamente determinano un’erosione della base imponibile pari al 10% del Pil. Nel dettaglio, le tax expediture a carattere strutturale (esenzioni e detrazioni Irpef, assegni periodici per mantenimento dei figli) sono 84 e pesano per il 5% del Pil. Stesso peso anche per le spese fiscali non strutturali.
Regimi agevolativi, Fonte: Def
Tax gap. Prendendo in considerazione le imposte principali (Iva, Irap, Ires e Irpef) il Tax gap complessivo, ossia la differenza tra gettito potenziale ed effettivo, si attesta a 91,4 miliardi di euro (media del periodo 2007-2013), pari al 6,6% del Pil. Più della metà dell’evasione si concentra al Nord (29,6% nel Nord-Ovest, 17,8% nel Nord-Est), mentre la restante parte si ripartisce fra centro (27%) e sud (21 per cento).
Fonte: Def
Il risultato è determinato soprattutto dall’Iva (40.251 miliardi, contro i 48 stimati dalla Commissione Ue), seguita da Irpef e Ires (43.928 miliardi) e sullo sfondo dall’Irap (7.207 miliardi). Significativo il Tax gap Imu riferito al 2012 che, secondo i calcoli del Mef ammonta a 4,2 miliardi, pari al 18,37% del gettito teorico. I valori più alti, in termini di differenza tra incasso effettivo e teorico, si registrano in Campania (28,1%), Basilicata (25,99%) e Sicilia (25,25 per cento).