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venerdì 24 Ottobre 2025
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Evasione, indagati i vertici del gruppo Api, omessi dividendi per 21 milioni

I dirigenti della società petrolifera anche attraverso l’utilizzo di società strumentali in Lussemburgo e Bermuda avrebbero ottenuto indebiti vataggi fiscali. L’accusa per la holding che fa capo alla famiglia Brachetti Peretti è di dichiarazione fraudolenta.

Non avrebbero dichiarato i dividendi di una controllata per ottenere vantaggi fiscali. E’ questa l’accusa che la Guardia di Finanza, nucleo di polizia tributaria, ha rivolto a dirigenti e amministratori ai vertici della compagnia petrolifera Api, che adesso rischiano il processo per dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici. L’omissione riguarderebbe la dichiarazione dei redditi 2009 e ammonterebbe a oltre 21 milioni di euro. Sono chiamati in causa i rappresentanti dei diversi cda tra il 2000 e il 2009, a cominciare da chi ha avuto incarichi di rappresentanza legale. I militari hanno notificato 25 avvisi di conclusione delle indagini, atto questo che in genere prelude ad una richiesta di rinvio a giudizio.

Gli accertamenti degli investigatori hanno svelato l’esistenza di un articolato sistema evasivo, realizzato grazie a una serie di operazioni straordinarie (acquisizione di partecipazioni sociali, finanziamenti infragruppo, distribuzione di dividendi “a orologeria”, scissioni, fusioni) preordinate all’ottenimento di indebiti vantaggi fiscali. In base alle disposizioni del Testo Unico delle imposte sui redditi, gli oltre 21 milioni di euro avrebbero dovuto concorrere, nella misura del 5% (pari ad oltre un milione di euro) alla determinazione, per il 2009, della base imponibile ai fini dell’Ires, l’imposta sul reddito
delle società, della capogruppo.

I veicoli societari. Inoltre, dagli accertamenti svolti dai finanzieri, è anche emersa “l’interposizione, nelle transazioni commerciali, di due società, una lussemburghese e l’altra con sede nelle Isole Bermuda, sempre allo scopo di realizzare uno spostamento di materia imponibile da Stati a elevata fiscalità verso territori caratterizzati da una minore pressione fiscale”.

L’accusa. Per tutti l’accusa è di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, avendo omesso l’indicazione, nella dichiarazione dei redditi per il 2009, di dividendi provenienti da una società controllata, ammontanti ad oltre 21 milioni di euro.

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